*No exit* ~°Hyungwonho°~ [ITA]

Chapter XXIX

Anche Hyungwon aveva letto i commenti sul loro concerto. Solo che quelli che aveva letto non erano quelli di supporto.

'Ma sta provando anche lui? Sembrava non volesse essere lì.'

'Chiaramente pensa di essere troppo bravo per stare sullo stesso palco col resto dei Monsta X, davvero, hanno bisogno di liberarsi di lui, ha distrutto il duro lavoro dei ragazzi.'

'Hyungwon deve seriamente smettere di essere una diva. Può rallentare quando si stanno allenando, ma è giusto che cerchi almeno di fingere che gli importi.'

'Ho sempre saputo che lui non andava bene.'

E altri.

Ha fatto ancora più male. Avevano commentato le sue maniche lunghe, di come aveva cercato di prendere le distanze dai fan, di come aveva smesso di mangiare per far sì che si preoccupassero per lui, di come fosse una puttana dell'attenzione.

Prima che potesse rendersene conto era caduto vittima di un altro di quegli spaventosi attacchi di panico che lo invadevano sempre più spesso. Conosceva un solo modo per fermarli e quindi non ci pensò due volte prima di prendere il rasoio e iniziare a correre sul tetto, il suo posto sicuro.

Ma prima di arrivare lì, vide il manager uscire dalla sua stanza arrabbiato, no... era furioso...

Doveva aver letto i commenti. Stava per licenziarlo. Stava per buttarlo fuori, sbarazzarsi di lui. Tutto quello a cui stava lavorando così duramente sarebbe sparito perché aveva deciso che fidarsi delle persone era giusto.

Era stato così stupido, così ingenuo e ora ne avrebbe dovuto affrontare le conseguenze.

Corse, prima che lui potesse capire quello che stava facendo. Gli ci vollero alcuni secondi per arrivare al posto in cui si stava dirigendo. Altri secondi per fare ciò che desiderava fare ardentemente. Un altro secondo per capire che era troppo profondo, troppo lungo.

Ma non riusciva a tornare in sé per preoccuparsi troppo. Forse sarebbe stato meglio se lui se ne... andasse.

Ma il tempo scorre più veloce di quanto tu possa sperare.

Così, quando quei secondi trascorsi seduti sul tetto, a guardare il pavimento sotto di lui, si erano scoperti non secondi, nemmeno minuti, ma ore, rimase davvero deluso nel vedere la faccia del suo capo davanti alla sua pallida.