Sono a casa di Lol e ci stiamo godendo la giornata dopo aver mangiato una buonissima pila di pancake, anche se non ho mai capito perché i pancake si impilano.
Se li mettiamo uno sopra l'altro poi il condimento non andrà anche sugli altri e in questo modo alcuni saranno più conditi e altri meno.
In questo mondo non ci deve essere il razzismo: siamo tutti uguali!
Prima o poi inventerò un sistema, ma nel dubbio mangiamo le crêpes, così non creiamo problemi ai pancake.Lol mi porge un bicchiere di latte risvegliandomi dai miei PROFONDI pensieri.
Iniziamo un po' a parlare e poi discutiamo della cosa più importante: il viaggio.
Parliamo anche di come io abbia convinto mia madre, cosa di cui ancora sono stupita, vorrei sottolineare.
Ci mettiamo al computer e iniziamo a vedere un po' di posti interessanti da visitare in Italia. Ora che ci penso io ho dei parenti in Italia: mio cugino di terzo grado insieme ai miei zii e siccome non li vedo da un po' questo viaggio potrebbe essere l'occasione migliore per farlo. Abbiamo deciso di partire il prima possibile quindi entro una settimana, massimo due, saremo prontissime per la partenza, ma dobbiamo preparare tutto l'occorrente insieme per non dimenticare nulla.
Inutile dire che invece di scegliere i posti da visitare ci siamo informate sulle pizzerie più buone, ma in fondo anche questa è cultura.Verso l'ora di pranzo, poi, abbiamo ordinato da mangiare e stavolta abbiamo optato per il giapponese.
Quando arriva il tizio vado ad aprire la porta e mi ritrovo un ragazzo giapponese DOC (è per dire che ha gli occhi da giapponesino) che mi consegna i contenitori e poi mi dice «Moshimoshi».
Io lo guardo e non capisco, poi apro le scatole e vedo i noodles che io e Lol avevamo ordinato e dico: "Ooooh, no no gli spaghetti non sono mosci, vanno bene così...sono giusti giusti" dopo di che pago e chiudo la porta, ma il fattorino aveva una strana espressione.Con gli scatoli tra le mani mi dirigo al piano di sopra, dove Lol mi sta aspettando e le dico:
«Mah...il tizio delle consegne mi ha dato i noodles e poi mi ha detto "moshimoshi". Io ho detto che la cottura andava bene ed erano buoni così, ma aveva una strana espressione».
Lol mi guarda e scoppia a ridere. Io non capisco.
Solo dopo essersi ripresa dalla sua interminabile risata, mentre io la guardavo a braccia conserte, mi dice: «Brin vedi che moshimoshi vuol dire «ciao» in giapponese!». E poi riprende a ridere.
OPS.Ops in questo contesto lo posso anche interpretate come:
ORA POSSO SOTTERRARMI...ci sta bene, no?
Che figuraccia...Io e Lol abbiamo mangiato in tutta tranquillità se non fosse stato per il fatto che lei ogni tanto rideva ripensando alla scena e stava quasi per morire con il cibo che le andava di traverso, ma per il resto tutto bene.
Nel pomeriggio abbiamo fatto una lista dei posti da visitare e tutte le cose che vorremmo fare durante il viaggio.
Ho evitato di proporre di preparare una torta perché temevo lo stesso risultato di ieri, anche se qui non ci sono cani...a meno che Lol non sia in realtà un cane sotto copertura e allora tutto sarebbe più chiaro.
Quando si fa più tardi Lol mi chiede di rimanere a dormire da lei, così passo a casa a prendere la roba e a chiedere il permesso ai miei genitori per poi schizzare via (si fa per modo di dire...conoscete le mie capacità atletiche) da Lol.——————————————————————
Ciaooo, questo capitolo è un po' più corto rispetto agli altri, ma spero che vi piaccia. Vi prego commentate!!
Non so se vi sta piacendo e io mi regolo in base ai vostri commenti, quindi scrivetemi cosa ne pensate!! ❤️
STAI LEGGENDO
Quel viaggio in aereo...
Ficção AdolescenteBrin è una ragazza come le altre, o forse no. È una diciassettenne solare, estroversa e simpatica. Decide di partire per l'Italia insieme alla sua migliore amica per passare un'estate indimenticabile, approfittandone anche per stare con i suoi pare...