capitolo settimo - Zariel

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Dopo Angae, aveva oltrepassato i Picchi Colati - barriera naturale che divide la Terra della Notte e quella del Fuoco - ed era diretto a Tarjem, la capitale nanica della Terra del Fuoco.
Da due giorni, ormai, si rigirava i pollici stando seduto sul carro di Slandreg a non fare niente. Aveva le gambe indolenzite, e ogni volta che facevano tappa da qualche parte per mangiare o riposarsi davanti al fuoco, lui si sentiva un prurito invadergli la zona dall'osso sacro fino ai piedi. Non era esperto di medicina, anzi non sapeva nulla, se non come curarsi un raffreddore o una caviglia rotta. Però non si preoccupò tanto del suo stato di benessere, doveva studiare le piante e apprendere più poteva.
Una cosa curiosa era - dato che non si era mai spinto oltre i confini della sua terra natale - conoscere una flora diversa da quella cui era abituato. Infatti Tarjem sorgeva in prossimità di alcuni geyser attivi, situati tra la catena dei Picchi colati e le Barriere Rocciose, quindi la vita in quella zona aveva dovuto abituarsi al clima torrido e impervo della regione.
Si accorse che gli alberi erano di media altezza, rispetto agli alti pini che era suo solito vedere nel Bosco Fitto della Terra della Notte, e che, per ripararsi dal sole cocente dell'estate, avevano sviluppato chiome folte e large ( potevano misurare anche trenta piedi di distanza dal tronco ).
Così non si era neanche posto la domanda di fare delle analisi, era andato nel bosco e aveva prelevato dei campioni.
Quasi sempre utilizzava una siringa per prendere la ninfa degli alberi, e questo suscitò divertimento in Slandreg.
《Cosa fai con quell'aggeggio? 》chiese un giorno.《Non vorrai mica fare un vaccino all'albero? 》e sorrise divertito.
Le iniezioni spettavano ai più ricchi, alle persone di ceto sociale elevato; perché bisognava spendere una fortuna per difendersi dalle malattie più comuni, quindi se un popolano se ne prendeva una rara, poteva solo sperare nel meglio.
Purtroppo però, aveva sentito dire che un nobile di Biewood, una città a sud dei Monti Ombrosi, era morto per una strana febbre rossa, anche se aveva fatto il vaccino.
Quindi lui stesso non si fidava troppo dell'efficacia dei vaccini, anche se la maggior parte delle volte funzionavano, non erano infallibili.
《Sto prendendo campioni per i miei studi, Slandreg. Sai che mi occupo di questo, no?》e si chinò verso una grossa radice.
《Certo che lo so, me ne hai parlato durante tutto il viaggio. Non ho mai visto una persona che avesse mai chiacchierato tanto in vita mia, giuro.》
Zariel gli fece una boccaccia. Non pensava che potesse affezionarsi così tanto ad una persona che conosceva solo da pochi giorni. E per di più ad un Mercenario.
《Già senti chi parla. Si mise a parlare con la voce roca del Mercenario: "Oh, la mia Flurite, oh la mia amata Flurite! Quant'è paziente ad aspettarmi a casa con i figli, senza il mio aiuto. Oh povera Flurite, povera, povera Flurite..."》Zariel imitò ciò che Slandreg diceva nel parlargli di sua moglie. Le era così devoto che ormai anche gli alberi ne avevano fin sopra i capelli di sentirlo parlare.
Slandreg nell'ascoltarlo lo guardò con occhi da serpente e disse:《Almeno io una moglie c'è l'ho, tu sei solo come un pesce, e te ne stai rintanato in quella casetta da quattro soldi ad Angae.  La prossima volta che ti rivedrò, ti sarai sposato uno di quei tuoi bei campioni su cui devi studiare tanto...》A quel punto ghignò aggiungendo:《...scienziato da strapazzo.》
Nel sentire quelle parole, entrambi si misero a ridere, tanto che quando smisero, faceva male la pancia a tutti e due.
Zariel si alzò e diede una pacca sulla spalla a Slandreg, e poi si rimise a lavoro.

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