Capitolo 6

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La prima visita

Entrai nel negozio e Clo era già dentro , nel frattempo che arrivassi stava sistemando la merce nuova - giorno mammina- mi salutò calorosamente per poi abbracciarmi e posarmi la mano sulla pancia –spero che hai mangiato perché questo bimbo ha bisogno se no, non crescerà- - si ho mangiato, però mi hai ricordato una cosa- - cosa?- chiese curiosa sgranando gli occhi –devo prenotare la prima visita - - che bello, per la prima volta vedrai  il tuo bimbo o bimba- iniziò a saltellare su se stessa  - non sai che ansia che ho- ammisi  passandomi la mano fra i capelli – dai sarà bellissimo – sostenne per poi prendermi la mano e stringerla  in segno di conforto –non so - dissi confusa –se hai bisogno ci sono un po’ di zii a tua disposizione - - lo terrò sempre a mente- mi abbracciò un’altra volta. Avevo paura su come potesse andare la mia vita dopo la nascita del bambino. Stavolta  come sarebbe andata la mia vita? – dai su , ora apriamo questo negozio, i vestiti non si venderanno da soli- dissi sorridente per sdrammatizzare  un po’ – si hai ragione - disse per poi andare a girare il cartello con la scritta aperto.

Finito il turno e mangiato avevo invitato Cloe a passare il pomeriggio con me  Alex mi aveva lasciato le chiavi di riserva nella buca delle lettere, diedi una sistemata veloce all’appartamento, poi sentii il suono del campanello , andai ad aprire e mi trovai davanti una Cloe spumeggiante – dai su non mi fai entrare ?- chiese ironica –no!- risposi scherzando – dai smettila scema-mi spinse indietro ed entrò- è stupendo- ammise rimanendo meravigliata dal paesaggio- lo so- - che si fa?- chiese curiosa - intanto devo chiamare per la visita- ammisi un po’ triste – dai su- m’incitò. Andammo in cucina e la feci accomodare  mentre io cercavo il biglietto che mi aveva lasciato Alex. Composi il numero, dovevo premere  quel tasto verde  ma la paura non mi lasciva mai da sola.- faccio io- disse  vedendomi tentennare di fronte al telefono, me lo sfilò dalle mani , lo prese e schiacciò su quel tasto verde poi lo portò all’orecchio – pronto, buon pomeriggio- disse spigliatamente  - volevo prenotare una visita ginecologica – aveva fatto quello che dovevo fare io , ma non ne avevo avuto il coraggio- Beatriçe James- disse al telefono  - ok , grazie- disse per poi mettere giù. Il cuore batteva a mille perché  aveva  voglia di sapere ma allo stesso tempo preferiva di no – allora vuoi sapere? – chiese lei mettendosi di fronte a me – si?- domandai tremolante –mi chiedi pure ! allora domani alle dieci  all’ospedale  - non risposi mi limitai ad abbassare lo sguardo e a perdermi nei miei pensieri, Clo fece un finto colpo di tosse per  richiamare la mia attenzione – cosa c’è ?- mi chiese apprensivamente – niente – risposi  sistemandomi meglio sulla sedia – i tuoi occhi mentono- - ho paura- ammisi schietta, schietta, non pensando a quello che stavo per dire- e se infondo  lui aveva ragione , forse devo abortire perché non saprò crescerlo- - smettila , non dire così saprai crescerlo, sarai una brava mamma  e se ti serve aiuto ci sono io- - ma io ho bisogno di lui- il vaso di pandora  si era scoperchiato facendo uscire  quello che non doveva conoscere nessuno- forse sono stata egoista , dovevo rimanere con lui- -chi è questo lui?- chiese curiosa – lui è Paul , il mio amore , l’unica persona che ho amato con tutta me stessa . L'unica persona che ha saputo amarmi , che ha saputo tirare  fuori la vera me, lui è unico, ma io l’ho lasciato. Però sono certa che sarà sempre  UNICO per me-mi sfogai, le lacrime  minacciavano di scendere ma io le cacciai indietro – perché l’hai lasciato?- chiese guardando ogni mia reazione  - avevo un ritardo di dieci giorni, così l’altro giorno ho fatto un test ed il risultato è stato positivo, quando è tornato gli ho dato la notizia che sarebbe diventato papà  e l’unica cosa che mi ha detto e che dovevo abortire perché lui non lo avrebbe accettato  così l’ho lasciato  e sono venuta qui, lontana dal mio passato- mi alzai e mi andai a sedere sul divano e mi misi comoda; Clo mi seguì come un cagnolino e si accomodò anche lei sul divano –mi dispiace- fu l’unica cosa che riuscì a dire. Dopo un po’ di silenzio iniziò a parlare – tu devi far nascere questo bambino. È il tuo bambino e fino a prova contraria non puoi ucciderlo. Paul ormai non c’è più , devi lasciarlo alle tue spalle e trovarti un nuovo ragazzo. Sicuramente non era quello giusto per te – affermò guardandomi negli occhi –non so…io sono più che convinta che Paul sia l’uomo giusto per me  e sarà difficile scordarlo-  -ti prometto che  te lo  farò dimenticare – disse fiera e sicura di se , io borbottai qualcosa d’insensato – dai mammina facciamo merenda e poi andiamo a mare-  -non se ne parla nemmeno- risposi categoricamente – allora visto che non vuoi andare a mare andiamo a fare shopping - -preferisco andare a mare- risposi scocciata – ok, che mare sia- rispose felice , poi aggiunse , -che ti porto da mangiare ?- - non voglio niente - - nono, finche sei con me dovrai mangiare . Ricorda ti terrò sotto controllo ventiquattro ore su ventiquattro – va bene- dissi alzando le mani in segno di resa  - c’è tutto- dissi  - quindi cosa preparo?- mi chiese dolcemente - -hai carta bianca- - bene – disse lei  sfregandosi le mani e guardandomi maliziosa , andò in cucina e iniziò a tirare fuori cose dal frigo, mentre io la guardavo attentamente – cloe- la chiamai con voce delicata- che c’è?- chiese lei senza smettere di cucinare – devo andarmi a comprare un costume - - non preoccuparti-poi  si girò e mi fece un sorriso malizioso, si rigirò e continuò a preparare  la merenda. Dopo aver finito di preparare la sua opera  si girò e posò sul tavolo due piatti composti da una golosa e colorato  macedonia accompagnata da del gelato. –sembra squisito- dissi contemplando il piatto – assaggia e fammi sapere – disse  con gli occhi che le brillavano- presi la forchetta e la infilai nel gelato e poi nella macedonia- fantastica – risposi, lei fece un sospiro di  sollievo si sedette e iniziò a mangiare anche lei.

My dependence..youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora