Capitolo 4

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~Non tutti i mali vengono per nuocere.

Mi risveglio in una casa, non la conosco. Molto probabilmente è quella di Dustin.

"Sei impazzita per caso? Quel Demone ti stava divorando viva, e se non fossi arrivato io vi sareste schiantati al suolo e sareste morti sul colpo." mi rimprovera. Sembra molto come Jack.

"Scusa. Ma volevo rompere quel sigillo a tutti i costi." sbuffo.

"Non farlo mai più. Come ha detto tuo fratello, devi aumentare i tuoi poteri se vuoi riuscirci." sorride, sedendosi accanto a me con un bicchiere in mano.

"E tu che ne sai?"

"Siamo rimasti in contatto telepatico, e ho sentito tutto quello che avete detto. Quando ho capito dove si trovava il sigillo stavo venendo a cercarti, ancor prima che mi chiedessi aiuto." confessa divertito.

"Ah." riesco solo a dire.

Continua a girare certa roba nel bicchiere, poi lo annusa chiudendo gli occhi. Li riapre e sorride, porgendomi il miscuglio.

"Cosa sarebbe?" domando disgustata.

"Assaggia, è una delizia terrestre. Si chiama caffè e ti mette in forze quando ne hai bisogno."

"Capisco, grazie mille allora."

Alzo il busto (sono stesa sul letto) e bevo questa rob.. caffè. È molto buono in realtà, anche se un po' amaro.

"Sai, principessa, non avrei mai pensato di incontrarti. Il mio Regno è quello più lontano dal Palazzo Reale, e non ho mai avuto la fortuna di visitarlo." ride.

"Davvero, caro mercante? Quando romperò il sigillo la prima cosa da fare sarà visitare casa mia."

"Onorato." si inchina.

Scoppiamo a ridere come due idioti, è così divertente stare con lui.

"Meglio che tu vada a casa. Vedo l'umano fuori dalla tua porta." ride.

"Alessandro?" mi batte forte il cuore. Perché? Che mi prende?

"Si. Vai, su."

Immagino casa mia e dopo pochi secondi vengo catapultata sul divano. Il campanello non smette di suonare, vado ad aprire.

"Anne. Non ho più casa."

"Cosa?" urlo.

"Me l'hanno distrutta. Mentre tornavo, sono arrivato e.. boom. Era tutta incendiata!"

Non ci posso credere. I Demoni!

"Vieni a stare da me." è la prima cosa che mi passa per la testa.

"Sei sicura?" apre la bocca, in segno di stupore.

"Sisi, vieni." lo faccio entrare.

Prima mi sono messa d'accordo con Dustin, gli farò conoscere Alessandro così che possa proteggere anche lui.

"Voglio farti conoscere una persona. È amico mio e viveva in America con me. Abita qui affianco ma adesso è in casa. Dustin!" lo chiamo.

"Oi, ciao Anne. Ciao, terr.. amico." sorride.

'Idiota.'

'Mi sono confusooo!' posso sentire il suo divertimento.

"Piacere, io sono Alessandro." gli stringe la mano.

"Sono certa che diventerete ottimi amici." sorrido.

"Lo spero" confessa l'umano.

"Quindi starai qui con Anne?" sorride.

"Si.. mica sono un disturbo? State insieme e sei geloso? Non preoccuparti se è così trovo un'altra sistemazione!" si allarma.

Scambio un'occhiata a Dustin, lui fa lo stesso.. e scoppiamo a ridere.

"Ma no, chiedevo per curiosità. Siamo solo ottimi amici." farfuglia Dustin tra le risate.

"Ah, ho capito." ride, ma si vede che è a disagio.

"Hey, stai tranquillo. Rilassati." gli tocco una spalla.

"Non so, mi sento strano.. diverso."

In realtà ha ragione. Lui è diverso da noi, o meglio noi siamo diversi da lui. Ma è troppo complicato da spiegare.

"Ma no, siamo tra amici." spiega Dustin.

"Ho una strana sensazione. E poi.. c'è profumo ovunque" starnutisce.

"Ah.. è una sua fissa. Ossessionata dall'odore!" scherza Dustin, guardandomi.

"Ora è tutto chiaro. Anche mia madre è fissata." ridacchia.

"Io vado. Ci si vede belli!" sorride Dustin ed esce dalla porta.

Rimaniamo soli, io ed Alessandro. Si crea un silenzio troppo imbarazzante per i miei gusti.

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