Io giorni continuarono a passare, ed a quanto pareva io e Kirishima ci eravamo avvicinati molto.
Passavamo un sacco di tempo insieme, la maggior parte delle volte stavamo in camera mia a giocare o guardare film. Eravamo sempre seduti vicino e, cosa sorprendente anche per me, sapevamo perfettamente cosa stessimo facendo quando non eravamo vicini.Non sapevo perché mi importasse, ma sentire di avere qualcuno che mi sostenesse e mi fosse vicini, mi faceva sentire in un certo modo, leggero.
Kirishima poi era particolare, riusciva ad essere la persona più festaiola e casinista del mondo, però con me, si moderava, riusciva ad essere seria quando doveva, oppure silenzioso. Capitava spesso che ci ritrovassimo in momenti in cui, seduti spalla a spalla, la camera fosse immersa nel più totale silenzio.
Non era pesante, o forzato, era rilassante, semplice, pieno di significato.Capitava altrettanto spesso che ci fossero momenti velati dall'imbarazzo, le nostre dita si sfioravano, gli sguardi si incrociavano, e piccoli sorrisi apparivano sul mio volto.
Sorrisi velati, impercettibili, nascosti dall'orgoglio.
Kirishima mi faceva stare bene e di questo ne ero più che consapevole,ma non volevo accettarlo.Diavolo ero sempre io, e non potevo accettare l'idea che mi servisse un'altra persone, all'infuori di me, per farmi stare bene.
Succedeva infatti che mi allontanassi bruscamente, le mie occhiate diventassero storte e piene di disprezzo.
In qui momenti vedevo il viso del rosso rabbuiarsi, perdere la luce che aveva negli occhi, come se un qualcosa lo avesse deluso, come se io lo avessi deluso, e quetso era più che sufficiente per ammazzarmi.Un sabato sera Kirishima si autoinvitò a guardare un film in camera mia, per poi passare tutta la notte da svegli.
L'idea non mi entusiasmava, ma quando quel porcospino bussò alla mia porta con in mano il cuscino e quel suo dannato sorriso, acconsentì a tutto con un grugnito.Ci sedemmo sul mio letto e guardammo un anime insime, l'atmosfera era calma.
Io ed il rosso eravamo vicinissimi, le nostre ginocchia si toccavano, ogni tanto, con la coda dell'occhio osservavo il ragazzo accanto a me.
Era sereno e stranamente silenzioso.Fu allora che avvenne.
Kirishima poggiò la sua testa sulla mia spalla.
Ero paralizzato. Non sapevo cosa fare, come comportarmi.
Avrei potuto spostarlo o urlargli contro, ma non lo feci, anzi, spostai di poco la testa per far sì che sul collo si creasse più spazio.Capelli di merda a quel gesto alzò istintivamente il capo cercando di guardarmi dritto negli occhi. Istintivamente sposati il mio sguardo altrove, coprendomi la bocca ed il naso con la mano, palesemente imbarazzato.
Kirishima ridacchiò, tornando poi alla posizione di prima.Gli episodi scorrevano veloce, l'ambiente caldo che si era creato cominciarono a crearmi sonnolenza. Chiusi gli occhi, la testa cominciò a pesare ed alla fine la abbandonai un un qualcosa.
Apri gli occhi, sembrava passata un'eternità, il mio capo era poggiato su un qualcosa che la mia mente non aveva ancora identificato.
Apri piano gli occhi, con la mano palpi la superficie su cui il mio viso era poggiato.
Mi alzai di scatto, d'ala posizione supina in cui mi trovavo, con tutto i busto.Avevo dormito sulle gambe di Kirishima.
Il mio viso si incendiò, e senza pensarci, urlai cominciando a strattonare il rosso, che evidentemente stava dormendo.
" ESCI DA CAMERA MIA ORA! " Continuai a strattonarlo, troppo sconvolto per pensare.
Mi fermai quando il petardo non mi rispose. Mi fermai ad osservarlo, ancora con le mani sulle sue spalle.
Anche se l'oscurità intralciava la vista riuscì ad intravedere il viso sconvolto ed imbarazzato, il viso di chi sapeva cosa fosse successo.
Quella piccola merda era rimasto sveglio." Tu lurido..." Stavo per prenderlo a botte.
" Bakugou mi dispiace! É che stavo dormendo e so che non ti piace quando qualcuno ti sveglia! " Kirishima temeva per la sua vita, lo sapevo, ma effettivamente non aveva tutti i torti, tutto sommato quella fu l'oretta in cui mi fece la miglior dormita, serena e senza pensieri, e se qualcuno avesse osato svegliarlo lo avrebbe massacrato.
Sbuffai, ormai il sonno era completamente svanito.
Ci sedemmo uno difronte l'altro sul mio letto, parlammo tutta la notte.
Cominciammo con con argomenti normali, poi iniziammo a parlare di cose più personali, come del nostro periodo delle medie, progetti futuri. Riuscì sorprendentemente ad aprirmi con lui, parlargli senza urlare, senza avere paura di sembrare forte, ero semplicemente me stesso." Bakugou, ma tu hai mai baciato una persona? "
Forse eravamo scesi un po' troppo nel personale.
Salve.
Come va la vita? Spero bene!
Questo è il nuovo capitolo, e sinceramente non so cosa ne sia venuto fuori, spero qualcosa di carino.
Ad ogni modo, spero sia di vostro gradimento!
Fatemi sapere che ne pensate.
Choppy :3
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Don't Panic
FanfictionA Kastuki Bakugou non è mai piaciuto sentirsi debole, aver bisogno di aiuto, o affezionarsi a qualcuno. Non gli importava farsi amare, dalla bocca delle persone dovevano uscire solo elogi. Ma le cose cambiarono, grazie a quel maledetto liceo ed un r...