Calma

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Erano ormai passate molte settimane da quando avevo chiesto a Kirishima di aiutarmi. Passavamo sempre molto più tempo insieme, cercava di farmi socializzare con le persone della classe,  fallendo,  molte volte,  colpa mia, gli altri anzi erano diversi dei miei compagni delle medie, non avevano paura di scherzare con me,  e sopratutto su di me.

Capitava spesso che gomiti strani e Pikachu mi prendessero in giro, ed ovviamente finivano bruciati, ma continuavano, gli faceva ridere il modo in cui mi scaldato subito, cosa che non avevo mai visto fare al rosso,  invece. Quel ragazzo era stato capace di diventare un ottimo amico di tutti, tutti lo conoscevano, e gli volevano bene,  ma io sapevo cose di Kirishima che gli altri non sapevano, questa cosa mi faceva sentire, come dire,  speciale.

Sapevo che al rosso piaceva dipingere ascoltando musica jazz, molto mascolino eh?
Bhe io non ero da meno, in quei momenti mi stendevo sul suo letto, facendo finta di leggere,  e lo osservavo lavorare per ore intere.

Amavo osservarlo, aveva un potere calmante, riuscivo a notare ogni piccolo dettaglio di lui,  dal modo in cui si leccava e mordeva le labbra mentre pensava davanti la tela, allo strano gesto di toccarsi il naso quando c'era qualcosa che non lo convinceva, finendo inevitabile per sporcarlo con i colori ad olio, per non parlare di come riduceva i suoi vestiti.

Sembravo una ragazzina innamorata, sapevo perfino quale fosse la sua corrente artistica preferita, "L'impressionismo" . Lui era fissato con quel fottuto Monet.

Quella era una di quelle giornate in cui guardavo Kirishima sporcarsi le mani. I capelli erano tenuti su dalla bandana, il viso e la canotta bianca ormai erano ricoperte di verde, stava dipingendo ormai da ore.

" Oi Bakugou." Mi disse senza distogliere gli occhi dal pennello.

Risposi con un mugugno.

" Quel giorno,  perché mi hai chiesto di aiutarti? " Rimasi in silenzio.

Non sapevo davvero cosa dire, sapevo che la domanda del petardo era intesa come "perché hai lasciato cadere il tuo orgoglio con me? ", non potevo rispondergli, perché non sapevo la risposta. Poi una scintilla mi spuntó nella mente e la mia bocca sputò fuori,  velocemente,  parole a me non chiare.

" Perché mi fido di te. " I nostri occhi, nel mentre,  si erano incontrati.

Ero imbarazzato da me stesso, stavo diventando troppo dolce con capelli di merda, ma le mie parole erano scindere,  io mi fidavo di lui,  tanto da fargli vedere le mie debolezze.

Kirishima aveva uno sguardo sbalordito, e lasciò cadere il pennello a terra,  sorrise lievemente, e si avvicinò a me con il quadro finito.

" Questo l'ho dipinto per te. " Si sedette accanto a me, sul letto, e mi porse la tela.

C'era dipinto un ponte , si ergeva su un fiume, sul quale giacevano delle ninfee. Era semplice, con pochi colori, ma bellissimo, era rilassante.

" Ti piace? " Mossi la testa in senso di approvazione, lui sorrise genuinamente.

" Ogni volta che ti senti nervoso guarda questo quadro, sono sicuro ti calmerà. " Lo guardai.

Mi alzai piano dal letto, mi diressi verso la porta, aprendola, e sgusciando in camera mia, trovai un posto dove appendere il quadro.
Kirishima mi aveva seguito, ed il suo sorriso non faceva che aumentare.

Monet non era l'unico capace di calmarmi.

Ma salve!
Questo è un capitolo rilassante.
So che non succede nulla,  ma spero sia comunque di vostro gradimento.
E scusatemi ancora se aggiorno così poco spesso!
Fatemi sapere che ne pensate.
Choppy :3

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