20.

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"Forza, vestitevi, stiamo per andare a pattinare." Ci avvertì il padre di Evan, così, alla velocità della luce, indossai dei jeans neri ed un maglione bianco. Lasciai i capelli sciolti, e andai in bagno per passare un po' di mascara sulle ciglia.

Il pattinaggio mi aveva sempre affascinata, tant'è che da bambina, mia madre, mi aveva anche regalato un paio di pattini a rotelle.

Una volta pronta, scappai al piano di sotto. Entrai in cucina, trovando già tutti lì.
"Buongiorno." Affermai, prendendo al volo un pancake. Mi guardai intorno, sorprendendomi di vedere anche Davis.

Una volta finita la colazione, ci avviamo tutti quanti alle nostre macchine. A detta di mia madre, la pista di pattinaggio non era molto semplice da raggiungere a piedi.

Così, salii in macchina, seguita a ruota da Evan. Mi sorrise, lasciandomi un bacio sulla guancia.

"Scommetto che sei felicissima di andare a pattinare. Non è così?" Obiettò, facendomi scappare un enorme sorriso.

Evan era stata la persona che mi aveva visto pattinare, cadere, piangere e poi ritornare a pattinare ancora una volta. Avevo provato ad insegnargli il pattinaggio, ma non ne aveva voluto sapere niente.

"Non ti parla ancora?" Domandò, lanciando uno sguardo a Davis, che stava appena salendo in auto insieme a suo fratello.

Alzai le spalle, scuotendo la testa. Dopo quindici minuti in auto, il motore si assestò, facendomi voltare la testa verso l'enorme struttura che si trovava dinanzi a me. Sgranai gli occhi, sentendo una scarica di adrenalina in tutto il corpo.

Mi affrettai a scendere dall'auto, raggiungendo velocemente la pista. Una volta all'interno, mi guardai intorno. Cazzo se era grande.

"Wow, è spettacolare." Affermò mia madre, sorridendomi.

Mi avviai alla cassa per recuperare i pattini e pagare.
"Che numero?" Domandò il ragazzo dietro la cassa, facendomi sussultare.

"Quaranta." Replicai, lanciando uno sguardo a Davis alle mie spalle.
Aveva lo sguardo fisso sul ragazzo dinanzi a noi, e le braccia conserte.

Un modello di Armani, pensai. Sgranai gli occhi, scuotendo la testa e afferrando i pattini che il ragazzo mi stava porgendo.

Lo ringraziai, indossandoli subito.
"Vieni?" Domandai ad Evan, ma rendendomi conto che non c'era e che stavo parlando da sola, mi avviai.

Presi un lungo respiro, e appoggiai i piedi sul ghiaccio. Iniziai a pattinare, percorrendo la pista velocemente.

Davis non ancora era entrato in pista, così come Joe, Robert, mia madre e...
Sentii un tonfo, e quando mi resi conto di essere scivolata, diventai rossa come un peperone.

"Oh cavolo, scusami!" Disse qualcuno, porgendomi entrambe le mani per aiutarmi a rialzare.

Una volta in piedi, guardai il ragazzo difronte a me. Era alto, troppo alto, tant'è che mi sentii leggermente a disagio. I capelli castani lasciavano che qualche ciocca gli ricadesse sul viso, e gli occhi profondamente scuri, lo facevano sembrare un modello.

Scossi la testa, sbattendo le palpebre. "E-ehm non preoccuparti." Balbettai, sorridendo impacciata.

"Alison, stai bene?" Domandò allarmato Davis, facendomi voltare completamente verso di lui.
Annuii, sentendomi leggermente in imbarazzo.

"Quindi, Alison, posso farmi perdonare offrendoti una cioccolata calda?" Propose il ragazzo, ignorando completamente Davis, che nel frattempo si era irrigidito come una corda di violino.

"Certo, per me va bene." Accettai, mentre Davis era praticamente scomparso, lasciandomi perplessa.

Mi avviai al bar accanto alla pista, ancora coi pattini ai piedi. Tanto, sarei ritornata lì comunque.

AGAINDove le storie prendono vita. Scoprilo ora