chapter 22

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Pov Carmen

Vedo finalmente uscire da quella stanza dei medici che trasportano Lauren su di una barella e si dirigono diritti verso una stanza, quella che per un po' sarà la sua dimora. Mi dicono che torneranno più tardi per controllare Lauren e mi lasciano sola con lei. Mi siedo sulla sedia che si trova accanto al lettino. Osservo Lauren. Sembra stare in un sonno profondo. Afferro la sua mano e la stringo tra le mie dita. Passo circa un'ora e mezza lì, immobile, stringendo forte quella mano.
Mi aggrappo ad ogni speranza, o forse stringo Lauren per paura che possa andare via da me, da questo mondo. Mi sento già sola, oltre che maledettamente triste.
Sono immersa nei pensieri quando ad un tratto entra un uomo in divisa dalla porta. È un carabiniere. "Salve. Mi scusi, Carmen. Mi spiace ma dovrebbe seguirmi un attimo fuori per parlare. La aspetto fuori"- afferma uscendo dalla porta. Mollo la presa della mano e raggiungo l'uomo, che comincia a parlare: "Innanzitutto volevo dirle che sono estremamente dispiaciuto per ciò che è successo alla sua compagna. Spero davvero che possa rimettersi. Volevo inoltre informarla che abbiamo già grandi novità: l'aggressore è stato acciuffato in un tempo record. Vi era una telecamera puntata sul luogo dell'avvenuto che ha ripreso tutto e il viso dell'uomo si vedeva chiaramente". Non pensavo potessero trovarlo in così poco tempo. Qualche ora. È incredibile. "Di chi si tratta?"-domando bramosa di sapere il nome di colui che ha fatto del male a Lauren. L'uomo fa un sospiro: "Si tratta proprio di uno zio della signorina Celentano. Ha subito confessato senza bisogno di alcuna pressione e... ha affermato che la causa di questa follia è l'amore nato tra sua nipote e Lei".
Mi tornano immediatamente in mente le cicatrici sulla schiena di Lauren e mi sento dare un pugno nello stomaco. È in qualche modo colpa mia; mi sento responsabile dell'accaduto. "Mi spiace, signorina Ferreri. Sappia che giustizia sarà fatta; adesso si occupi della sua compagna e speriamo che tutto possa risolversi al meglio. Le auguro buona fortuna"-si congeda e va via.
Passo il resto delle ore in camera accanto a Lauren senza mai abbandonarla un attimo e in queste ore ho fatto anche conoscenza con un'infermiera che si rivela essere molto gentile e comprensiva. "Carmen, è tutto il giorno che sei lì ferma da sola a far nulla. Sono le 22 e non hai intenzione di andar via. Perché non vai un po' a casa? Fai una doccia, mangi qualcosa, dormi un po' e domani mattina torni"- mi consiglia. "Ma Lauren... non posso lasciarla sola, non voglio"- rispondo. "Ascolta il mio consiglio. Se cominci così non ne uscirai viva. Le darò un'occhiata io, puoi contarci. Ma adesso hai bisogno di riposo"- ribatte, convincendomi.
Guardo un'ultima volta Lauren e le do un bacino a stampo. "Sii forte, torno presto"- sussurro. Saluto l'infermiera ringraziandola e vado via. 

Cammino per le strade affollate di Roma ma è proprio lì tra la folla che mi sento sola. Senza Lauren sono e sarò sempre sola e non oso immaginare a... no, non voglio pensarci. Deve farcela. Ce la farà.

Non mi capacito di tutto quello che sta succedendo; sono distrutta a livello psicologico. Credo di poter avere una crisi di nervi da un momento all'altro.
Lauren è in condizioni pessime e non so cosa potrebbe succedere in futuro. Ed è anche colpa mia.
Il mio problema è che non sono mai stata brava a gestire i sentimenti, le emozioni, le situazioni. E tutta questa faccenda mi sta inglobando in un grosso buco nero. Questo inferno mi ha battuta da solamente una giornata e già sono al limite. Vedere Lauren in quelle condizioni mi ha tolto vita.
Continuo a trascinare i miei piedi tra le strade della città con la testa sempre a Lauren. Ad un certo punto si avvicina un uomo e sussura:"Hey amica. La vuoi dell'ero? Eh?". Un pusher. "Non ci rompere"- rispondo continuando a camminare lentamente verso casa.
Continuo a pensare a Lauren e non riesco a togliermi dalla testa il pensiero di poterla perdere...per sempre.
Sento un groviglio allo stomaco e alla gola. Mi sta scivolando tutto via dalle mani: sto perdendo la mia vita, forse anche Lauren...
Tutto ad un tratto semplicemente non penso più a niente e la mia testa comanda il mio corpo. Le mie gambe cambiano traiettoria e  cominciano a muoversi nuovamente verso l'uomo di prima... e in questo istante non mi rendo conto di aver perso anche me stessa.
"Hai cambiato idea vedo"-dice. Rimango in silenzio e lui mi guarda. "È la prima volta, vero?"- domanda. Continuo ad annegare nel silenzio. "Dai seguimi, ti aiuto io"- così lo seguo senza interrompere il silenzio e ben presto ci troviamo in un vicolo cieco, al buio e con nessuno attorno. Gli do il denaro, poi ecco che esce fuori circa 20mg di polverina bianca. Comincia a riscaldare un cucchiaio con un accendino mentre la roba si scioglie nel liquido caldo. Guardo tutto ciò con la testa completamente vuota.
"Voi giovani anime perse mi fate così pena che non riesco a non aiutarvi"- afferma l'uomo. "Dammi il braccio"- ordina. Sfrega con una mano il mio braccio; poi affonda la siringa in una mia vena e
il mio sangue diventa la dimora dell'inferno.
Mi sento subito assalire da una strana sensazione. Mi sembra di essere sospesa al di fuori del mio corpo e di vedere tutto. Mi sento in qualche modo più leggera... ma più persa. Persa in un mare di lava bollente. Persa in me stessa e nel mondo.
Persa.
Sento allentarmi le gambe, non sento quasi più i muscoli e mi lascio cadere di peso, ritrovandomi seduta sull'asfalto con la schiena al muro.
"Buona fortuna"- sento a malapena dire, e intravedo l'uomo andare via.
Rimango lì per terra e in quel luogo passo tutta la notte, totalmente collassata. Rimango un'intera notte a fissare il vuoto,
quello stesso vuoto che fa ormai parte di me,
non rendendomi conto di aver appena fatto la cazzata più grande della mia vita. Non riesco a pensare a nulla. L'unico discorso di senso compiuto che riesco a formulare nella mia mente è questo:

"Sono un disastro, Lauren. Ed io una vita senza di te non la voglio immaginare".

Volevo solamente che la vita potesse trascinarmi via dalla paura e portarmi a vivere una vita piena d'amore, con Lauren. Ma la vita non trascina niente e nessuno; la verità è che sono io a trascinarmi dentro questo inferno mentre sto solamente sfruttando il presente per sfuggire al futuro, se mai ce ne sarà uno.

Ho mandato tutto a puttane e me ne rendo conto solamente dopo aver varcato la soglia della devastazione più totale.
Ma nonostante questa dannazione continuo ad amarti più dell'aria, Lauren.

«My angel»,Laurmen.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora