capitolo undicesimo - Zariel

24 6 0
                                    

《Un pugnale?》chiese scettico il proprietario del negozio.《E cosa intende farci con un pugnale un ladro come te?》aveva proprio una bassa considerazione di lui a quanto pare.
《Sai,》rispose Zariel《avere un'arma anche se questi sono tempi di pace, non è mai troppo prudente.》
《Certo, come no. Ma dimmi, hai mai maneggiato un pugnale in vita tua?》
《No, ma non sarà troppo diverso dall'utilizzare un coltello da cucina, credo.》
A quel punto l'armaiolo si espresse in una risata, che alle orecchie di Zariel, suonò anche un po' strafottente, di chi non crede alle parole di nessuno, se non alle proprie.
《Ah, un coltello da cucina! Ladruncolo, mi sa proprio che non hai le conoscenze per possedere un oggetto simile. Magari torna un'altra volta, d'accordo?》e la sua bocca si dilungò in una smorfia di chi sa di aver vinto.
《Mi dispiace deluderti, ma insisto. Voglio un pugnale.》e volse il braccio in un modo tale che l'armaiolo potesse vedere i soldi.
《Va bene, va bene, entriamo! Certo che voi giovani siete proprio insistenti, oggigiorno.》disse il nano stizzito.《Comunque è un piacere conoscerti,》nella parola 'piacere' sembrava avervi infuso un'ilarita che non piacque a Zariel《io sono Meragh.》
《Il piacere è mio, Meragh.》quel nome lo disgustava come l'odore di un bidone della spazzatura lasciato per una settimana al sole cocente. Allungò la mano, stringendola in quella dell'altro.
Meragh gli fece cenno di entrare, e lui non si fece pregare due volte.
L'interno del negozio era totalmente differente dal fuori: i muri erano di legno, tappezzati da mensole d'ogni genere e forma, contenenti armi appena forgiate.  L'ambiente era suddiviso in due navate, la prima, più vicina all'entrata, conteneva dei carrelli colmi di lance e asce, e ai lati delle pareti erano appese spade ed archi di ottima fattura. Più avanti c'era la fucina. Lì, Meragh, forgiava i suoi capolavori, e si intravedevano sparsi a terra un paio di pinze e un martello.
《Dunque...ho già qualche pugnale pronto,》e gli indicò una scaffalatura che ne era piena zeppa《e credo che alcuni siano veramente, e dico veramente, carini...fatti con i migliori materiali del nostro mondo, e richiesti su vasta scala, dai più nobili e ricchi signori! Dato che siamo caritatevoli, alcuni li vendiamo a prezzi stracciati, in confronto a quelli di norma...poi, sono fatti da me in persona, quindi valgono più dell'oro nelle casse del re, e non so se un poveraccio come te potrebbe permettersele...》
"Certo," pensò Zariel, "è mai capitato nella storia di Ehiria, che qualcuno reputi le sue creazioni orribili? Mi pare ovvio che chiunque, le considererebbe meravigliose, a meno che non sia di pensiero opposto, e le voglia vendere soltanto per ricavarci qualcosa. Però, nonostante vorrei sputargli in faccia le parole (usando il voi, perché mette di più le persone in soggezione): 'credo che il vostro ego e la vostra modestia, signore, valgano più di qualunque lama, ma nessuno le comprerebbe...quindi, concludendo, sareste l'unico armaiolo imbecille che vende armi da quattro soldi, e per di più spacciandole per manufatti unici nel loro genere, che di unico non hanno - e avranno mai - niente!'
Ma si trattenne, e disse: 《Sai, non ho la minima voglia di comprare armi da un ciarlatano qualunque, quindi non metterò piede qui dentro, neanche se il re degli elfi me lo imporrà! Abbiamo chiuso, Meragh!》era furibondo, " poveraccio " a chi, eh? All'improvviso sentì che non poteva più trattenersi, e improvvisò una falsa identità, in fondo, lui il mio nome non lo sa ancora... :《Dirò a tutti che sei incompetente, e che tratti da persone insignificanti i tuoi clienti, perché sai chi sono io? Io sono il tuo peggior incubo, sono chi ti farà chiudere il negozio, io sono il più importante membro del Consiglio Dei Maghi!!! Con il potere che brandisco, farò mettere la tua testa sotto la ghigliottina, e ti pentirai amaramente di avermi sfidato! Perché la mia pazienza ha un limite ben marcato, e oggi ci sei passato sopra infangandolo con i tuoi luridi stivali!》Ripensandoci, non era male come attore, perché Meragh si era bevuto la storia. Adesso stava piangendo, ed era caduto ai suoi piedi implorandolo di perdonarlo, giurando che non si sarebbe mai più comportato così. Ma Zariel non credeva alle sue frottole e non ne ebbe pietà.《Non mi serve un giuramento, e tanto meno la tua pietà! Trova un modo per farti perdonare, o morirai.》quasi sibilò le ultime parole.
《Sì, subito. Consigliere, volevi ancora quel pugnale?》gli tremava la voce, e non lo guardava in faccia.
Lasciò entrare e uscire dall'orecchio la domanda del nano. Si era preso un momento di distrazione: "Chissà se mi prenderebbero come attore qui nel teatro dietro l'angolo..."
Però Meragh ci riprovò lo stesso, probabilmente ci teneva a quel negozietto.《Q-quindi, signore? Vuoi ancora i-il p-p-pugnale?》
Zariel si riscosse. Cosa voleva? Voleva regalargli un pugnale, forse? Così, per non farsi scappare l'affare, rispose.《Senz'alcun dubbio.》
《Allora, se i-i-o ti regalassi un pugnale, senza che tu debba pagarlo, lasceresti stare questa storia, consigliere?》
《Andata.》Zariel si avvicinò al mobiletto in cui erano sistemati i pugnali, e ne scelse uno.《Questo mi aggrada.》Stava ancora fingendo, e il rimorso tardava ad arrivare, come sempre quando la sua collera esplodeva. Era sempre stato scettico nei confronti delle meditazioni e quant'altro, perché sapeva bene che non avevano mai fatto bene a nessuno, ma quando qualcuno di insolente lo faceva arrabbiare, sulle prime lui incassava il colpo, ma dopo un paio di volte che la storia si ripeteva diventava peggio di un drago.
《Sicuro, consigliere?》
《Certo.》l'arma che aveva scelto aveva una lama che rifletteva molto la luce, ed era affilatissima. L'impugnatura, anch'essa brillante, aveva il corpo di un drago marino - il suo preferito - avvolto a spirale sull'elsa. Si riuscivano ad intravedere i particolari delle branchie sul collo, delle pinne sulla schiena, sulla coda e sulle sue immense ali, che in acqua gli servivano per nuotare a velocità pazzesche, tanto da far invidia anche ai draghi terrestri.
Meragh stava per ringraziarlo per avergli risparmiato il negozio, ma Zariel era già andato via, per comprare il pranzo suo e di Slandreg, e per evitare che qualcuno lo scoprisse e chiamasse le guardie di Tarjem.
Era felicissimo, aveva un pugnale tutto nuovo, che non aveva nemmeno pagato! Quel nano pel di carota, avrebbe dovuto riguardarsi nel trattarlo così, ma ora era acqua passata e non voleva pensarci.
Così proseguì dritto verso la bancarella di ortaggi, che aveva avvistato all'andata, che significa: prima che avesse ricevuto il pugnale.
"Sai una cosa, Zariel?" pensò nel suo soliloquio interiore "Credo che dovresti dare un nome alla tua arma, non credi?" Lo divertiva parlare con sé stesso, e soprattutto aiutava a calmarsi le persone che durante una lite si erano spacciate per un consigliere del Consiglio Dei Maghi.
"Sì lo credo, Zariel. Che nome suggerisci?" gli scappò una risatina.
"Non saprei...sbaglio o qui tra me e me," un'altra risata "sei tu quello che conosce le altre lingue di Ehiria?" Annuì. "Potresti chiamare il tuo pugnale, dato che riflette molto a luce, così: Ar'eli, cioè Sole nella lingua dei nani. O magari potresti tradurre il nome in un altra lingua invece di questa. Ti consiglio quella degli elfi, perché è più dolce ed elegante, e se resti su Sole verrebbe: Al'farer. Oppure..."
"Shhhhht! Ho un nome, ascolta: Eihlwer. Speranza. Se ci pensi il mio pugnale splende come la speranza, e non si spegnerà mai. Come una luce che ci guida nel buio, che illumina la nostra vita e la rende bella anche nelle difficoltà? È quella stessa luce che ci tiene ancorati a questa terra! Pensaci, cosa saremmo senza la speranza?




COMMENTI DELL'AUTORE
ciao!! Bentornati! Vi è piaciuto? Potete commentare e mettere stelline. Ci vediamo al prossimo capitolo. 💙

IL MONDO DI EHIRIA - Figlia Del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora