Neymar
Terzo giorno di ritiro. Ne mancano sei alla prima partita, tre alla nostra partenza per gli Stati Uniti. Forse troppo pochi perché io mi ambienti alla nuova squadra ed entri nel clima del loro spogliatoio. Sembra quasi che ai miei occhi gli altri calciatori rimangano un "loro" e la situazione non cambi in un "noi". Sono sicuro che farò presto parte di questa famiglia, in fondo sono già amico di gran parte dei miei compagni ed entrare in sintonia anche sul campo non sarà difficile, ma pensare che ci sia già una partita a cui pensare mi rende più nervoso di quanto io voglia ammettere.
Quando mi sveglio e apro gli occhi Thiago è già in piedi, appena uscito dal bagno. Si è fatto una doccia rinfrescante, perché ha i capelli corti umidi e un asciugamano legato in vita.
«Buongiorno ghiro», mi saluta ridacchiando.
Mi sfrego una mano sul viso, coprendomi la bocca mentre uno sbadiglio sfugge al mio controllo. Mi muovo sul letto fino a raggiungere il bordo e a scendere dal materasso in modo tutt'altro che aggraziato, per poi avviarmi verso il bagno strisciando i piedi sul pavimento. Non sono un grande mattiniero, per di più quando sono stanco a causa di allenamenti continui e zero pause che mi permettano di svagarmi. Tipo quelle a Parigi, penso prima di riuscire a bloccare il flusso dei miei pensieri che raggiunge presto Rayane. Chissà cosa sta facendo in questo momento. È già al lavoro? O se la sta prendendo comoda? L'ho lasciata ancora addormentata il giorno di partenza del ritiro, e mi chiedo se sia rimasta nel mio appartamento quella mattina o se se ne sia andata il prima possibile. Quella notte non sembrava volesse allontanarsi da me, ma era parecchio sbronza, e anche se dicono che l'alcol porti a galla i pensieri che non si ha il coraggio di rivelare da sobri, voglio sentire dalle sue labbra quello che prova davvero senza che ci sia il filtro della tequila di mezzo.
«Quanto manca alla colazione?», chiedo dopo aver sentito un brontolio allo stomaco. Ieri sera, nonostante una doppia seduta di allenamento nel pomeriggio, non ho mangiato molto.
Silva alza un sopracciglio, lanciandomi un'occhiata prima di tornare a cercare la maglia da allenamento nell'armadio. «Dieci minuti».
Lascio che un lamento di disappunto esca dalle mie labbra, perché sono dannatamente in ritardo. Non riuscirò mai a prepararmi e a sistemarmi i capelli prima di colazione, e se mi faccio aspettare i fotografi avranno tutte le macchine puntate verso di me.
Mi piace essere al centro della scena, mi è sempre piaciuto. Ma come per tutto, ci sono quei momenti in cui vorrei non essere la stella della squadra, colui che nel fare un piccolo errore viene bersagliato di insulti.
Come lunedì sera. C'era Rayane, brilla ma bella come sempre. Noi due, semplicemente noi, come in Brasile. Quel bacio che ci siamo scambiati, e poi lei che mi guardava. Non so cosa le avrei detto se non ci fossero stati i fotografi a distruggere il momento, e non so se lei sarebbe scappata di nuovo. Magari no, magari sarebbe rimasta, sarei riuscito a convincerla a riprovarci, perché in fondo lo vuole anche lei. So che prova lo stesso per me, è solo troppo testarda e orgogliosa per ammetterlo. È un peccato che io sia ancora più testardo e non voglia arrendermi al primo ostacolo. Ne abbiamo superati troppi a Santos, per farci bloccare da questi.
Tuttavia, quei dannati flash mi hanno costretto a correre verso la macchina il più veloce possibile. Non potevo farla riprendere dai paparazzi, non voglio che lei venga bombardata dalle telecamere, soprattutto se non lo vuole, se non mi vuole.
Non riesco a togliermela dalla testa. Da quando l'ho rivista a Clichy è il mio pensiero fisso, quello con cui mi addormento e spesso quello che mi sveglia.
Non nego che ho frequentato altre ragazze a Barcellona, ma per nessuna ho provato quello che provo ancora oggi per Rayane. Crescere a Santos con lei, aiutarci a vicenda, rimanere insieme nonostante i problemi, è stato fondamentale perché io non riesca tutt'ora a dimenticarla.
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Euphoria {Neymar}
FanfikceSan Paolo, 2013. Rayane prende un volo intercontinentale verso la sconosciuta Europa, alle spalle un'adolescenza da accantonare e davanti a sé un nuovo, libero e affascinante mondo. Parigi, 2017. Rayane esce di fretta dalla sede Renault per andare a...