Bang Bang

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Maria sterzò violentemente, rischiando di andare a finire fuori strada.
Le mani tremavano sul volante.
Gli occhi faticavano a guardare la strada.
La mente non riusciva a rimanere concentrata.
Era la terza macchina con la quale aveva rischiato di fare un incidente nel tratto da casa sua alla stazione.
Mentre guidava, riviveva tutti i momenti della sua adolescenza. Dal primo incontro con Antonio, all'esilio in Italia.
Quando realizzò che i veri paradisi sono i paradisi che si sono perduti, una lacrima rigò il suo volto.
Il passato incombeva su di lei, come un mostro bisognoso di carne fresca. Non l'avrebbe mai abbandonata, anche se era convinta di avere superato certe cose.
Il passato è l'elemento più fragile: sbiadisce sempre. E il più stabile: non cambia mai.
Non rinnegava le sue azioni, perché se non avesse fatto quello che aveva fatto non avrebbe avuto Linda.
Però anche Maria era alla ricerca della rivalsa, anche lei voleva avere il suo riscatto.
Si asciugò la lascrima e parcheggiò.
La donna scese di macchina, facendo sbattere la portiera.
Affilò gli artigli e si preparò a combattere. Gli avrebbe tagliato la gola con lo stesso coltello che lui le mise nella schiena.

"Ciao Maria" Quella voce era fuoco per le sue orecchie. Era il veleno per il quale non esisteva l'antidoto. Vederlo le fece riaffiorare così tante emozioni che neanche io riesco ad elencarle.
La donna lo odiava, lo odiava con tutta sè stessa.
Si può odiare una persona sono se l'abbiamo amata. E lei l'aveva amato così tanto che era pronta ad ucciderlo con le sue stesse mani.
Era pronta a vedere la vita abbandonare il suo corpo viscido.
"Ciao Maria? È tutto quello che riesci a dire? In questi diciassette anni non hai trovato niente di meglio? Eppure ne hai avuto di tempo per pensarci!"
Antonio Hermosa si strinse nella giacca di pelle, sentendosi piccolo piccolo.
Il retro della stazione era deserto, ma lui sapeva benissimo di meritarsi la derisione pubblica.
"Mi dispiace Maria. Ho compreso i miei errori e mi sto impegnando per diventare una persona migliore"
Il coniglio abbassò lo sguardo. Era troppo codardo anche per guardare negli occhi la tigre.
"Come ci hai trovate?" La voce della donna era un ruggito, le parole sgorgavano come lava. Bruciavano la pelle dell'orribile animale che aveva davanti.
Anni di rabbia trovarono il modo di uscire e avevano tanta voglia di polverizzare Antonio Hermosa.
Perché la rabbia è come il fiato, se la trattieni troppo muori soffocato.
"Sai che per me non è difficile rintracciare le persone"
Il coniglio aspettò di vedere spalancate le fauci del felino, contò gli attimi di vita che gli rimanevano.
"Incontrerai Linda" Decretò Maria, arricciando le labbra. Si avvicinò all'uomo, il disprezzo scritto negli occhi.
Lo poteva sentire deglutire, respirare e tremare. La tigre sapeva che la preda aveva paura, assaporava il gusto della sofferenza.
"Seriamente?" Antonio era incredulo, non pensava che la donna accettasse. Tantomeno si era immaginato che avesse acconsentito immediatamente.
"Certo" Ridacchiò amaramente Maria.
"Così lei potrà vedere quanto fai schifo, potrà capire da sola che sei soltanto un codardo. Si renderà conto che è stata fortunata a non averti nella sua vita. Uno come te dovrebbe bruciare all'inferno"
Maria indietreggió, assaporando la vittoria.
Non c'era cosa più bella di vedere la paura negli occhi di un mostro.
Torturarlo era stata la cosa più appagante di sempre, bramava questo momento da anni.
Sentiva l'odore del sangue che sgorgava dalla ferite del coniglio.
Lui pensava di averle rovinato la vita, ma si sbagliava. Maria non avrebbe mai scoperto di avere una forza incontrastabile se lui non l'avesse abbandonata.
Quell'abbandono infatti era stato il regalo migliore che potesse farle.
Non si era mai sentita più donna.
Non si era mai sentita più madre.
E non si era mai sentita più spietata.

Le chiamano mamme ma sono molto di più. Loro sono l'appoggio, il dolce caldo rifugio. Sono donne ma non solo donne, sanno essere uomo e coraggio, forza e determinazione. Hanno sempre quella forza indescrivibile, hanno sorrisi anche dietro alle lacrime. Restano in piedi anche dopo notti insonni. Restano sempre per amore, restano anche dove c'è poco da prendere ma tanto da dare. Perché mamma è sinonimo di guerriera.

"Vieni quando vuoi, tanto sai dove trovarci"

***
Caro diario,
Oggi è venerdì ventiquattro maggio e sono esattamente dodici giorni che Mario è partito.
Non so quando tornerà e se tornerà. Non so dove sia e nemmeno cosa stia facendo. Se ne è andato, cancellando le tracce. L'unica certezza che ho è che sta bene, altrimenti avrei avvertito qualcosa di terribile dentro di me.
Mi manca come l'aria e Genova mi pare vuota senza di lui. In realtà è come se il mondo sfumasse, sparisse, non esistesse, ogni volta che non sei accanto a me.
Caro Mario, ovunque sarai e qualsiasi cosa stia accadendo nella tua vita, tutte le volte che ci sarà la luna piena tu cercala nel cielo.  E mentre la guardi, pensa a me, perché dovunque sarò e qualunque cosa stia accadendo nella mia vita io farò lo stesso.
Tuttavia non posso dirglielo, non posso distruggerlo con queste parole.
Alle persone dobbiamo dare tempo. Alle persone dobbiamo dare spazio. Non dobbiamo supplicare nessuno di restare. Vanno lasciati vagare. Quello che ti spetta spetta sarà sempre tuo.
A me è questo sempre che mi spaventa. Perché mi chiedo, quanto durerà il nostro per sempre?
Io trovo in lui quello che mi manca; lo guardo negli occhi e rende tutto infinitamente più semplice.
La verità è che ho paura. Ho paura per quanto ti voglio, eppure eccomi qui che ti voglio ad ogni costo.  E, se ho paura, significa che ho qualcosa da perdere, giusto? E io non voglio perderti.

Sai che ieri ho preso un caffè con Diego? Quello che si fa chiamare Izi insomma. Mi ha detto che Mario tornerà, più forte di prima tra l'altro. Tedua deve decollare e per farlo ha bisogno di Mowgli. Io però sono egoista e vorrei averlo sempre vicino a me. Egoismo è sinonimo di amore.
Diego mi ha confidato che anche a lui manca tanto, ma abbiamo deciso di non crucciarlo con le nostre sofferenze. Inutile dargli altri problemi, ne ha già abbastanza.
Entrambi lo amiamo e per questo motivo abbiamo scelto lui, mettendo noi in secondo piano.
In un certo senso, io e l'aspirante rapper ci siamo fatti coraggio a vicenda. Portare un fardello in due è meglio che portarlo da soli, giusto?
Mi piace la compagnia di Diego, credo che sia un ragazzo dal quale si può apprendere tanto. Lui è come me: riusciamo a capire il mondo solo in momenti assennati e tranquilli.
È un fragile cervo che però sta diventando forte come una tigre. Lo ammiro, potrei imparare molto da lui.
Pensa che lo scorso anno è scappato di casa e ha vissuto da latitante per mesi. Ha dormito sui tetti e nelle stazioni, è stato molteplici volte in tribinule ed è diventato l'incubo degli assistenti sociali. Eppure non ho mai conosciuto una persona più buona. I principi che ha Diego, fanno invidia all'universo dei quartieri alti.
Non vedo l'ora che il mondo lo conosca, tutti devono sapere la sua storia!
Tra l'altro, mi sento molto vicina a lui. Perché entrambi abbiamo un mucchio di niente, ma niente vale un mucchio per noi.

Ti voglio bene,
La tua Linda.

P. S Non so se questa pagina di diario sia rivolta a te oppure a Mario, o ad entrambi.

La ragazza chiuse il diario e lo lanciò alle spalle, questo atterrò sulla terra fresca.
Linda tornò nuovamente a lavorare sul cartellone che credeva potesse aiutarla ad arrivare a La Serpe.
L'erba le aveva macchiato i vestiti, ma non le importava. Era bello stare seduti su un prato bagnato, la faceva sentire parte della natura stessa.
Rivolse uno sguardo verso l'alto e non si stupì di non vedere il sole che penetrava tra i rami dei pini. A dire il vero, per lei il sole non splendeva da dodici giorni.

Prese un po' di ossigeno e chiuse gli occhi, ricercando la pace interiore.
Quando credette che i suoi chakra fossero abbastanza in equilibrio, cominciò a lavorare.

Accanto ai luoghi che già conosceva, inserì la foto del Mako. Cerchiò di rosso il locale, aveva la certezza che quello fosse interamente controllato da Andrea Montagnani.
Si era procurata le foto di Pietro Bonifacio e di Agnese Sforzi. Quando vide l'immagine di lei non si stupì, sospettava che la ragazza del bar in spiaggia fosse proprio la spietata vipera.
Sentiva che presto avrebbe scoperto qualcosa di devastante, qualcosa che avrebbe rivoluzionato la sua vita. Mancava solo un pezzo del puzzle.

Niente ha il potere di allargare tanto la mente quanto l'investigazione sistematica dei fatti che si possono osservare.

Spazio Autrice :Buongiorno, cosa ne pensate?
Vi volevo avvertire che fra non molto, la storia avrà una svolta radicale e che, piano piano, ci avvicineremo al presente. Ho previsto veramente tanti capitoli, forse troppi e non ho assolutamente intenzione di interrompere improvvisamente la storia. Quindi tranquilli, visto che l'ho iniziata la finirò sicuramente, rispettando i tempi.
Grazie per tutto♥️

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