capitolo 2

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Appena entro in casa noto che la luce del salotto è accesa, mi avvicino al portico e vedo mio padre seduto sulla poltrona, circondato da bottiglie di birra vuote e una bottiglia di Vodka in mano anch’essa quasi vuota –fa che non si accorga di me..- penso mentre mi dirigo alle scale per raggiungere la mia camera.

-dove pensi di andare troietta?- quella voce…vorrei non doverla sentire più, soprattutto quando è ubriaco –non saluti il tuo papà!?- mi chiede mentre si avvicina a me con una scintilla di crudeltà negli occhi che mi mette i brividi.

Non sapendo come reagine faccio finta che tutti i momenti di violenza su di me non siano mai esistiti e dico –Oh papà! Non ti avevo proprio visto- e metto su un sorriso falsissimo.

Nemmeno mi risponde che inizia ad avvicinarsi di più a me e noto le vene del collo e sulle tempie, più gonfie.

–per colpa tua, tua madre mi ha lasciato! Mi chiedo cosa ho fatto di male per meritarmi una figlia come te! Ma infondo lei ha abbandonato anche te!- mi sussurra all’orecchio, e senza nemmeno rendermene conto mi ritrovo a terra, sento la guancia bruciare questo vuol dire che mi ha tirato uno schiaffo, più che dolore fisico provo un dolore all’altezza del cuore e questo fa scendere una lacrima ribelle dai miei occhi. Non l’ho mai considerata una madre, non è mai stata presente, ma sentirsi dire che la propria madre non vuole avere niente a che fare con te è un duro colpo nonostante tutto.

Mi faccio coraggio e alzo lo sguardo, ovviamente i suoi occhi sono freddi e pieni di odio. L’unica domanda che mi gira nella testa in questo momento è: perché tutte le disgrazie di questa famiglia sono colpa mia? Sono così sbagliata?

Provo a dire qualcosa, ma le parole mi muoiono in gola quando ricevo un calcio nello stomaco seguito da un altro, e un altro ancora, finché non sento la vista appannarsi, ormai non sono più in grado di trattenere le lacrime e inizio a singhiozzare.

-non dici niente, eh!- si avvicina a me e mi prende per capelli sollevandomi da terra –io esco! Torno tardi, ma quando torno non voglio vederti qui fino a domani, troia!- per poi andare via e lasciarmi li a terra dolorante.

Resto stesa sulla moquette per più di 10 minuti, non ho nemmeno le forze di sollevarmi, le lacrime continuano a scendere. Non so come è arrivata a queste condizioni la mia vita, quando ero piccola tutto era più bello, anche se tutta la mia infanzia la ricordo come un sogno, è strano ma è come se un pezzo della mia vita è saltato via e questo mi manda ancora più in confusione.

Quando sono sicura di aver recuperato le forze mi sollevo sulle braccia e mi metto in piedi per poi dirigermi zoppicante in cucina dove recupero del ghiaccio e lo metto sul mio bacino. Mi butto sul divano e resto li finché il ghiaccio non diventa acqua. Riporto lo strofinaccio bagnato in cucina e vado a prendere il mio telefono.

Sono le 7 e ho paura che mio padre possa tornare da un momento all’altro, quindi decido di mandare un messaggio a Claire, dovrò pur passare la notte da qualche parte.

A: Scema <3

Ehi Cla, sto malissimo…posso venire a dormire da te? K. Xx

La risposta non tarda ad arrivare e come avevo immaginato, è positiva.

Da: Scema <3

Certo, lo sai che ci sono sempre per te! Da me tra..10 minuti? Chiamo Serena e gli altri? C. xx

A: Scema <3

Certo! Almeno mi distraggo un po’! k. xx

Da: Scema <3

Ahahah! Ovvio ma se tu e Jake scopate, siete pregati di non fare rumore! C. xx

A: Scema <3

Ahahah! Don’t worry, a dopo! K. Xx

Quella ragazza sa sempre come tirarmi su il morale! Per questo la amo.

Prendo il mio pigiama, le robbe per l’indomani e il carica batterie del mio telefono. I libri come sempre sono nell’armadietto a scuola.

Esco di casa e mi dirigo a casa di Claire, per fortuna abita a 5 minuti di strada.

Arrivo e vedo che sono la solita ritardataria, ovviamente sono arrivati tutti prima di me!

Saluto uno per uno con un bacio sulla guancia, Jake con un bacio a stampo e Claire con un forte abbraccio –dopo mi racconti tutto!- mi sussurra all’orecchio prima di staccarsi per andare a recuperare i pop-corn.

Prendo la rincorsa e mi butto su Serena che è seduta sul divano con il telecomando in mano pronta a mettere play –ahio!- grida ridendo.

Le lascio un bacio sulla guancia per scusarmi di averle fatto male –che si vede?- chiedo.

Jake mi guarda malizioso e poi inizia a ridere –ci stiamo vedendo Ted!- dice

-e te pareva! Pensi solo a una cosa tu!- dico per poi scatenare una risata generale.

Il resto della serata passa tra risate, lanci di pop-corn e abbuffate di cioccolata. Verso le 11 vanno tutti via e io e Claire diamo la buonanotte ai suoi genitori e andiamo a letto.

-mi vuoi dire cos’è successo?- mi chiede

Io la guardo per un po’ e poi annuisco –come sempre mio padre mi ha picchiata- alzo la maglietta e le faccio vedere il livido sul fianco e lei sgrana gli occhi –e mia madre è andata via, per sempre, ha detto che non vuole avere niente a che fare nemmeno con me- Claire si butta su di me e mi stringe forte, sa che l’unica cosa che mi aiuta in questi casi è un abbraccio, una lacrima mi riga il volto ma la asciugo subito, non voglio rendermi debole più di quanto già sono.

Restiamo abbracciate finché non ci addormentiamo. Almeno so che la mia migliore amica ci sarà sempre.

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