Capitolo 15

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Un giardino pieno di rose, una fontana, il sole, il cielo, l'aria di mare. È tutto così bello qui, sto camminando da un po per capire dove mi trovo, ma niente non ne ho la più pallida idea.

A un tratto vedo in lontananza una figura, è Riki con la camicia macchiata di sangue, ma mi sorride non è sofferente, tiene con una mano un mazzo di fiori e con l'altra mi incita ad avvicinarmi a lui. Cerco di correrli incontro ma più mi avvicino e più diventa sfocato, sbatto le palpebre per riuscire a focalizzarlo però questo non accade perché quando riapro gli occhi mi ritrovo in una stanza bianca e sento una voce "ti sei svegliata finalmente" è mia madre che mi guarda con uno sguardo triste. "Cos'è successo?" Nel esatto momento in cui lo chiedo faccio mente locale, un flashback mi passa davanti agli occhi.

Lui che mi lega, lui che chiama Riki, lui che mi schiaffeggia, lui che spara a Riki, il panico "Dov'è?" Chiedo agitandomi notando solo ora i fili che sono attaccati al mio braccio, li stacco e mi alzo correndo verso la porta "Aspetta, Shady non ti sei ancora ripresa"

Dice mia madre ma non la ascolto, inizio a vagare per l'ospedale cercandolo, ma ad ogni porta che apro, lui non c'è, dov'è? Non può avermi abbandonata, vedo solo medici, infermiere, gente ferita, persone che mi guardano con uno sguardo strano... Svolto l'angolo e mi ritrovo Luca, Nanci e i genitori di Riki seduti, quando mi notano però nel loro sguardo vedo come se mi stessero accusando, come se io non mi sentissi abbastanza in colpa, una lacrima mi scende, il cuore è in tachicardia, il dolore al petto, il pensiero che mi logora l'anima. "Dov'è?" La madre di Riki si alza e dice le parole che non avrei mai voluto ascoltare, parole che mi spezzano il cuore o meglio quello che è rimasto del mio cuore. "Riccardo è... in pericolo di vita, le possibilità che sopravviva sono davvero poche. In questo momento sta facendo un operazione per l'estrazione del proiettile che ha sfiorato il suo cuore."

Mi appoggio al muro e metto le mani tra i capelli.
Perché? Perché lui e non me, sarei dovuta essere io al suo posto. Lui non si merita tutto questo. Lui è l'uomo più buono del mondo. Lui è speciale. È l'unica persona che non mi abbia mai fatto del male appositamente, anzi non ha perso neanche un istante per rendermi felice. Lo sento, lo sento nel mio cuore, sento la sua presenza, sento che lui c'è ma non mi basta, ho bisogno di lui qui, al mio fianco, ho bisogno che mi dica che mi ama, ho bisogno di guardarlo negli occhi e di avere la certezza che non smetterà mai di guardarmi. Perché so che se lui se ne va, me ne vado anch'io, perché ha conquistato ogni parte di me. Non potrei mai dimenticarlo, ogni singola cosa che mi circonda mi ricorda lui, me stessa compresa, in me vedo lo specchio dei suoi sorrisi, dei suoi dolci baci, delle carezze, delle promesse, del nostro futuro. Non mi basta il ricordo voglio lui, l'amore della mia vita, la mia più grande vittoria. Non penso di averli dimostrato abbastanza che lo amo, che ringrazio dio ogni giorno, per avermi dato la possibilità di incontrare una persona così genuina, così meravigliosa, così tanto, troppo per me. Una volta lui mi disse "io ti aspetto" ora sono io a dirlo a lui perché io ci credo in noi e non smetterò mai di crederci, il nostro libro ha ancora tante pagine da scrivere, da disegnare e da vivere insieme mano nella mano.

Il dottore esce dalla sala operazioni con uno sguardo gelido, privo di emozioni come tutti i dottori d'altronde. Li vado in contro supplicandolo con lo sguardo di parlare, lui capendomi dice "abbiamo fatto del nostro meglio ora è tutto nelle sue mani, il suo risveglio dipende unicamente da lui. In caso contrario noi, non potremo fare nulla" Mi guarda negli occhi comprensivo per poi andarsene.

Dio mio, dammi la forza di affrontare tutto questo, mi sento come intrappolata in una scatola che piano piano si sta restringendo, facendomi perdere ossigeno sempre di più, lentamente e dolorosamente.

La madre di Riki mi si avvicina e si siede affianco a me. "Lo so come ti senti, è il tuo uomo ma è anche mio figlio sono sicura che ce la farà, lui è forte non sarà di certo un proiettile a porre fine alla sua vita, lui ha ancora tanti sogni nel cassetto, è ancora giovane. Non sentirti in colpa, lui non lo vorrebbe. Ti ama, ti ama come non ha mai amato nessuno. Ai suoi occhi sei la cosa più bella che li sia mai capitata. Gli hai cambiato la vita in meglio, affianco a te è diventato un uomo responsabile, con la testa sulla spalle, che lotta per ciò che vuole. L'altro giorno è venuto a casa ed era felice perché aveva tutto ciò di cui aveva bisogna. Non l'avevo mai visto così, aveva gli occhi che brillavano d'amore per te e per i bambini, aveva la voce che li tremava quando parlava di voi, era emozionato e mi ha confessato che il giorno del tuo compleanno, avrebbe voluto chiederti di sposarlo perché voleva essere legato a te in tutti i sensi possibili e immaginabili, voleva coronare il vostro amore davanti a dio finché morte non vi separi, voleva regalarti il matrimonio dei sogni, voleva farti sentire la sua principessa. Voleva amarti come nessuno aveva mai fatto, voleva rendere tutti gelosi di ciò che solo lui possedeva. Lui definiva il vostro amore come il vento lo senti ma non lo puoi toccare" queste parole non fanno altro che infliggermi lame al petto perché è di questo che parlavo prima lui è così, non si può non amarlo, non può passarti indifferente, deve sempre lasciare un segno in tutte le vite in cui inizia a far parte. Sento un senso di angoscia che mi serra la gola, un peso sul petto, il cuore che fa male, mi sento come un corpo senza vita, ho bisogno di uscire, di respirare aria perché qui mi sento morire, istante dopo istante sento che delle parti di me se ne stiano andando.

Inizio a correre senza meta, esco dall'ospedale e mi addentro in un posto pieno di alberi, panchine e un laghetto.

Il vento che mi colpisce in faccia, il suo profumo nell'aria, le immagini di una vita intera insieme a lui, le lacrime incessanti, la testa che pulsa, il cuore che a ogni battito si stringe, poi sento un cane che abbaia e mi fermo "Laika vieni qua, lascia stare la signorina" dice un uomo che sarà più grande di me di qualche anno "mi dispiace non volevamo disturb... si sente bene?" Io scuoto la testa negando, lui mi fa sedere sulla panchina e mi guarda preoccupato "vuole che la porti in ospedale" io continua a negare con la testa "cosa le è successo" con le lacrime agli occhi e la voce spezzata dico "L'amore della mia vita è la dentro, che lotta tra la vita e la morte e io sono qua con le mani legate" lui mi fa un sorriso triste e guarda il cielo "sai io nella vita non ho mai avuto molta fortuna, ma non mi sono mai lamentato. Ho sempre vissuto in strada, sono orfano, da piccolo mi hanno affidato a una famiglia che non mi trattava nel migliore dei modi, mi facevano sentire una nullità, mi hanno fatto credere che i miei genitori mi avessero abbandonato perché non ero all'altezza, mi hanno portato a un punto in cui sono entrato in depressione. Non ce la facevo più così un giorno ho preso uno zaino, ci ho messo le prime cose che mi sono capitate sotto mano e me ne sono andato. Da lì la strada è diventata la mia casa, però non ho mai chiesto elemosina a nessuno, o sempre voluto soltanto che la gente mi trattasse come una persona, questo però non è mai accaduto, agli occhi delle persone sono sempre stato un barbone, finché un giorno una bellissima ragazza si avvicina con un sacchetto di cibo tra le mani, me lo porge e si siede accanto a me, inizia a parlarmi spensierata, mi tratta come una persona normalissima non come un clochard, mi parla della sua vita, dei suoi problemi, della sua famiglia ecc. Da lì ogni giorno veniva da me, mi faceva compagnia ed io me ne ero perdutamente innamorato. Lei era riuscita a dare finalmente un senso alla mia vita, mi ha trovato in angolo, con la testa bassa, gli occhi pieni di sogni e i pugni chiusi eppure è riuscita a portare dentro di me una serenità che non conoscevo, io non avevo nulla da offrirle solo il mio tempo, mi svegliavo ogni giorno con il sorriso perché sapevo che lei c'era, era reale non era un'illusione come tutti i miei sogni. Lei era il mio piccolo grande amore, era fragile ma allo stesso tempo forte, ha reso la mia vita bella da morire. Per me era come un miracolo mandato da dio, però mi chiedevo sempre cosa ci facesse lei qui, in questo posto deserto vicino al ospedale, finché un giorno lei mi confessò che soffriva di cancro e che aveva poco tempo prima di morire, i suoi genitori però invece che lasciarla vivere con tranquillità i suoi ultimi giorni, la pressavano con le medicine e le terapie, pur sapendo che lei non ce l'avrebbe fatta comunque. Un giorno l'aspettai, ma non venne così fu anche il giorno dopo e quello seguente. Di qua non passava più nessuno, poi vidi un ragazzino venire verso di me insieme a un cane e mi diede una lettera che lei aveva scritto per me insieme a Laika, era suo fratello, nella lettera mi disse che mi ringraziava perché grazie a me aveva passato gli ultimi giorni spensieratamente, mi disse che la vita era fragile, preziosa e imprevedibile. Mi disse di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo, di godermi ogni istante perché da un giorno all'altro possiamo non esserci più, quindi non dobbiamo perdere tempo ad essere tristi, dobbiamo vivere e amare la nostra vita perché è un privilegio che in pochi hanno. Mi disse che le vere ricchezze si hanno dentro, e che solo con me aveva capito cosa voleva dire questa frase. Mi disse che siccome lei non ci sarebbe più stata, a farmi compagnia aveva pensato a Laika la sua migliore amica, mi disse che ero speciale, che le avevo fatto capire cosa sono le cose che valgono veramente nella vita, mi disse che probabilmente se non mi avesse incontrato se ne sarebbe andata con molti punti di domanda, con molti rimpianti, mi disse di amarmi ma che certe volte il destino divide le rotte. Con questo voglio dirti che lei è morta, ma l'amore della tua vita è ancora vivo ha bisogno di te, devi lottare con lui, devi crederci, devi avere fede, devi starli accanto, non abbandonarlo, dimostrali che tu ci sei, dilli che lo ami ogni giorno, non fare come me che non ho avuto il coraggio di dirglielo e ora mi limito a guardare la stella più luminosa, pensando che sia lei che mi guarda da lassù" lo guardo senza parole e mi rendo di conto quanto realmente questa vita a volte può essere crudele. "Grazie, grazie mille davvero" lo abbraccio e faccio per darli dei soldi ma lui mi ferma e mi dice di andare, di non perdere tempo che la vita è breve.

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