La principessa e la rabbia

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La principessa e la rabbia

Nei film e nei libri non descrivono quasi mai cosa accade nel momento successivo al rapporto sessuale, di solito la scena si conclude con i due protagonisti che, raggiunto il momento del culmine, si assopiscono l'uno fra le braccia dell'altra per concedersi un sonno ristoratore. Tre quarti delle volte il personaggio femminile si risveglia con l'odore di pancake che brucia le sue narici e ritroverà il suo partner sessuale in cucina, a prepararle la colazione.

Non è il mio caso.

Una sola è la parola con cui potrei descrivere il momento post coitale che caratterizza sia me che Jack: imbarazzo. Imbarazzo puro.

Sdraiata sotto le coperte, completamente nuda, non posso fare a meno di rielaborare tutto quello che è successo nell'arco di poche ore. Vari sono i sentimenti contrastanti che stanno creando una civil war nel mio petto, andando a distruggere la poca dignità che mi è rimasta.

Ho appena fatto sesso con Jack.

Non c'è nulla di male, me ne rendo conto. È perfettamente normale, completamente comprensibile: non sarò certo la prima né l'ultima ad approcciarsi a un rapporto sessuale con una persona con cui non ha una relazione sentimentale. Eppure, nonostante ciò, un enorme peso sembra collimare sulle mie spalle, rendendole fragili e spezzate.

Jack non parla, non dice niente, resta fermo, sdraiato sul materasso, con gli occhi rivolti solo verso di me. Non riesco a guardarlo in faccia, non riesco nemmeno a pensare a che luce possa avere in questo momento il suo sguardo mentre mi contempla: ho come l'impressione che, se lo facessi, rischierei per sempre di annegare nel suo profondo oceano blu.

Sento caldo, estremamente caldo, e mi fanno male muscoli che non sapevo nemmeno di avere. Ho appena scoperto tutte le agevolazioni del sesso di cui mi ero privata per molto tempo: ma anche prima, quando stavo con Andrew, non era stato così. Io e lui eravamo troppo giovani, troppo inesperti, stavamo ancora imparando a conoscerci e a scoprire il piacere della ricerca della carne e della lussuria. Il nostro era più sentimento che passione, quello con Jack è stato principalmente solo e soltanto quest'ultima parte.

La saliva si accumula nella mia gola in una palla di lava che brucia le mie corde vocali. La consapevolezza di quello che ho appena fatto, di ciò che ho appena perso, mi squarcia in due lo stomaco.

Ho fatto sesso con una persona che non è Andrew.

Non potrò mai più dire che lui è stato l'unico per me, non potrò mai più dire che solo lui mi ha toccata e baciata, che solo lui mi ha conosciuta per davvero nella mia nudità fisica e mentale.

Ho perso un'altra parte di lui e stavolta l'ho lasciata andare via consapevolmente.

Chiudo gli occhi, serro la mascella, inspiro tutta l'aria possibile per riempire i miei polmoni fino al punto di farli scoppiare. Ho le dita annichilite e la terribile sensazione che presto o tardi pagherò le conseguenze di un simile gesto.

«Sophia.»

Quando mi chiama col mio nome, con questa voce così profonda e sincera, è impossibile resistergli: il mio volto si muove automaticamente, gira a sinistra, sul cuscino dove lui è poggiato. I suoi capelli corvini cozzano alla grande con la federa piena di merli e il corredo antico del letto, il suo corpo così esplosivo pare a disagio in questo ambiente tipicamente femminile. «Non hai nulla da biasimarti, lo sai questo, vero?»

I suoi occhi così azzurri mi incatenano a lui, è impossibile mentirgli se dal suo sguardo vengo intrappolata e dalle sue parole ammaliata. «Lo so» la voce fuoriesce dalla mia gola distante e roca: la voce di una persona che ha appena subito un altro lutto una seconda volta. «Lo so, so che non... che non c'è nulla di male. Ho solo bisogno di... fammi digerire la cosa.»

Mai più CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora