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Mi tornano in mente tante cose del passato, devo ricostruirlo. Probabilmente è l'unico modo per capire il presente. Decido di iniziare da ciò che ha determinato la fine della nostra storia: dai tuoi genitori.

Era l'agosto 2002, il 4 agosto 2002. Quel giorno, per la prima volta, interrompesti la nostra relazione. Ricordo che anche allora, non avendo mai avuto l'opportunità di parlare con i tuoi, forse in preda alla disperazione avevo deciso di scrivergli per spiegargli chi ero, cosa stava succedendo. Rammento che quella lettera la spedii, ma poi, sebbene non stessimo più insieme, ti chiamai dandoti la possibilità di intercettarla e di decidere cosa farne.

Ricordo ancora che quando il nove settembre di quello stesso anno, dopo esserci amati per tutto il mese, decidemmo di tornare insieme e di dirlo ai tuoi, mi confessasti che quella lettera non l'avevi mai letta: l'avevi chiusa in un cassetto in attesa di avere una maggiore tranquillità che ti permettesse di meglio valutare cosa ero pronto a dire ai tuoi pur di aiutarli a capirci.

È da quella lettera che devo partire. Non posso evitare di domandarmi dove saremmo ora se i tuoi l'avessero letta davvero. Forse a settembre non ci saremmo rimessi insieme o, probabilmente, dicendogli certe cose, avremmo dato loro degli elementi in più per comprendere il nostro e il vostro amore.

Mi sembra ci fosse scritto:

"Mi scuso per il tempo che con questa mia lettera vengo a rubarvi ma, mai come oggi, mi rendo conto che alcune cose avrei dovuto dirvele qualche mese fa e la sensazione di ritardo che accompagna questo mio scrivere è diventata ormai insopportabile e così ho pensato che, per il bene di vostra figlia, certe cose che lei non è riuscita a dirvi dovessero comunque da voi essere conosciute.

Grazie per l'ascolto che saprete concedermi.

Voglio bene alla vostra bambina, che ormai è diventata una giovane donna. Le voglio bene nel senso più antico della parola (volere il bene di) e questo purtroppo, "nonostante", i miei ventisette anni non posso nascondervelo.

Ventisette anni, l'età di una persona... l'unica cosa che mi è impossibile cambiare è proprio quella che per voi sembra risultare la mia pregiudiziale più grossa.

Una persona può avere valori, costruire e condurre una vita "per bene", può bruciare le tappe negli studi, può non essere un "venditore di fumo", può avere una vita a testimonianza di quanto dice e della sua serietà, ma sembra non poter amare una ragazza più giovane, perché è "anagraficamente sbagliato" in quanto troppo grande e, oltre a ciò, sembra che debba pagare pegno ed essere "punito" (de relato) proprio per l'età, l'unica cosa che gli è impossibile cambiare.

Se vostra figlia è la persona speciale che è, il merito è sicuramente vostro, dell'educazione che le avete impartito, del vostro seguirla e del vostro amarla. L'avete resa una perla rara in un mondo che sembra aver fretta di correre, di volere provare tutto e subito.

Siete una gran bella famiglia e per quello che conta, da quando ho conosciuto vostra figlia, ho voluto bene singolarmente a ciascuno di voi, cercando di comprendere le vostre paure, le vostre preoccupazioni e ho tentato di farlo anche standole vicino nei "limiti" che le avete posto.

Non è semplice per me uscire cinque sere in un anno scolastico, dover rinunciare a campi e week end, sulla neve o non, con la Parrocchia, ma se la persona che entrambi amiamo non ci è potuta più andare il motivo è sempre lo stesso: non vi piace il suo ragazzo! E non mi è mai sembrato giusto, non mi sembra volerle bene il voltarle le spalle e andarci da solo, facendo ricadere su lei sola il peso del nostro volerci bene.

Paradossalmente per me, ma forse non per voi, queste rinunce hanno avuto il merito di farci rendere conto di quanto stesse crescendo il nostro sentimento reciproco, di quanto eravamo disposti a rinunciare pur di difenderlo.

Indefinitamente tuo (frammenti di un amore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora