Capitolo 4

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-Clarissa, dove stai andando?- Indosso gli occhiali da sole e controllo l'orologio: 09:38.
-Non sapevo di essere agli arresti domiciliari- Ribatto, rivolta a mia sorella.
-Volevo chiederti di andare a fare un po' di shopping, giusto per fare qualcosa insieme-
-Sarebbe stata un'idea carina, ma ho già un impegno-
-Posso accompagnarti?- Scuoto la testa, aprendo la porta. -Dove vai?-
-Ho un cliente che è venuto qui per lavoro e mi ha chiesto di passare al suo albergo-
-Da quando vai a letto con i clienti?-
-Di solito quella eri te-
Esco di casa, sbattendo la porta. Raggiungo il cancello dove mi sta aspettando il taxi che mi sono fatta chiamare prima. -Hotel Principi di Piemonte- Comunico al tassista la destinazione, prima di accomodarmi bene sul sedile posteriore e ripensare alle parole di mia sorella. Davvero gli appuntamenti in albergo finiscono in quel modo? Ho fatto male quindi?
Non faccio in tempo a finire di farmi tutte quelle domande perché il taxi si ferma davanti all'entrata. Il portiere dell'albergo mi apre lo sportello ed io lascio i soldi al tassista. -Buongiorno signorina- Esclama una ragazza nella hall. -Avevo prenotato una camera qui da voi, ma ho deciso di fermarmi a dormire con la mia famiglia. Vorrei comunque fare il check-in, non si sa mai-
-Certo, purtroppo saremo costretti a farle pagare una parte della tariffa anche per la scorsa notte-
-Se ho prenotato qui, non credo che i soldi siano un problema. Comunque sono Clarissa Cavalieri- Concludo lasciano il passaporto sul bancone.
-Sto aspettando una persona-
-Il singor Dybala la sta aspettando nel bar dell'albergo- Come fanno a sapere che stavo aspettando lui? O meglio Paulo come sa il mio cognome?

Vado verso il bar e cerco con lo sguardo i suoi occhi verdi, fin quando non lo vedo intento a leggere TuttoSport. Faccio un respiro profondo e mi avvicino lentamente al tavolino dove è seduto. -Ciao- Sussurro, prima di sedermi sulla sedia davanti a lui.

-Credevo non saresti venuta- Afferma, fissandomi negli occhi. Appoggio gli occhiali da sole sul tavolo e apro il menù.  -E invece sono venuta- Afferma, facendo scorrere lo sguardo sui nomi delle varie bevande. -Scusi il disturbo, ma questa è la chiave della sua camera e il suo passaporto- Sorrido alla ragazza della reception, per poi riportare lo sguardo sul menù, aspettandomi una domanda dal ragazzo che ho di fronte.

-Non ricordavo tu fossi argentina- Fa riferimento al mio passaporto appoggiato sul tavolino.

-Sinceramete non mi sembra che quella sera ci fu occasione per parlare delle nostre origini-

-Ma adesso ne abbiamo occasione-

-Sai Paulo Dybala, non credo ci sia molto di cui parlare in merito alla mia famiglia. Ma se proprio ti interessa, ti racconterò qualcosa- Continuo a fissarlo negli occhi, ma lui sembra più essere concentrato su altro.

-Perché ogni volta che ti guardo mi viene in mente quella notte?-

-Sinceramente non lo so, dato che la mattina successiva scappasti all'alba-

-Io ero fidanzato- Afferma ed io sospiro. -Perché venisti a letto con me allora?-

-Perché non mi bastava più! Vuoi la verità? Qualche giorno dopo la lasciai perché ogni volta che la baciavo ripensavo alle tue di labbra! Ogni volta che mi ritrovavo ad averla sotto di me ripensavo a te! E sempre in merito a quella notte, credo che la persona che può trascorrerle tutte in quel modo sia la più fortunata del mondo-

-Ti prego-

-Sei tornata per me? Sei venuta qui per cercarmi?-

-Sono tornata perché mia sorella si sposa. O almeno è quello che lei e mia madre mi hanno detto. Io non ho ancora avuto il piacere di conoscere il fortunato-

-Potrei sapere cosa fai nella vita?-

-Sono una dei soci fondatori di uno dei più importanti studi legali di tutta New York. Cuore di pietra e intelligenza sopraffina. È questo quello che dicono di me- Spiego, cercando di chiamare con la mano un cameriere. -Un milkshake al cioccolato- Chiedo gentilmente, porgendogli il menù. Paulo sorride, facendo cenno al ragazzo di andarsene. -Ti guardava troppo profondamente- Sussurra, appoggiando la mano sul tavolo, cercando la mia. Io la sposto, iniziando a giocare con il pendente a C della mia collanina.

-Perché hai lasciato l'Argentina?- Chiede a bruciapelo, dopo qualche attimo di silenzio.

-Perché devo sempre rispondere io alle tue domande?-

-Se vuoi farmi qualche domanda, sono qui per questo, ma prima rispondi tu- Esclama, osservando qualcosa dietro la mia spalla. Mi volto e vedo il cameriere tornare verso di noi con il mio bicchiere sul vassoio. Aspetto che lo abbia appoggiato davanti a me, prima di iniziare a parlare. -In qualche modo fui costretta a farlo- Inizio riferendomi alla mia partenza praticamente obbligata per gli Stati Uniti.

-I miei avevano capito che avevo potenzialità e mi spedirono in America, anche se senza un soldo. Non credere che la mia vita sia sempre stata così agiata-

-Se è per questo, neanche la mia- Ribatte, aggiustandosi il ciuffo.

-Non ho voglia di parlare di queste cose, scusami- Sorseggio un po' della mia bevanda, senza eliminare il contatto tra i nostri sguardi. -Adesso sta a te farmi la domanda-

-Perché mi mandi il cervello a fare un giro? Perché sei l'unica persona che negli ultimi dieci mesi vorrei baciare davvero?- Dico senza pensare. Appena mi rendo conto di cosa ho appena detto, mi alzo in piedi. -Scusami- Mi dirigo verso la porta, prendendo il mio passaporto e la carta della camera. Lui mi segue e mi blocca il polso. -Paulo, lasciami andare- Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma senza raggiungere il risultato.

-La mente a volte sbaglia, ma il cuore non perdona. Il problema è che per me è il contrario. La mia mente non sbaglia mai. È il cuore che mi distrugge al vita-

-Riesci a stare zitta un minuto?- Mi ha stretta tra il suo corpo e la parete del bar. Ci stanno guardando tutti ed io sono molto a disagio, un po' per la situazione, un po' per la posizione in cui mi trovo.

-Lasciami andare-

-Ti fa arrabbiare il fatto che ti rendo vulnerabile?- Chiede, avvicinandosi alle mie labbra.

-Mi fa arrabbiare il fatto che ho sofferto tanto a causa tua, ma ero quasi pronta a ricascarci di nuovo- Appoggio una mano sul tuo petto e lo allontano da me. -Ciao Paulo- Esco dal bar e di conseguenza anche dall'albergo. E pensare che Antonella mi aveva addirittura detto che saremmo finiti a letto...

Nota Autrice
Che appuntamento strano... Cosa accadrà quando Paulo scoprirà che Clarissa è la sorella di Antonella? Ma soprattutto quando lo scoprirà? Posso solo dirvi che passerà un po' di tempo... Forse😈 Commentate!!!
Una frase detta da Clarissa è la citazione di una canzone di Federica (di Amici), per questo l'ho messa in corsivo.
Allyxx

Otra Vez ~ Paulo Dybala ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora