Capitolo 11

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La partita è finita da poco e i giocatori si stanno scambiando le maglie, per poi dirigersi verso gli spogliatoi, dove una bella doccia li sta aspettando. Io, invece, attendo qualche secondo prima di uscire dallo stadio, dato che vorrei provare a capire quali siano i programmi di Paulo.

-Signorina, se vuole posso accompagnarla al tunnel.- Esclama un cameriere, il quale deve aver colto l'indecisione sul mio volto. -Cosa intende, scusi?-

-I giocatori passeranno di lì, prima di lasciare lo stadio, in modo da poter salutare i tifosi che erano seduti nelle tribune d'onore.-

-Capisco. E dove dovrei andare?- Chiedo al ragazzo, guardandomi intorno. -Mi segua!- Sono piuttosto confusa, dato che ci sono persone che camminano in ogni direzione e rischio di perdere di vista la mia "guida" un paio di volte, ma finalmente riesco a raggiungere la meta. -Grazie mille, è stato gentilissimo!- Lui mi sorride in risposta e si congeda, ripercorrendo tutta la strada al contrario.

Mi posiziono dietro a delle transenne, imitando altri tifosi, già pronti con i loro cellulari per chiedere una foto ai vari giocatori. Ci sono anche dei bambini, i quali stanno attendendo i loro idoli per poter avere un loro autografo sulle proprie maglie, ed io non posso fare altro che ricordare quando da bambina aspettavo la domenica per poter andare al campetto da calcio per poter guardare i miei amici giocare. Ho sempre avuto una passione per il calcio, a differenza di mia sorella, la quale ha sempre preferito fare altro piuttosto che spendere 90 minuti del suo tempo impegnata a seguire un pallone. Sono sempre stata trattata da "maschiaccio" dai miei genitori, forse semplicemente perchè non ero la solita bambina che si vestiva solo di rosa. Ecco, in questo Antonella è sempre rientrata nei canoni di figlia modello... Forse è per questo che hanno deciso di spedire me in America: per vedere se sarei stata in grado di fare qualcosa o meno. Non hanno mai creduto in me e questo, per molto tempo, non mi ha permesso di essere consapevole di quanto valessi veramente, ma poi sono riuscita a fare del mio dolore la mia forza. Riesco nel mio lavoro perchè ho voglia di rivincita, ho voglia di arrivare in alto e di far vedere che posso vincere anche io, anche senza il loro aiuto.

Le urla di alcuni bambini mi risvegliano dal mio momento di riflessione e cerco di non far notare il mio parziale disinteresse nei confronti di coloro che in campo non indossano il numero 10. Un ragazzo accanto a me inizia ad urlare il nome di Marchisio, il quale si avvicina per firmagli la maglia. I nostri sguardi si incrociano per sbaglio e sembra quasi che lui non riesca a smettere di osservarmi, dato che continua a spostare lo sguardo dalla maglia, che sta autografando, a me. So bene che ci siamo visti a Vinovo e so anche che lui sta cercando di ricollegare il mio volto a quello della ragazza che arrivò qualche giorno fa al centro sportivo. Il gioco di sguardi viene interrotto dall'arrivo di Paulo, il quale credo mi abbia notata da lontano. -Vuoi una foto?- Dice, sorridendo in modo forzato. Questa si chiama "frase di circostanza": ha dovuto chiedermi questo per non destare sospetti.

-Non devi farti vedere qua..- Mi sussurra, mentre scatto il selfie con il mio cellulare. Guardando nello schermo, posso vedere la mia espressione cambiare all'improvviso, sentendo quelle parole. Adesso non sono neanche libera di andare vedere una partita? Crede che il mondo giri intorno a lui e basta. Non sono venuta qui perchè sono andata a letto con lui ed è necessario che lui abbia chiaro questo concetto.

-Perchè?- Chiedo in modo molto freddo. Lui sospira, cercando di non attirare l'attenzione dei compagni, ma soprattutto dei tifosi. -Aspettami davanti a quella porta: dirò che ho scordato qualcosa nello spogliatoio.- Si allontana, dirigendosi verso un membro dello staff, per poi spiegargli di dover tornare indietro per un attimo. Vedo l'altro uomo annuire, così mi sposto dalla folla e mi dirigo verso la porta, indicatami da Paulo.

Lo aspetto per qualche attimo, per poi sentire una mano fredda prendermi il polso. -Seguimi.- Credo di aver preso uno spavento enorme, ma sono contenta di non averlo dato a vedere.

-Perchè non posso venire allo stadio? Non sono venuta qui per vedere te, o comunque non solo. Dovevo far compagnia al fratello di mia sorella.-

-Verrei e verresti sommersa di domande..- Mi spiega, passandosi una mano tra i capelli. -In che senso "verresti?"- Appoggio una mano sul suo petto, facendolo avvicinare al muro. -Iniziamo subito con i doppi sensi? Ed io che credevo di essere quello impaziente tra i due...- Il suo corpo è stretto tra il mio e il muro e posso sentirlo sussultare per questo. -Se ti senti più tranquillo, io vado in macchina da sola e poi mi raggiungi.- Gli bacio il lobo dell'orecchio sinistro per poi scendere lungo il collo. -Non sai quanto vorrei poterti avere al mio fianco per 25 minuti in più, ma credo sia meglio così..- Mi allontano da lui, annuendo. -Ci vediamo dopo, Dybala..- Gli faccio l'occhiolino, per poi iniziare a camminare nel corridoio. Qualche istante dopo mi volto indietro e lui è ancora appoggiato al muro. -Volevi vedere se ti stavo ancora guardando?- Allargo le braccia e scrollo le spalle, per poi sorridergli di nuovo e dirigermi verso l'uscita.

Invio un messaggio ad Antonella per avvisarla del fatto che dormirò fuori, anche se tecnicamente non è un suo problema.

✉️ Ad Antonella:

Ciao Anto, il tuo ragazzo non si è presentato... Magari ha avuto un contrattempo. Vedi se riesci ad organizzare questo incontro in un altro momento.. Stanotte dormo fuori. A domani!

Appena sono atterrata qui a Torino, l'idea di dover tornare a New York il prima possibile mi tranquillizzava, invece adesso è come se qualcosa stesse cambiando. Eppure cosa ho qui di migliore? Mi manca ciò che mi rende viva, ovvero il mio lavoro: come posso essere così felice? Probabilmente qui ho trovato qualcos'altro che riesce a farmi sentire viva, anche fuori da un tribunale.

Scuoto la testa, cercando di allontanare questi pensieri che stanno affollando la mia mente. Come posso fare certi ragionamenti? Quella tra me e Paulo è una relazione di convenienza, per soddisfare i bisogni di entrambi. La nostra è pura attrazione: io non mi innamoro mai.

Nota Autrice
Ciao a tutti/e! Non pubblico un capitolo da un anno, lo so! Però mi dispiaceva lasciare questa storia incompiuta, quindi ho pensato di ricominciare a scrivere! Questo capitolo è un po' di passaggio, ma dal prossimo ci saranno scintille..
Fatemi sapere se volete che continui o no la storia!
Allyxx

Otra Vez ~ Paulo Dybala ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora