Capitolo 4 - Breakfast.

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Il Bellini sono diventati tre Bellini e un abbondante sorso di Moscow Mule, il drink preferito da Edinson.

Giovani e Julian sono andati subito a caccia, soprattutto il secondo dato che la ragazza con cui si vedeva l'ha mollato qualche giorno fa per un cestista – l'ha presa abbastanza male, gliel'aveva presentato proprio lui. Kevin e Chanel hanno parlottato tutta sera tra di loro, risultando poco amichevoli nei miei confronti. Non vedevo Kevin da una settimana e non ho nemmeno avuto il tempo di chiedergli come stesse.

Non che fosse molto importante, perché anche la mia serata stava andando bene. Fino al secondo Bellini ho parlato con Edinson di lavoro - il mio e il suo -, dei nostri amici e del fine stagione del campionato, di cui io non mi intendo quasi per niente, ma ho capito che i ragazzi hanno vinto, e sono ufficialmente in vacanza da quasi una settimana. Ammetto che non mi ricordo molto di più, solo gli occhi di Edinson estremamente vicino ai miei e il suo profumo che mi inebriava le narici.

E quando mi sveglio nel mio letto a una piazza e mezza con un lenzuolo stropicciato sul petto nudo e un attraente uomo sulla trentina al mio fianco mi ricordo anche del buon sesso di cui è capace Cavani. Non vorrei ammetterlo, ma è quasi come una droga.

Chanel forse ha ragione, quando dice che Edi torna da me nonostante potrebbe farsi qualsiasi bella ragazza dai venti anni in su, ma non vorrei illudermi di significare qualcosa per lui, perché significherebbe anche ammettere che lui è importante per me.

Edinson ha le labbra schiuse, una mano sul cuscino sopra il capo e l'altra sopra lo stomaco che sfiora la mia, distesa sul lenzuolo. Mi sollevo leggermente sui gomiti e mi sporgo verso di lui, mordendogli la guancia con gentilezza.

Lo sento mugolare, perciò continuo a mordicchiargliela e aggiungo pure un bacio all'angolo della bocca. Quando lo vedo aprire in due tempi gli occhi – la prima volta è stato accecato dalla luce del sole che attraversa le persiane – mi accorgo di ciò che ho appena fatto e mi rituffo nelle lenzuola, dandogli le spalle e coprendomi con il cotone quanto posso, avvampando sulle gote. Questo comportamento non è colpa dell'alcol e lo sappiamo entrambi. E sappiamo entrambi anche che è la prima volta che siamo a casa mia e che si sveglia senza scappare ad allenamento.

Una mano calda si poggia sul mio fianco nudo mentre un soffio vicino all'orecchio mi provoca un brivido lungo la spina dorsale, che si aggiunge al fuoco che sento alle guance.

«Ti offro la colazione in centro», biascica Edinson con voce rauca e mezza impastata dal sonno.

Con uno sforzo mi giro di centottanta gradi, trovandomi il suo viso maledettamente bello e perfetto anche alle nove di mattina a pochi centimetri di distanza da me. «Ieri sera mi hai offerto due drink che avrebbe dovuto pagare Chanel, la colazione la pago io», emetto con tono che non ammette repliche, anche se mi devo sforzare per non risultare troppo imbarazzata dalla situazione.

L'uomo alza le mani in segno di resa lasciandosi cadere di nuovo sulla schiena e socchiudendo gli occhi.

Approfitto dell'assenza del suo sguardo su di me per sgusciare fuori dal letto, afferrare il completo intimo di ieri sera dal pavimento e filare in punta di piedi in bagno.

«Sei gnocca pure così», lo sento dire mentre chiudo la porta, e avvampo di nuovo, mentre questa volta un lieve sorriso spontaneo mi spunta sulle labbra.

Dove Edinson veda la gnoccaggine non lo so proprio. I capelli mossi hanno perso completamente la loro forma, il mascara è colato sulle gote e le occhiaie sono in bella vista. Per non parlare del fisico pieno di difetti – smagliature sui fianchi e sulle cosce, cicatrici che tempestano le braccia e qualche brufolo e puntura di insetto sparsi.

Euphoria {Neymar}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora