Capitolo 17(parte 1)

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Paul mi fece cenno con il capo e io come un cagnolino ubbidiente lo seguii.

Aprì la porta e mi fece entrare per prima nella stanza da letto, del jet privato ,che sembrava una di quelle camere di un albergo di lusso.

Tutto era curato nei minimi dettagli,tutto era sfarzoso ed elegante senza sembrare troppo pacchiano e noiso.

I sorrisi gioiosi che fin a pochi attimi prima illuminava i nostri visi , stavano scemando per poi scomparire del tutto  fino a quando vidi Paul che  con dei movimenti del polso molto veloci e inaspettati, girò la chiave nella toppa.

Un fremito mi percosse.

Avevo paura.

Avevo paura che tutto questo fosse solo uno stupido sogno.

Solo finzione.

Spaesata guardai la sua faccia, ma non trovai nessun punto di riferimento.

Il suo volto era freddo, i suoi occhi cupi.

Il mio corpo iniziò a tremare.

Man mano che si avvicinava ,spaventata, indietreggiai finché  non trovai  il bracciolo del divanetto, scivolai di sopra sedendomi e feci dei grandi respiri come se l'aria stesse finendo.

Lui puntò i suoi occhi , fologoranti, contro i  miei, inconsciamente abbassai lo sguardo.

<< Beatriçe, parlami>>mi ordinò con voce fredda e distaccata,non risposi, continuai a respirare affannosamente anche se nella mia mente m'imponevo di contare fino a dieci, ma non ci riuscivo, non riuscivo a capire il perché di tutto questo.

<< Beatriçe , per favore>>cercò di essere più dolce, ma ottenne in cambio solo un altro silenzio.

Si avvicinò e cercò di sollevarmi il mento con due dita, ma ottenne solo resistenza.

<<cazzo Beatriçe! PARLAMI >> si allontanò e tirò  un calcio potente, al piccolo tavolinetto di legno, che fu catapultato dall'altra parte della stanza .

Un singhiozzo strozzato mi uscii inconsapevolmente, mi raggomitolai abbracciando le ginocchia e vi ci affondai il viso bloccando quella lacrima solitaria che aveva deciso di uscire.

<<volevi rimanere qui, vero?

Lo so bene , non c'era bisogno che tu partissi con me. Era tutta finzione!>>Sbraitò  calciando e tirando  pugni a ogni cosa.

<<ti credevo vera, invece sei stata subdola>> non risposi , avevo paura.

Non riuscivo a controllarmi, sembrava che il mio corpo e il mio cervello facessero tutto l'opposto di quello che cercavo di fare.

<<sei una troia, non è così?- Te la sei spassata con il mio amico Alex,chissà, magari..questo figlio non è mio>>urlò

Questo era troppo, mi stava accusando di non averlo amato, mi stava accusando di essere una troia, di aver mentito su nostro figlio; questo non era il Paul che conoscevo, era una persona apparentemente uguale, ma sostanzialmente diversa.

Gli occhi si riempirono di lacrime  che uscivano  fuori  insieme a dei singhiozzi strozzati.

<<mi vuoi fare impietosire così?- non ci stai riuscendo >> si avvicinò e afferrò il tessuto della mia maglietta iniziando a tirarmi verso di lui.

<<lasciami>> singhiozzai, cercando di non incrociare il suo sguardo , ma lui mi costringeva  tirandomi e stringendo sempre di più la presa .

<<guardami troia>>

<<NO>> presi coraggio , cercando di reprime  i singhiozzi

<<GUARDAMI>> urlò fortissimo tanto che i timpani sembrarono spaccarsi.

<<hai finto per tutto questo tempo ...>>..

#spazioautrice

Che succederà?

Il capitolo diciassette l'ho scritto tutto e preparatevi al grosso colpo di scena.

Se state pensando a quello ,pensate male.

È una cosa del tutto inaspettata.

Spero che il primo pezzettino vi sia piaciuto anche se con un immenso ritardo.

Quando avrò tempo trascriverò il pezzo restante..

Baciii e un immenso grazie per il sostegno ♥

My dependence..youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora