Capitolo sesto - Neerhi

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Efliem la teneva per mano mentre continuava a camminare imperterrito.
《Dove andiamo?》chiese Neerhi.
Silenzio assoluto. Nessuno dei due folletti aveva intenzione di risponderle.
《C'è qualcuno?》fece sventolando la mano davanti al viso di Ilius. 《Ma mi stai almeno ascoltando?》
《Puah! Figurarsi!》disse frustrata, muovendo la mano in segno di stizza.
Quello non proferì parola, e il silenzio che gravava su di loro, la stava soffocando. Nonostante questo, si arrese, e tacque per il resto del tragitto.
Il bosco cominciava ad infittirsi, e incontrarono non pochi ostacoli: a Neerhi si incastrò un lembo della gonna ad un ramo di rovo, mentre per conto loro, i folletti procedevano senza apparenti intoppi.
La vegetazione, insieme alla fauna, cambiarono radicalmente nel giro di qualche minuto: l'umidità si faceva via via sempre più sentire, e la popolazione di funghi sembrava giovarne a tal punto da crescere a dismisura.
Gli alberi si allargavano sia in altezza che in lunghezza: il diametro di un tronco di acero, che Neerhi trovò particolarmente interessante, misurava all'incirca quattro piedi buoni. Le sembrava che le cose che conoscesse da sempre, avessero cambiato le loro proporzioni.
Un fruscio seguito da uno spezzare di rametti bloccò il flusso dei suoi pensieri.
La sua mano corse subito al ciondolo che portava al petto, e si mise in posizione di difesa.
《Tranquilla, non agitarti.》disse Efliem, che sembrava aver recuperato improvvisamente la voce.
Dal cespuglio da cui era provenuto il rumore, comparve una lepre selvatica, e Neerhi rilassò i muscoli.
《Ah!》esclamò Ilius vedendo Neerhi in quello stato.《Hai paura di un coniglietto, che fifona!》aggiunse con aria spavalda.
A quel punto, avvicinandosi al suo compagno, bisbigliò qualcosa che Neerhi non capì, scatenando la reazione di Efliem.《Verrà giudicata a suo tempo da Consesso, Ilius.》
Questo rispose con una smorfia di assenso, pur reprimendo, notò Neerhi, ciò che realmente pensava, infatti alzò il tono, e in un'altra lingua disse:《Fdegj rsgtamel auq pyloinen, Efliem.》
《Haelentro fal lein øtro.》disse Efliem. Stava aggiungendo altro, quando venne interrotto dalla voce sottile di Neerhi, arrabbiata per essere stata esclusa dal discorso, se pur breve.
《Di cosa state parlando, voi due? E in che lingua, poi?》
《La lingua con la quale ci esprimiamo è quella Hoveinik, usata dai folletti.》fu la risposta seccata di Ilius.
《...E che cosa avete detto?》
I due si guardarono perplessi.
A rispondere fu Efliem:《Te lo diremo, ma dopo che ti avrà visitato il Consesso Dei Folletti.》
《Cos'è? Una specie di consiglio?》domandò Neerhi dubbiosa.
《Brava, ci sei andata vicina. Il Consiglio Dei Folletti è una assemblea che riunisce tutti i membri influenti della società dei folletti. Loro decidono e giudicano le leggi che i cittadini di Falesno dovranno rispettare...》
《Aspetta, aspetta, cos'è Falesno?》
《È la mia città natale...》disse Efliem.《dove c'è la mia famiglia e i miei amici. È il paese abitato da folletti più grande, dopo la capitale, Euclisea.》
Neerhi era rimasta a bocca aperta. Non immaginava che i folletti vivessero in vere e proprie comunità. Pensava che abitassero in case sparute quà e là per la foresta.
Rimase ancora più sorpresa quando vide una delle loro case: era interamente costruita all'interno del tronco di un pino, e si intravedevano soltanto le aperture che mandavano sulle scale, che spirale avvolgevano sinuose tutto il fusto.
Da quello che intravedeva, Neerhi si accorse di una piccola porticina rosso inglese, posta ai piedi dell'albero, tra due enormi radici. Si avvicinò, e perplessa, scoprì che ci passava a malapena la sua testa.  Nonostante questo piccolo inconveniente, valeva la pena di vedere l'interno, no?
Aprì la porta, e ci infilò la testa all'interno. Ciò che vide non fece che aumentare la stima che già aveva nei confronti dei folletti: si trovava in un grande atrio (almeno così s'intende nel tener da conto le dimensioni del tronco). Centralmente troneggiava una scala a chiocciola in legno, che saliva lungo le pareti. Prima non le toccava, ma poi più in alto si spingeva, più si allargava,  formando cerchi sempre più ampi, in modo che al secondo piano dell'edificio, toccava le pareti, portando i folletti nelle loro abitazioni.
Stava uscendo, quando sbattè la testa sul legno.
Subito si ritrasse all'esterno con un gemito di dolore.
A quel punto, molteplici folletti sciamarono dalle finestre, svolazzandole intorno, preoccupati.
《Tutto bene?》domandò uno che sembrava essere più avanti negli anni rispetto ai suoi coetanei.

IL MONDO DI EHIRIA - Figlia Del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora