Capitolo 13~ Salvataggio in corso

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Nico's Pov

Dopo mezz'ora di macchina finalmente arrivo a casa. Inizio a chiamare Will inutilmente visto che non ottengo risposta. Forse starà dormendo e non mi ha sentito perché con la gravidanza il suo sonno è diventato più pesante. Vado a controllare in camera nostra.
Non è lì.
Controllo nella camera della piccola dove spesso si addormenta pensando a lei.
Non è neanche lì.
Inizio a sudare freddo e non aiuta il vento gelido che arriva dal lato sinistro del corridoio. Percorro questo fino a quando non sono davanti a cocci di vetro misti a un po' di sangue. Vado avanti ma scivolo su qual cosa che per poco non mi fa cadere. Guardo che cos'è e vedo che sono altri cocci, questa volta di un vaso. So che devo preoccuparmi quando in mezzo a quei pezzi di ceramica colorati c'è una spilla. Una spilla che anche io ho nel cassetto della mia stanza nel castello e che ho sempre rifiutato di metterla. La spilla con lo stemma dei di Angelo, che non è altro che un triangolo con all'interno un segno.

Che rappresenta l'intera famiglia. Almeno so dove dirigermi e so che non lo farò da solo.

Due, tre, quattro squilli prima che Jason mi risponda.
"Hey Nick, sono le 11 di sera che cosa vuoi?" Chiede mezzo scocciato dall'altro capo del telefono.
"Jay ho bisogno di un favore enorme. Ti prego" dico quasi sul punto di piangere. Sono sempre stato una persona con i nervi saldi che non si lascia sopraffare dalle situazioni spiacevoli ma adesso c'è in ballo l'amore della mia vita, anzi. Gli amori della mia vita. William porta in grembo nostra figlia che merita di nascere in un ospedale rispettabile e non in una merdosa prigione, da solo e al freddo.
"Nico sto arrivando, intanto spiegami la situazione" dice Jason preoccupato. Non so perché ma mi ha sempre ricordato una mamma iperattiva
Poi mi ricordo che ha un figlio e non posso lasciarlo andare. Morirebbe e sarebbe solo colpa mia.
"Jay non venire più resta a casa, per il bene di Piper e tuo figlio"
"No Nico! Mi hai svegliato! Non vengo, non so neanche dove, ma tu mi devi spiegare il perché della chiamata adesso."
"Mio padre ha mandato evidentemente qualcuno a casa e hanno preso Will. Sono sicuro che sia lui. Ho trovato la spilla con il simbolo dei Di Angelo che portano sempre le guardie e gli abitanti del castello"
"Non dovevi spiegarmelo adesso vengo con te!"
"Jason, NO!" urlo con rabbia.
"Non vieni! Non voglio nessun morto in questa missione. Vado da solo!"
"Scusa sono già in macchina con Percy. Sai neanche noi vogliamo morti"
"Potrete anche mettere in imbarazzo Will! Lo sapete quanto si sentirebbe umiliato? È in una situazione orribile e-"
Neanche il tempo di finire che il campanello suonò.
Andai ad aprire e davanti a me si pararono i volti determinati dei miei cugini. Feci uno sbuffo e poi ordinai:
"Dobbiamo andare al castello di Zeus.
Lì c'è l'attrezzatura giusta."

Arrivati lì ci dirigemmo subito verso quella che loro chiamano "sala di guerra" oltre ad armi e robe varie ci sono anche dei 'macchinari' che, se viene attaccato un apposito cip alla persona interessata si possono osservare tutti i suoi movimenti, il luogo in cui si trova e chi gli sta attorno.
"Vieni qui" dice Percy. Mi ordina di togliermi la maglia e dopo aver eseguito mi impianta, attraverso una sorta di "mega siringa" il cip.
"Bene, fatto. Ti ho fatto male?"
"No è tutto a posto" dico con la mia voce impassibile e dura per nascondere il bruciore che ho alla spalla.
"Allora, vai a cambiarti e poi prendi il borsone con le armi"
"Si mamma" lo prendo in giro.
Appena fatto tutto, metto l'auricolare per mettermi sempre in contatto con loro e parto con la mia Jeep di fiducia.
Will tranquillo, sto arrivando amore mio

Will's pov

Le catene intorno ai polsi stringono e desidero solo morire per liberarmi di questa pena. L'unica cosa che mi manda avanti è lei la mia bambina. Il nome avevamo deciso di deciderlo solo durante il travaglio per tranquillizzarmi o negli ultimi giorni previsti prima del presunto parto.
Avevo tante idee in testa e ora queste ultime possono essere mandate in frantumi da un re troppo crudele per fermare la sua sete di sofferenza e un principe troppo egoista e cieco per vedere il male che stava recando.

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