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La cosa che non riuscirò mai a spiegarmi è perché chiunque mi veda, pur non sapendo nulla della mia vita, finisca col dirmi "se non aiuti prima te stesso, non puoi aiutare gli altri. Devi pensare un po' di più a te stesso". Sta diventando una litania. Sono andato in bagno per vedere se per caso avevo scritto qualcosa sul viso, non so un qualche "s.o.s." oppure un "sto soffrendo aiutatemi".

Purtroppo, pur specchiandomi, non sono riuscito a leggere niente. Non capisco cosa mi sta succedendo. Prima eri tu a decidere della mia vita, a scandirne i tempi, il ritmo. Ora sono una chitarra scordata. Non so da che parte incominciare e sembra che ciò risulti oltremodo evidente alle persone che mi stanno vicino.

La cosa più bella è che questo mio disorientamento aumenta grazie ai pensieri negativi che mi accompagnano in questi giorni. Ti immagino ridere, scherzare, andare in discoteca, insomma fare tutte quelle cose che una mentalità retrograda non ti permetteva di fare con me e che, come per magia, oggi ti offre su di un piatto d'argento.

Mi sento come su una barca in balia del vento e non mi piace. Non mi piace perché se ne accorgono tutti. Non mi piace perché nonostante se ne accorgano tutti continuo ad essere in balia del vento: non trovo porti dove attraccare, non trovo navi che si avvicinino quel tanto da permettergli non solo di sentire il mio s.o.s. ma di aiutarmi in questo momento di difficoltà.

Forse è vero, non posso contare sull'aiuto di nessuno, devo tirarmi fuori da questa situazione da solo anche se non so bene da dove iniziare.

Non è vero, si vede che continuo a mentirmi, se mi sforzassi forse potrei fare sicuramente qualcosa di più. Ma non lo faccio perché sono ancora innamorato di te.

Sono passate oramai due settimane dalla minaccia di tuo padre, sono passati dodici giorni dall'ultima volta in cui ho sentito la tua voce dirmi al telefono "sono io".

Lo so che per chiudere un rapporto bisognerebbe fare come fai tu. Smettere di sentirsi, di vedersi e di messaggiarsi. Ma tu non hai chiuso solo una storia d'amore: hai stroncato la mia amicizia con la mia migliore amica in un colpo solo. Hai preso due piccioni con una fava. Mi hai tolto con la tua decisione la donna dei miei sogni e la mia migliore amica.

Capisci l'assurdità? Vorrei farvi rileggere tutti gli sms, le lettere, farti rivedere tutte le fotografie e i video degli ultimi due anni e chiederti "Scusa, ma chi sono quelle due persone là? Era tutta una messa in scena?". Davvero non riesco più a capire.

Sono sconvolto a tal punto che il timore di fare qualcosa che possa irrimediabilmente pregiudicare il nostro rapporto non mi permette di ricominciare a vivere. É un dramma perché ancora oggi non ho capito cosa sia successo, sei stata come un infarto.

Ti ho sentita arrivare: un forte senso di oppressione con un dolore che si è irradiato fino al collo e dopo aver avvertito le forze andare via sono finito a terra esanime nella frazione di un secondo. Ora mi trovo qui disteso sul pavimento e devo prendere una decisione: da una parte so che se non mi alzo a chiedere aiuto fra qualche minuto potrei essere morto ma nel contempo so anche che alzandomi potrei peggiorare la mia situazione. Forse sono troppo debole per rialzarmi, forse è troppo presto, il mio cuore ha bisogno di riprendersi. Forse è solo un'angina pectoris. Ma, cavolucci, nel dubbio di pregiudicare ulteriormente la situazione tu cosa faresti? Ti rialzeresti o staresti a terra nell'attesa che passi qualcuno che si accorga di te?

Mi rendo conto che è solo questione di come si vuol vivere la propria vita, di volerla vivere questa vita. É altrettanto chiaro che in questa situazione mi ci sono infilato io, perché sono io che ti ho permesso di scandire i tempi e il ritmo della mia vita, ho permesso a te, ventenne che deve chiedere il permesso ai tuoi di uscire due ore un sabato pomeriggio, di tenere le briglie di un cavallo che prima di conoscerti galoppava libero come il vento senza che niente e nessuno potesse fermarlo.

Indefinitamente tuo (frammenti di un amore)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora