La nuova collega

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Christin

Il ticchettio delle lancette dell'orologio e l'unico suono che riecheggia nel salotto.
Io e Antony siamo seduti uno accanto all'altro e osserviamo la bestia con circospezione.

Adoro mia sorella, palesemente, ma non vederla per tutti questi anni e ritrovarmela dopo tutto questo tempo nel salotto di casa mia, ormai donna, ma pur sempre con il suo chiodo di pelle e il casco della moto ammetto che fa un certo effetto.
-allora... Charlotte - trascina le parole il mio amico, e spiazzato quasi quanto me e sono sicuro che se non smetterà di fissare, ancora il suo culo si ritroverà appeso all'attaccapanni per mano mia.
-sei... come dire...- sbuffa a disagio.
-si lo so, sono cresciuta, sono una coglionazza, ora sono una donna e bla bla bla... ti ringrazio lo stesso- ci parla con indifferenza mentre giocherella con una statua di cristallo della collezione di Thomas.
-sempre modesta da come vedo- sorride sfacciato Antony.
-e tu hai sempre un casco di banane al posto dei capelli- sorride sornione e a questo gesto sembro vedere ancor di più la somiglianza con mio padre.
-senti piccoletta...- irrompe Tony velocemente puntandole il dito contro. Sono le quattro del mattino e tanto chiedere un po' di riposo?! Cristo!
-non parlarmi così in fretta, non mi dai il tempo di ignorare tutto quello che mi dici- lo sorpassa con una eleganza disarmate, per poi prendere posto al mio fianco. Intanto il mio amico sembra essere diventato un pezzo di marmo con una faccia da pesce lesso.
-e tu?! Non le dice nulla! Lasci che mi parli con quel tono? Assurdo e totalmente assurdo!- mi indica scioccato per poi dirigersi su per le scale, probabilmente in camera sua.
Il borbottare del mio amico cessa non appena la sentiamo sbattere la porta. Stranamente l'aria diventa asfissiante e torrida.
-hai paura della tua sorellina?- prorompe charlotte che si denuda dei guantini e del chiodo.
-assolutamente. Solo che cazzo sei così...- non riesco a trovare le parole. Sembra così lontano le notti in cui dormivamo avvinghiati perché aveva freddo, o tutte le volte che la prendevo in giro che non avrebbe mai trovato un ragazzo per via del suo carattere eccentrico.
-adulta. E questa la parola che cercavi. Avrò anche vent'anni, ma ho sempre una testa di merda tranquillo- mi schiaccia l'occhio.
-non avevo dubbi...- lascio sfuggire una piccola risata mente riempio un bicchiere di Gin e uno di whisky.
-allora sorellina perché sei qui, non girarci in torno?- mi siedo sulla poltrona esattamente di fronte a lei.
-sono stata espulsa dal collegio- trattiene una risata. Mia sorella e sempre stata una testa calda come me, con la sola differenza che lei è pazza egocentrica. Ecco perché decidemmo di mandarla in un collegio per ristabilire il suo atteggiamento, ma credo che abbiamo solo alimentato questo suo lato da sociopatica.
-oh Charlotte!!!- mi lamento.
-mi hanno salvato il culo tante volte grazie ai miei voti a dir poco eccellenti, ma questa volta lo fatta davvero grossa...- abbassa lo sguardo colpevole.
-ovvero...- ho timore a ricevere la sua risposta.
-corsa clandestina con le moto all'interno del collegio- dice in sussurro. Vorrei aver sentito male ma so per certo che non è così.
-no dico ma ti ha dato di volta il cervello?!- alzo di poco il volume della voce.
-andiamo Christian non venirmi a fare la paternale, tu da giovane eri molto peggio- fa schioccare le labbra in modo annoiata. A volte mi domando come faccia sapere tutte queste cose.
-devo ricordarti quando venivi a prendermi di nascosto al college e passavamo tutta la notte in giro a fare guai...- un sorriso pieno di ricordi mi si dipinge sul volto.
-stai dicendo che ora sono vecchio?- le lancio in cuscino.
-lo hai detto tu fratello!- alza le mani in segno di resa.
-come la presa la mamma della tua espulsione?- verso altro whisky nel mio bicchiere.
-ormai si è rassegnata. Ha finalmente accettato un causa persa come figlia- manda giù l'ultimo sorso.
Per un breve momento c'è un silenzio da parte di Charlotte. La noto girare l'ultima goccia di Gin nel bicchiere e boccheggiare di tanto in tanto.
-Christin senti... mi potresti ospitare per un po', sai dopo l'espulsione ho bisogno di stare un po' lontana dai guai- si schiarisce la gola. Sapevo dove voleva andare a parare e mi chiedevo per quanto avrebbe temporeggiato ancora.
-puoi stare qui per tutto il tempo che vuoi- le sussurrò dolcemente.
-oh grazie fratellone sei sempre il migliore!- mi salda addosso.
-e ora posso anche dirtelo... hai cazzo di casa da far tremare i coglioni, ma una festa non c'è la organizzi mai?- urla esaltata.
-se vuoi alloggiare in questa casa ci saranno delle regole da seguire- dico in modo autoritario.
-regola numero uno: non puoi caminare in biancheria intima dato che c'è Antony, regola numero due: nessun ragazzo potrà entrare in questa casa e ne tantomeno nelle tue mutandine fin quando abiterai con me- il sorriso di Charlotte lentamente sparisce lasciando un espressione smarrita sul suo volto.
-era meglio che me ne tornavo in collegio- sbuffa.
-guarda che ti ho sentito. E regola numero tre non che la più importante: nessuna festa o qualcosa che implichi folla e confusione in questa casa. Sono stato chiaro?- chiedo con sarcasmo.
-cristallino!- mi regala uno di quei sorrisi falsissimi che so mi porteranno più guai che altro.
-allora!!! Avete finito di fare salotto qui c'è qualcuno che vuole dormire!- la figura di Antony in mutande ci viene incontro.
-oh oh fermo lì!- lo blocco lanciandogli un cuscino.
-perché?- chiede confuso.
-da oggi lei vivrà qui- Charlotte muove le dita per salutarlo, non sembra affatto imbarazzata nel vedere Antony in mutande, ansi mi sembra che la cosa gli sia indifferente. Oh beh tanto meglio!
-quindi camminare in mutande e severamente proibito!- copro gli occhi a mia sorella con i palmi delle mani.
-Christian, Christian, Christin...- toglie le mie mani dai suoi occhi.
-ho vent'anni e non sono più...- non le lascio finire la frase che urlo.
-no!!! Non ti azzardare a dire una cosa del genere in mia presenza!- mi tappo le orecchie.
-e ora andiamo a letto tra due ore io e Aontony abbiamo il lavoro- la spingo su per le scale. Percorro il corridoio dove ci sono le camere da letto e apro quella con le finestre più grandi.
-da oggi questa è la tua stanza. Ci sono le finestre come piacciono a te- le porgo le chiavi e le bacio la tempia.
-notte peste!- mi allontano.
-grazie Chirs- la guardò sorridermi dolcemente per poi chiudermi la porta alle spalle.

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