La principessa e il pervertito

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Capitolo ventuno

La principessa e il pervertito

«Oh mio Dio!»

«Anja, per favore, calmati, se continui a gridare in questo modo la gente inizierà a sentirti!»

«Oh mio Dio!»

«Okay, la situazione sta degenerando, potresti cortesemente calmarti un secondo!»

«Calmarmi? Calmarmi?» Non riesco a smettere di muovermi, sto stringendo l'asciugamano bianco attorno al corpo come se fosse l'unico scudo che può difendermi da questo ammasso di carne e muscoli che è Jack Valentine. Un ammasso di carne e muscoli completamente nudo, che è in piedi di fronte a me, in tutto il suo splendore. «Sei... tu sei...»

Il sopracciglio di Jack si solleva lentamente con fare sardonico. «Sono cosa? Bello? Affascinante? Arrapante?»

Sento le mie guance andare a fuoco quando i miei occhi scivolano su questo corpo perfettamente modellato. C'è un che di strano, nel guardarlo così. Non mi era mai capitata l'occasione - dopo la morte di Andrew - di avere a che fare col fisico di un uomo così da vicino. Certo, ho visto Aaron e Bill nudi, ma loro sono i miei gemelli, ho fatto il bagno insieme a quei due, siamo usciti dalla stessa patata, abbiamo preso il latte dalla stessa tetta. Nella mia testa, per quanto belli potessero essere, non sono mai riuscita a considerarli "uomini" veri e propri. 

Mentre Jack... be', Jack è un'altra storia. Non ha il fisico scolpito di Aaron né quello atletico di Bill. Lui è gigante, sotto tutti gli aspetti. Possiede un corpo che sembra sul punto di esplodere da un momento all'altro, un fisico dannatamente sproporzionato che ha fatto emergere spalle ampie e muscolose e un petto gonfio e indurito coperto da un tappeto di peli neri.

Deglutisco rumorosamente, mentre i miei occhi vengono attratti da questa presenza come un magnete che reclama a sé il polo opposto al suo. Sento le mie gambe vacillare, mentre il mio sguardo, di propria volontà, scivola su questo tonico corpo. La sua pelle è scura, possiede un'abbronzatura naturale che modella e avvolge i muscoli insieme all'intricato sistema di tatuaggi che nasce dalle sue braccia e che si diffonde nell'addome come stelle sparse lontane nell'universo. Un nome, una scritta, un quadrifoglio... sono sparpagliati ovunque, sopra il pettorale sinistro, sulla clavicola destra, sul fianco sinistro, accanto a quella tartaruga che no, non è un tatuaggio, ma il frutto di un sollevamento di pesi durato per moltissimi anni. E ce ne sono altri, molti ancora, più in basso, vicino a...

Vicino a...

«OH. MIO. DIO!» Chiudo di scatto gli occhi, nel tentativo di dimenticare ciò che ho appena visto. Perché Jack Valentine è gigante in tutti i sensi, anche in quelli perversi. «Il tuo... oddio, tu hai...»

«Ehi!» si difende lui, la voce carica di divertimento. «Ascolta, sono un uomo, okay? E ho appena visto una bella donna nuda! Il mio amico là sotto ha reagito di propria iniziativa! Non è colpa mia! Aspetta, com'è che lo hai chiamato tu? Ah, giusto, il mio pippol-»

«Silenzio! Oddio! Sei un pervertito!» Disperata, scuoto la testa più e più volte nel tentativo di cancellare quell'immagine che sembra non volersi dissipare di fronte ai miei occhi. E' un qualcosa che non potrò mai dimenticare, se non con l'asportazione chirurgica dei miei ricordi. La lobotomia è ancora un'opzione valida. «Oh mio Dio, sei nudo!»

La risata di Jack è così profonda e roca da rimbalzare in ogni cellula del mio corpo, le dita dei miei piedi si arricciano per la sorpresa di sentirlo così divertito, nonostante questo sia il momento meno opportuno per lui di esserlo. Ma, ahimè, è anche vero che rare sono le occasioni dove mi capita di poterlo guardare in queste condizioni, perché nella maggior parte dei casi lui è sempre adirato o irritato.

Mai più CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora