AGAIN

4.

Alzai lo sguardo verso la persona che mi aveva praticamente strattonata, e fui sorpresa quando incrociai quello di Davis. Mi guardava come se avesse voluto incenerirmi con lo sguardo, come se avessi combinato chissà quale casino irreparabile, e fu proprio alla parola casino che una sorta di lampadina mi illuminò.

"Che ti salta in mente? Dare uno schiaffo a Lauren, sul serio? Ti sei superata adesso, Thorne." Sputò acidamente, squadrandomi dall'alto verso il basso come faceva sempre.

Scoppiai a ridere. "Fai sul serio, Laurence? Pensavo che nella testa di quella bionda ossigenata ci fosse almeno un po' di cervello, ma ti ringrazio perché almeno adesso sto scoprendo che mi sbagliavo. Cosa c'è, mh? È venuta a piagnucolare sotto i tuoi piedi perché dovrà mancare ai suoi amati allenamenti? Notizia flash: anche io dovrò rinunciare al corso di pittura, ma non ne faccio una tragedia. E poi, cosa c'è, ha bisogno di te per difendersi?" Replicai, liberandomi dalla sua presa, e guardandolo negli occhi, quasi a sfidarlo. Ero ormai stanca di quella situazione, tanto Davis non sarebbe cambiato né ora, né mai.

"Credi che comportandoti così risolverai qualcosa, Alison? Notizia flash anche per te: rimarrai la solita ingenua e sfigata che eri anche al primo anno." Ribatté, e sentii lo stomaco contrarsi appena udii le sue parole.

"Meglio essere ingenui e sfigati, che avere una vita basata sulla popolarità, popolarità che finirà non appena lascerai quest'istituto." Lo lasciai lì, e me ne andai via, lanciando uno sguardo a Jared e Grace, che si alzarono per seguirmi. Erano rimasti praticamente senza parole, perché Alison di qualche anno fa non avrebbe mai parlato così, e sinceramente ne fui sorpresa anche io. Non mangiai nemmeno il purè, tanto la fame mi era passata e comunque non lo avrei mangiato lo stesso, tanto era diventato freddo e a me non sarebbe piaciuto.

"Hey! Aspettaci!" Urlò Grace, tirandomi per il braccio e facendomi voltare verso di lei. Aveva praticamente l'affanno, e la cosa mi fece quasi ridere, ma ero così arrabbiata che per formare un sorriso avrei impiegato giorni. "Spiegaci cos'è successo con Lauren, e, oddio, sei stata grande quando gli hai detto quelle cose!" Alzò la mano per darmi un cinque, che battei dopo qualche secondo.

Iniziai a raccontarle brevemente cosa era successo, e Jared intervenne varie volte, dato che era lì con me. Le spiegai come ci eravamo "scambiate" prima qualche parola, e poi passate ai fatti veri e propri. Jared aggiunse che Lauren era a dir poco sconvolta, e io sapevo che fosse la verità. Mi credeva un bersaglio facile, dato che ero sempre stata ingenua, e pensava che non avrei nemmeno replicato, figurarsi darle uno schiaffo.

"Woah!", rispose Grace, guardandomi sorpresa "quella troia si meritava davvero una lezione! Vuole sempre averla vinta." Ribatté, mentre alzava la mano per salutare Jason, l'amico di mio fratello e per il quale aveva una cotta dall'inizio dell'anno.

"Io devo andare, comunque. Il preside ci ha messo in punizione, e quindi dobbiamo restare a fare un corso di spagnolo oggi pomeriggio. Fino alle cinque. Almeno è di spagnolo, e non di qualche materia scientifica." Raccontai, mentre aprivo lo zaino per prendere il cellulare. Avvertii mia madre con un messaggio, pur sapendo che probabilmente la scuola l'aveva già fatto. Ma lei non era un granché in campo tecnologico, e non era in grado di aprire un email, a mano che non fosse tornato mio padre, cosa molto improbabile.

"Stasera c'è una festa, comunque, nella piazza centrale. È diciamo una discoteca all'aperto, e ci sono anche vari chioschi che vendono panini e bibite. Andiamo, no?" Propose Jared, guardandoci speranzoso.

"Per me va bene." Accettai, guardando Grace, che stava praticamente fissando Jason. Alzai gli occhi al cielo e Jared le diede una leggera spinta, facendola svegliare dal sonno nel quale era caduta.

"Che ragazza innamorata, hai almeno sentito cosa ho detto?" La provocò Jared, e le sue guance presero il colore del giacchetto che indossava Lauren quella mattina. Rosso fuoco.