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Domenica mi risvegliai abbracciato a lei, e la giornata inizio così come era finita quella precedente. Poco prima di pranzo andammo di corsa al supermercato a far la spesa per i dieci giorni seguenti. Per la prima volta da quando stavamo insieme sarebbe stata lei ad occuparsi di pranzo e cena. La ricordo ancora barcollare per il supermercato con quel cestello rosso in mano. Era stanca, piccina, mentre si destreggiava tra piselli, pomodorini, cipolle di tropea, zucchine, ananas, pesche, filetti di vitello e carpaccio. Uscimmo con cinque sacchetti pieni e dopo un pranzo frugale ci ritrovammo a letto a continuare quel che solo la spesa aveva potuto interrompere.

Nel pomeriggio ci furono altre interruzioni: il suo cellulare continuava a squillare. "È l'innominabile", mi diceva facendo riferimento a quel Mr. Fantasma che era diventato per noi come Lord Voldemort per Harry Potter.

Poco prima di cena, era ormai tardo pomeriggio, le chiamate del suo ex erano diventate una decina. Non si trattava di semplici squilli, ma di vere e proprie chiamate a cui lei non rispondeva.

«Come mai ti chiama così tanto?» le domandai incuriosito.

«E che ne so io...»

«Lo sai che è strano vero? Normalmente ti faceva uno squillo, tu non rispondevi e lui se ne stava. Questa volta invece non squilla, sta proprio provando a telefonarti e, il chiamarti più volte, dimostra che forse si attende una risposta. Non è che questa settimana vi siete sentiti ed hai omesso di dirmelo?»

«Ma che stai dicendo?» rispose quasi stizzita «te lo dico io come è andata. È andato in vacanza con i suoi, si sta rompendo le scatole e non sapendo a chi sfottere si diverte a rompere a me.»

«Beh ma allora rispondi, non vedi che il tuo cellulare è nuovamente illuminato? Senti cosa vuole, magari deve dirti qualcosa di importante.»

«Non ho nessuna voglia di rispondere. Te l'ho già detto, per me è un discorso chiuso. Lui mi scivola addosso. Lo voglio fuori dalla mia vita.»

«Sarà, ma se per un attimo mi spogliassi del ruolo del ragazzo innamorato ti direi che un altro al mio posto potrebbe pensar male lo sai vero?»

«Si lo so, ma non so cosa dirti. Io non ho fatto nulla.»

«Posso chiederti un favore? Posso guardare una cosa sul tuo cellulare? Onde evitare che mi rimanga il dubbio che tu mi stia mentendo.»

«Te l'ho già detto come la penso in proposito. È una questione di fiducia, o la hai o non la hai. E come se io ti chiedessi di guardare il tuo cellulare. Ma che discorsi fai?»

«Beh il mio cellulare è sempre lì a tua disposizione. Non ha pin, non tolgo la suoneria per evitare che tu possa pensare che non voglio farti sentire squilli o telefonate. Quando mi arriva un messaggio lo leggiamo insieme. E poi sei tu, che sin da Parma, mi hai infinocchiato con questa cosa del dirci tutto. Ricordi cosa è accaduto nell'ascensore dell'Hotel? Ti arrivò un sms di un tuo amico e tu me lo leggesti dicendomi "vedi io sono così, quando sto con una persona voglio che lei abbia fiducia in me e faccio di tutto per dimostrarle che la fiducia è ben riposta. Non ho niente da nascondere".»

«Già, appunto. Mi sembra di averti dimostrato più volte di essere degna della tua fiducia. E dopo quello che c'è stato tra noi, dopo ieri, mi offende proprio che tu sia di nuovo qui a insinuare chi sa cosa. Smettila di farti le tue solite seghe mentali e coccolami un po'.»

«Quindi non vuoi farmi vedere il tuo cellulare?»

«Ancora con 'sta storia, ma la vuoi finire!»

Stizzito mi alzai da letto lasciandola in attesa di coccole che non avrebbe ricevuto e uscii alla camera per andare nello studio. Ma fu solo una 'finta', perché dopo meno di cinque secondi ero di nuovo in stanza e lei non era più stesa sotto le lenzuola come l'avevo lasciata, ma seduta sul letto ad armeggiare con il cellulare.

«Caspita – le dissi sarcasticamente – non hai perso tempo. Subito a cancellare i messaggi che vi siete mandati.»

«Ma quali messaggi e messaggi, lo sai che sono senza suoneria e volevo verificare la liste delle chiamate ricevute per vedere se oltre a lui mi aveva chiamato qualcun altro. Comunque tieni» disse lanciando il cellulare sul letto verso di me «se proprio non riesci a fidarti di me controllalo pure. Non ti sopporto quando sei paranoico, e se devi fare così tutta la serata, preferisco che lo controlli.»

«Già, tanto ormai avrai cancellato ogni traccia» le risposi allontanandomi nuovamente dalla camera «sono le otto, forse è meglio che vai a preparar cena.»

Dopo pochi minuti, sentendola tritare le cipolle, tornai in camera e controllai di fatto il cellulare. Avevo il cuore che mi batteva fortissimo, avevo la paura che lei mi potesse cogliere in flagrante, ma sentivo di doverlo fare. Qualche ora prima, mi ero assopito un'oretta e in sogno – probabilmente perché infastidito durante la giornata da quei numerosi squilli – mi ero ritrovato con quel cellulare in mano a scoprire che Mr. Fantasma non era più un fantasma. A distanza di poche ore mi ritrovavo nella stessa situazione sognata qualche ora prima ma, con la consapevolezza, che quanto avrei trovato o non trovato, non sarebbe svanito con un semplice pizzicotto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 10, 2019 ⏰

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