capitolo diciassettesimo - Zariel

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Nessuno dei due sapeva cosa fare. La situazione era piuttosto imbarazzante. Non sapevano esattamente il perché, ma ai loro piedi c'era una ragazza. Una ragazza completamente nuda.
Zariel e Slandreg si guardarono confusi per qualche secondo, poi il Mercenario disse,<<Avanti Zariel, fai l'uomo.>> e gli appoggiò la mano sulla spalla. <<Mentre io vado a prendere dei vestiti e una coperta per questo povero Cristo, tu mettila a sedere e dalle dell'acqua.>>
Zariel lo trapasso da parte a parte con lo sguardo. Era così intontito che non riuscì a capire neanche una parola di quello che gli aveva detto.
<<Zariel, muoviti, almeno spostala da sotto il carro! Avanti!>>
Zariel provò a controbattere,<<Ma, io...>>
L'altro era già salito sul carro e gli urlò dietro,<<Fallo e basta, razza di fannullone, che io sono sposato>>, e soffocò una risatina.

Passò qualche ora e la ragazza era ormai stata sistemata sul carro, ora dominata da un sonno profondo.
Zariel era chino sotto il carro con un cacciavite in mano.
《...non possiamo tenerla con noi, è pericolosa》, aggiunse il Mercenario.
Zariel sbuffò sonoramente, si rialzò e guardandolo intensamente e disse:《Ma di certo non la lasceremo qui in mezzo a questa dannata pianura di...》
Venne subito interrotto.《Ma sei sordo? Ti ho appena spiegato che che i koiote mannari sono pericolosissimi, la notte possono sbranarti vivo e staccarti a morsi le braccia dal corpo come fossero le ali di una mosca troppo fastidiosa.》
《Ma...》
《No, niente ma. Questo è il suo territorio e ci vive da quand'è nata. Molto probabilmente ha dei cuccioli e un compagno della sua stessa razza, non puoi portarla via dalla sua casa.》
Zariel provò a raccogliere le idee. Nonostante da un lato intuisse le ragioni di Slandreg, dall'altra non riusciva a capire, perché l'istinto gli diceva di proteggere quella creatura, umana o meno. Non avrebbe potuto mai andarsene senza averla curata e sfamata.
Sospirò.
《Ma come farà, a vederla non si sarà nemmeno mai trasformata nella sua forma umana. Non riuscirebbe a gestirla, potrebbe essere anche attaccata da un puma, che sentendo l'odore la riconoscerebbe come suo nemico naturale. Dai...》
《Zariel ho detto di no. Conosco quasi tutta Ehiria, il lato buono e quello pericoloso. Nel mio mestiere situazioni del genere capitano tutti i giorni e so come si gestiscono. Avanti, adesso finisci di sistemare quella ruota che dobbiamo partire prima che si svegli.》
Appena Slandreg finì la frase apparve un ombra alle sue spalle.
Zariel a bocca aperta constatò,<< Troppo tardi.>>. Aveva un talento quasi naturale nel far svolgere l'insieme degli avvenimenti come voleva, pensò.
La koiote mannaro era dietro il Mercenario, e stava guardando Zariel.
La sua figura era snella e longilinea, fatta apposta per mettere in risalto le curve del corpo, poi aveva dei capelli biondi, con apparenti ciocche grigie che ricordavano probabilmente la sua pelliccia prima della trasformazione. Aveva gli zigomi pronunciati, che le davano un'aria adulta molto in contrasto con le parvenze da bambina date dal viso più ovale.
Una cosa che colpì molto Zariel rispetto le altre erano gli occhi. Non aveva avuto ancora la possibilità di vederli, perché fino a quel momento li aveva sempre tenuti chiusi, e forse fu per quello che rimase senza fiato. Erano di metallo liquido, di un verde abbagliante, che avrebbero fatto fiorire anche il cuore più arido, sciolto i ghiacciai dei monti più alti e abbindolato perfino il più stupido degli stupidi: lui.
Per qualche strano motivo ignoto a tutto il resto dell'umanità, Zariel capì di essersene subito innamorato, un amore a prima vista, un colpo di fulmine. "E pensare quel babbeo di Slandreg che voleva abbandonarla qui nel nulla."
Ma proprio quel babbeo di Slandreg si accorse del suo intimo slancio di euforia, e lo guardò storto, ma con un mezzo sorriso. <<Ahh! Ahimè, mi sa proprio che non potremo lasciarla qui tutta sola e senza un riparo, senza cibo...>>, poi sottovoce aggiunse,<<... e senza Zariel.>>
Ma lui sembrava non averlo neanche sentito.
Slandreg si diresse dalla ragazza e iniziò a presentarsi per bene come avrebbe fatto un qualsiasi gentiluomo e a spiegarle il motivo della sua trasformazione in umana.
Intanto però lasciò solo Zariel, che se ne accorse soltanto dopo qualche secondo, e inciampando in una buca comparsa dal nulla, si diresse verso la ragazza.
<<... e quella simpatica persona che sta sbavando dalla bocca è Zariel. Lui è uno scienziato disoccupato che al momento studia i sassi e le erbacce che trova in giro senza uno scopo preciso nella vita.>> fece una pausa. << Bene, di noi ti ho detto tutto, adesso tocca a te. Sai il tuo nome?>>
La trattava come una bambinetta di tre anni, e questo gli dava fastidio. Lo irritava e basta. Non sapeva di preciso il perché.
La ragazza sembrava assai confusa, e a stento riusciva a pronunciare qualche sillaba.<< Io no, non...>>
Slandreg la precedette concludendo la sua frase,<< Non hai un nome?>>
Lei annuì.
<<Allora dovremo dartene uno, non credi?>>Aveva addolcito i toni.
Annuì una seconda volta. Solo ora Zariel si accorse che aveva delle piccole pagliuzze dorate nelle iridi.
Il Mercenario mettendogli una mano sulle spalle lo riscosse, facendogli notare alzando le sopracciglia che lui la stava fissando in un modo inquietante.
Subito a Zariel si infiammarono le guance, e abbassò lo sguardo a terra.
Slandreg iniziò a proporre vari nomi, e disse:<<Con mia moglie Flurita avrei voluto molto avere una figlia femmina, ma il destino ci ha dato solo maschi a quanto pare. Però prima di ogni parto, sceglievamo assieme i nomi e ne avevamo proposti molti femminili. Quelli che mi piacciono maggiormente sono: Lebitha, Astra, Chelaise, Feljia, Saphira, Bonnie, Narihii, Desantra, Kersy, e altri ancora, ma questi sono i principali. Tu cosa proponi?>> fece rivolgendosi a Zariel.
<<Di quelli che hai proposto tu personalmente mi piacciono Bonnie e Lebitha, ma se ne dovessi proporre altri... direi Gheala, Letizia, Erasia oppure Hiliestea perché erano quelli che preferivano i miei genitori.>>, al loro ricordo gli venne un tuffo al cuore,<<Però se volessimo utilizzare un nome tipico della Terra del Fuoco, a me piace quello di una saggia regina che regnò su queste zone all'epoca della guerra contro i Sommersi, Tessa. Non è carino?>>
La ragazza fece un cenno di approvazione, e mugolò delle parole incomprensibili. Poi si volse verso Slandreg per cercare una conferma, e lui semplicemente le sorrise facendo un movimento con la mano che simboleggiava il suo consenso.<<Qualsiasi cosa, basti che vada bene a te.>>, disse.
La ragazza esultò, al settimo cielo, e si sforzò di dire:<<Tes, Tes, Tessa!>>riuscì finalmente ad articolare. E così facendo corse via salendo sul carro, guardando Slandreg e Zariel con attesa.
I due non si fecero attendere, e saltarono su imitando Tessa.
Slandreg si sistemò sulla parte anteriore del carro, prese le redini e dando un colpo di frusta, disse:<<Ah!>>
E ripartirono.

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