Tutti al night!

1.3K 30 2
                                    

                       Strangers

-non mi interessa!- tuonò con voce fredda come acciaio.
-ma... mi capisca- si udì dall'altro capo.
-la questione è più complicata di come sembra, non ho la minima idea di dove siano finiti. In archivio sembra che non ci siano mai arrivati- spiegò con accuratezza.
-credo propio che siano stati rubati- disse con tono fermo e sicuro.
-non mi interessa con quali cazzo di mezzi o con quali fottuti modi portatemi i documenti di quella dannata ADOZIONE!!!- il suo tono divenne minaccioso e inquietante.
-o può dire addio alla sua amata carriera!!!- sbatte la cornetta e guardò dinanzi a se.
-problemi?- disse uno di quest'ultimi
-dettagli irrilevanti...- lo liquido con un sorriso ipocrita. Si alzò dalla sedia sempre con la sua aura fredda.
-hai altro da aggiungere?- chiese l'altro ancora in tono annoiato.
-no! Potete andare e non dimenticate il piano... schiacceremo la WoW e tutti coloro che ci lavorano!- rise amaramente. Un amaro che sa di odio, di cattiveria, quella allo stato brado, quella che non guarda in faccia a nessuna, quella che sa di... vendetta e potere.

                         Ryan

L'ennesimo tuono che squarcia il cielo.
L'ennesimo giorno che Megan non mi calcola.
L'ennesima ora passata e lei che non torna a casa.
Mi distrugge questa distanza tra di noi, non poterle parlare liberante, non poter giocare o semplicemente sparare le mie cazzate. Sono giorni che non mi parla, a casa sta di rado e all'università la vedo al massimo due volte. So di aver sbagliato, e la mia migliore amica avrei dovuto dirle ogni singola cosa dal principio, ma la paura di rivederla soffrire mi ha fottuta. Megan per me e speciale, unica e sola non mi sognerei mai di farle del male, ma ho finto lo stesso col farglielo. Mi volto verso il piatto di pasta che ho lasciato nel microonde e penso a lei che ama la pasta al forno. Il mio sguardo si sposa sull'orologio della salone e segna le due del mattino. Sarebbe dovuta essere qui già da un pezzo, le avevo detto che ricominciare a lavorare in quel nightclub l'avrebbe stremata, orari non stabiliti, ore di sonno in meno e... il posto non uno dei migliori. Tutto questo solo per un salario di merda!

Passo le mani nei capelli non sapendo cosa fare, come una scossa di adrenalina prendo le chiavi della mia Mini Cooper e mi dirigo sotto questa pioggia che mi punge come spilli. Entro in auto già zuppa, inserisco le chiavi nel nottolino, provo ad accendere l'auto ma non mi da segni di vita.
-maledizione!!!- sbatto le mani sul cruscotto.
Provo ancora a girare le chiave ma nulla.
-no, no cazzo, porca di quella puttana!!!- do un pugno sul clacson. Cerco il cellulare nella tasca dei jeans, ma e scarico.
-cosa cazzo devo fare...- sussurro con l'indice e il pollice che premono sulle palpebre. So che Megan probabilmente mi ucciderà ma non posso continuare così o non arriverò a domani mattina.
-al diavolo!- sbatto la portiera e inizio a correre per le strade dì Seattle. Ricordo vagamente l'indirizzo che mi confesso Antony prima di salutarci all'aeroporto.
Il cuore mi pulsa così porte che sento il sangue fluirmi velocemente alle guance, ho così caldo che sembra che mi abbiano chiusa in una fornace. Sorpasso l'impero di sessanta piani chiamato WoW, cerco di riprendere fiato con le mani sulle ginocchia, il mio cuore sembra il motore di un Harley Davidson, ho le mani sudate, l'unico rumore che percepisco sono le mie Sam Smith che sguazzano in questo oceano di acqua e preoccupazioni.

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
 Business of loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora