Un grissino e una montagna

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A questo punto Thor si imbronciò, pensando a quanto fosse assurdo che un adulto si fosse fatto corrompere da un pupazzo.
< Che tipo di pupazzi? >
< Possono essere pupazzi di animali. > Loki non si mosse dalla sua posizione ma disegnò con un dito diversi cerchi e allo schioccare delle dita un gattino gli comparve in grembo. < Anche se ovviamente i preferiti di Gaother sono figure animate più complesse. E divertenti. >
Stavolta Loki disegnò una serie di linee più complicate, allungate e quando schioccò le dita comparve di fronte a loro una donna, poco più che ragazza, con i capelli ricci e rossi e occhi verdi sgargianti. Era vestita umilmente ma scalza e li guardava con un sorriso dolce, fino a che il moro non la fece scomparire nel nulla.
< Durano ventiquattro ore, non hanno coscienza propria ed eseguono le volontà della persona a cui li regalo. >
Thor se ne stava a bocca aperta, impressionato, tanto che per formulare una domanda di senso compiuto gli ci volle un attimo. < Come fai? Te l'ha insegnato Frigga? Sai anche... >
Loki non gli permise di andare avanti oltre perché nel frattempo si era già allungato, gli aveva preso il viso tra le mani e l'aveva baciato sulla bocca; il biondo si immobilizzò ma non si sottrasse, trattenendo il respiro. Il moro invece si aggrappò al cuoio spesso degli indumenti altrui, spingendolo verso di sé, coprendo ora le labbra dell'altro con le proprie; il principe si riprese in un paio di minuti, mentre l'altro gli schioccava brevi baci al bordo della bocca. Lo prese per i fianchi e lo sollevò di poco, girandolo per poterlo far accomodare a cavalcioni sulle proprie gambe; mantenne le mani sui suoi lombi per poterlo spingere verso di sé e allo stesso tempo aggrappandoglisi contro, stavolta alzando il viso di poco per incontrare le sue labbra. Gli occhi verdi dell'altro ardevano, scomponevano alla minima essenza e divoravano vivo Thor, che lasciava che l'altro consumasse entrambi nel desiderio.
Dita lunghe e sottili incontrarono i capelli spessi e dorati del maggiore, carezzandoli e stringendoli allo stesso tempo, mentre i due volti continuavano ad incontrarsi e scontrarsi in baci lievi ma intensi.
Quando invece Loki prese il comando della situazione, gli mise una mano sulla clavicola e lo spinse completamente contro lo schienale, chinandosi per saggiare con la punta della lingua le labbra altrui, mentre inarcava la schiena ed intrappolava l'altro in quella posizione con il bacino snello.
Thor rimaneva quindi inerme, seduto immobile sulla poltrona, con le mani che accarezzavano i fianchi quasi inesistenti del moro, mentre questo si spostava dal perlustrargli la bocca al riempirgli il viso di baci. La scena sarebbe sembrata a dir poco assurda agli occhi di un esterno: un ragazzo esile in pantaloni di pelle e camicia bianca che faceva mugolare una montagna di muscoli e pelle abbronzata sotto di lui. Loki strinse la presa sui capelli biondi, costringendolo senza grandi sforzi a rovesciare il capo all'indietro, facendolo quasi ansimare; la situazione di certo non migliorò quando il moro spostò il bacino poco più indietro, per chinarsi comodamente a baciare il collo, risalendo dalla base al mento e poi dal mento alla giugulare.

I Misteri del Palazzo di Aasgard / The Mysteries of Aasgard PalaceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora