La principessa e l'invito a cena

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La principessa e l'invito a cena


A svegliarmi è il timbro caldo di alcune labbra sulle mie spalle e il tocco caldo di alcune mani che avvolgono il mio corpo. È strano risvegliarsi con la consapevolezza di avere la presenza di qualcun altro, al proprio fianco, nel tuo letto. Non è male, non lo nego, ma, al tempo stesso, è una sensazione a me del tutto sconosciuta e che mi riesce difficile riuscire facilmente a digerire.

«Principessa, lo sai che dormi con la bocca aperta?»

I miei occhi si spalancano, così da incrociare quelli azzurri di un Jack Valentine appena sveglio. «Stronzo!» gracchio disperata, afferrando un cuscino e lanciandoglielo contro. Lui scoppia in una fragorosa risata. «Non dormo con la bocca aperta!»

«Oh sì che lo fai» ribatte lui con un altro sogghigno, le sue mani sulle mie spalle.  «Sei davvero poco elegante, Anja.»

Sconvolta, lo fulmino con un'occhiataccia. C'è da dire che avere a che fare con Guar di primo mattino è un vero e proprio miracolo, è impossibile mantenere uno stato d'animo arrabbiato quando hai praticamente un Doberman nudo sul tuo materasso. Il sole illumina la sua pelle abbronzata, donandogli una sfumatura quasi dorata mentre lui si sporge verso  di me. «Cosa stai facendo?» gli domando, indietreggiando col capo. 

«Sto per baciarti, se non ti scansi.»

«Non puoi farlo» ribatto, scuotendo la testa «non mi sono ancora lavata i denti.»

Il suo sopracciglio si solleva ironico, mentre il mio volto divampa di imbarazzo. All'improvviso la consapevole di ciò che è appena successo, di tutto quello che abbiamo fatto in questa stanza durante il corso della notte, si abbatte su di me. Stringo con violenza il lenzuolo del letto al petto, cercando di nascondere per quel che posso la nudità del mio corpo. «Sai che non ha senso farlo, vero?» mi domanda con interesse, lasciando scivolare il suo sguardo di fuoco sul mio corpo. «Ho già visto tutto quello che dovevo vedere ieri sera quando-»

«Dettagli.»

Le sue labbra si incurvano verso l'alto, prima che possa in qualche modo oppormi la sua bocca è sulla mia: calda, rovente. Il mio corpo, già stanco di suo per la notte insonne passata a fare cose poche onorevoli, pare sciogliersi di fronte alla sua presa. Jack profuma di pulito, di casa, di calore, ogni cosa in lui mi ricorda l'accoglienza di un mondo che, per la prima volta, pare appartenermi tanto quanto io appartengo a lui.

«Sai» mormora, fra un bacio e l'altro «sono più che a favore all'idea di rimanere a letto per tutta la serata...»

«Sì.»

«Ma...» La ricrescita appena accennata della sua barba fa prudere la pelle delle mie guance quando si stacca. «Dovremmo mangiare, prima.»

«Sì...»

Si stacca da me in un istante, il mio corpo rimpiange subito il contatto del suo, lo reclama a sé mentre si stacca e scivola dal materasso per infilarsi i jeans caduti per terra la scorsa notte. Niente boxer. Sasha aveva ragione, i capi intimi sono nettamente sopravvalutati, soprattutto in simili occasioni.

«Cosa c'è, Anja?» mi prende in giro lui, inarcando un altro sopracciglio. «Ti manco già?»

Sì, vorrei rispondergli, ma l'imbarazzo è troppo, così mi limito a lanciargli l'altro cuscino. La sua risata si riversa su di me in una cascata di emozioni. Chissà, forse questo è quello che si prova quando si è felici con qualcuno. Quando finalmente si è trovato quel pezzo del puzzle che ti completa, dopo anni e anni passati nella solitudine. Mi ero dimenticata di quanto bello fosse svegliarsi con qualcuno al proprio fianco, della sensazione piacevole che si prova nel non dover mangiare da sola a colazione, ma in compagnia di una presenza che non vorresti mai lasciare andare.

Mai più CenerentolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora