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Chiusa in questa casa, ti sembra di essere in una panic room, rinchiusa nelle tue paure, inseguita dai tuoi incubi, che ti cercano mentre mille scenari orribili ti passano per la testa. 

Ormai seguire la televisione ti da solo fastidio: devianti, devianti e devianti, si parla solo di questo ed è l'ultima cosa che vorresti sentire perché ti ricordano solo una cosa. 

Ti ricordano l'unica persona che stai cercando di tenere lontano dalla tua mente così fragile e ingenua: Connor. 

Tu che avevi scommesso qualsiasi cosa che non saresti mai riuscita ad amare una macchina come gli androidi, alla fine sei cascata nella tua stessa rete. 

Ti maledici, cerchi di scacciare la sua voce, la sua figura che passa quasi ogni volta nella tua mente, ogni giorno, ricordandoti che lui è lì fuori, chissà in quali condizioni, a combattere per la sua causa, che inevitabilmente include anche te. 

Cerchi di negarlo anche a te stessa, ma ormai è inevitabile: lo ami, come lui ama te incondizionatamente.

Ma ti vengono in mente mille domande: se non dovessi essere abbastanza per lui, se potrebbe annoiarsi al tuo fianco, se trovasse un androide con cui passare il resto della sua immortale vita, perché affrontiamo la verità prima o poi arriverà anche il tuo momento. 

Mentre lui potrà sostituire le sue parti, noi umani abbiamo solo una vita. 

Tutto ciò a cui pensi viene spazzato via da un forte rumore. 

Di colpo ti alzi dal divano e guardi dietro di te: la porta spalancata, rivela la figura di Connor che con qualche sprazzo di neve qua e là, fa qualche passo per chiudersi la porta alle spalle, mentre tu osservi la sua figura, sporca di sangue blu e qualche squarcio superficiale della pelle sulle braccia.

Di colpo ti alzi dal divano e guardi dietro di te: la porta spalancata, rivela la figura di Connor che con qualche sprazzo di neve qua e là, fa qualche passo per chiudersi la porta alle spalle, mentre tu osservi la sua figura, sporca di sangue blu...

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-Abbiamo vinto- sentire la sua voce dopo tanto tempo, ti fa venire i brividi, anche se in casa si sta molto più caldi che all'esterno. Scuoti leggermente la testa a destra e sinistra.

-Ti avevo detto di non ritornare...- sussurri, mentre ti manca il respiro, ritornando a guardare i suoi occhi nocciola, che ti mancavano tanto.

-Non sarei dovuto tornare se mi fosse successo qualcosa, il che non è il caso- disse indicandosi, mentre scossi la testa.

-Sei ferito, Connor- sentire uscire il suo nome dalle tue labbra, ti fa ricordare la vostra ultima litigata e l'ultima volta che avevi pronunciato il suo nome, rabbiosa.

-Nulla di così irreparabile- risponde, con una piccola alzata di spalle. 

Senza che dici altro, scavalchi il divano e corri verso di lui, abbracciandolo forte, sentendolo ricambiare la presa.

-Mi sei mancato- sussurri, nascondendoti avidamente nel suo incavo, sentendolo stringerti più forte.

-Mi sei mancata anche tu, Karen- risponde contro i tuoi capelli. Ti stacchi da lui e con un cenno del capo lo inviti a seguirlo in camera.

CONNOR - THIS FUCKING DEVIANTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora