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Quella sera, infatti, il suo ragazzo la chiamò e le chiese di vedersi. Parlarono molto e alla fine lui la lasciò dicendole che da quando si erano rimessi insieme non era mai scoccata la scintilla e che quindi non se la sentiva di portare avanti un rapporto così. Si disse un po' rammaricato della sua scelta perché lei rimaneva una persona molto bella e lui non sapeva se gliene sarebbe capitata un'altra altrettanto carina.

Non ho mai saputo se lei quella sera si sentì effettivamente più libera solo perché qualcuno lasciandola la fece sentire tale: libera di poter vivere una nuova avventura, libera da un rapporto che non era più un rapporto. Credo fosse pervasa da un senso di tristezza per l'ennesima fine di una relazione al quale si era dedicata anima e corpo per diversi anni, passati a rincorrere una persona che in fondo non le aveva mai dimostrato di apprezzarla.

Per quanto fosse una scelta opportuna interrompere quella relazione, lei non trovò mai il coraggio di farlo preferendo aspettare nuovamente che fosse lui a decidere per tutti e due.

Forse non sono gli uomini a non avere le palle per dire le cose in faccia come lei sentenziò solo qualche giorno prima o, più semplicemente, quando lei parlò di un rapporto finito, di amore cessato, si limitò semplicemente a descrivermi una situazione da lei non voluta ma a cui era stata costretta dalla scelta di un altro.

Ricordo che quando mi raccontò di quella serata io le chiesi esplicitamente che cosa sarebbe successo se, magari dopo un mese che io e lei ci fossimo messi insieme, lui fosse tornato a chiederle perdono. "Se sto bene con una persona – mi rispose – perché dovrei tornare indietro per rimettermi per la quarta volta con una persona che per tre volte ha deciso di lasciarmi e che mi ha fatto vivere grandi depressioni e momenti di infelicità?"

Già perché avrebbe dovuto farlo? Ma per quanto potesse suonare sciocca una simile domanda avevo imparato che le persone lasciate si dividono in due categorie. Vi sono quelle che si vogliono parecchio bene e che tendono a dire "chi non mi ama non mi merita": terminano un rapporto con la consapevolezza che la persona perduta probabilmente non era quella giusta e che verosimilmente troveranno qualcuno che le saprà dare di più. Ve ne sono altre invece – forse anche per una questione di orgoglio – che passano ancora molto tempo sperando in un ritorno di fiamma con la persona rea di non aver capito quanto valessero, quasi non accettando che qualcuno possa decidere di voler fare a meno di loro.

Dicono che le minestre riscaldate non saranno mai buone come quelle appena preparate, ma se lei aveva deciso di perdonarlo già tre volte, quali garanzie avevo che non potesse farlo una quarta?

Dovendo ancora conoscerla di persona decisi di non pensarci più di tanto. Quando ci saremmo guardati negli occhi probabilmente avrei avuto qualche certezza in più o forse, in meno.


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