La pagina delle mail a cui devo rispondere, anche se piena di notifiche, mi sembra meno interessante di una raccolta di stuzzicadenti. E la sorella di mia nonna aveva una collezione di stuzzicadenti, perciò so di cosa parlo.
Dopo un fine settimana in cui la mia vita come la conosco è stata quasi totalmente stravolta, tornare alla routine è una pena infernale simile alla corsa infinita degli ignavi nell'antinferno dantesco. È solo passata un'ora e un quarto da quando ho timbrato ma mi sembra di essere dentro l'ufficio da una giornata intera.
Sospiro lasciando perdere il messaggio di Chanel che mi è appena arrivato per dedicarmi completamente al lavoro. Forse se inizio a rispondere ai clienti in un battito di ciglia arriva la pausa pranzo o addirittura l'orario di stacco.
Chanel vorrà sicuramente sapere perché non ho fatto colazione a casa questa mattina e neanche ieri. In realtà la domenica l'ho passata interamente in giro. Non riuscivo a stare nella stessa stanza della mia amica senza Kevin che l'avrebbe distratta dalle domande che vuole farmi da venerdì sera.
Ho chiamato Alexandre e gli ho chiesto come avrei potuto raggiungere la gelateria di Laurel per poi piazzarmi su una sedia per tutto il pomeriggio. Anche se il locale era molto frequentato la ragazza del mio collega mi ha gentilmente lasciato un tavolo per tutto il tempo in cui sono rimasta. È davvero una donna perbene, sempre sorridente e disponibile. Mi sono offerta più volte di aiutarla, in fondo lei stava ospitando una rifugiata, ma non sono riuscita a impormi. Mi sono accontentata di lasciarle una generosa mancia prima di tornare a casa.
Rientrata nell'appartamento sono scappata in camera, mi sono fatta una doccia e ho saltato la cena. Quando Chanel ha bussato alla porta chiusa ho fatto finta di dormire e non le ho risposto. Lei non ha insistito.
Sono consapevole che non posso andare avanti così, che le devo parlare spiegandole almeno perché la sto evitando. Lei ha solamente invitato a casa un amico del suo ragazzo, eppure la sua coinquilina ha smesso dal nulla di essere la solita Rayane sorridente ed estroversa per diventare simile a una tartaruga che si chiude nel suo guscio.
Ma cosa le dico? Che Neymar mi è stato sui nervi fin dal primo momento in cui l'ho visto? Che deve chiederle all'altra coinquilina se vuole ospitare qualcuno in casa? Non avrebbe senso, perché non è una cosa che io direi. E quando Chanel è tornata a casa venerdì, io ero sbronza e in compagnia di Edinson, perciò la mia amica non ha voluto giustamente disturbarmi.
L'unica soluzione che mi rimane è dirle la verità, o almeno parte di essa.
«Rocha, ha un minuto?», mi richiama il capo dall'uscio del mio ufficio dopo aver bussato con le nocche.
Sbatto le palpebre più volte per inquadrare l'uomo. Mi ero persa tra i miei pensieri e per questo mi maledico mentalmente. Devo allontanare assolutamente la mia vita privata dall'azienda, o prima che me ne accorga sarò sbattuta fuori dall'edificio.
Annuisco all'uomo sulla cinquantina che mi indica con un cenno del capo il suo ufficio in fondo al corridoio. Mi alzo per seguirlo lanciando un'occhiata ad Alexandre che ricambia con confusione. Sollevo le spalle, stupita quanto lui della mia convocazione.
La stanza è minimalista come me la ricordavo. Ci sono stata solo il mio primo giorno, perché quando ho presentato il mio curriculum il capo era in una stanza per le riunioni. La scrivania è nera, con una pila di documenti a un angolo e un piccolo portapenne mezzo vuoto dall'altro. Le pareti sono in vetro e permettono di vedere l'intero panorama della semiperiferia parigina. Quando c'è bel tempo si vede perfino la sommità della magnifica Tour Eiffel. Di certo il palazzo ha una bella posizione nel quartiere degli affari.
Mi siedo su una delle due sedie squadrate e scomode davanti alla scrivania dopo che il capo, già sistematosi sulla sua poltrona girevole, me l'ha indicata.
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Euphoria {Neymar}
FanficSan Paolo, 2013. Rayane prende un volo intercontinentale verso la sconosciuta Europa, alle spalle un'adolescenza da accantonare e davanti a sé un nuovo, libero e affascinante mondo. Parigi, 2017. Rayane esce di fretta dalla sede Renault per andare a...