Primo capitolo.

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Stasera uscirò con una compagnia,si,una compagnia di soli ragazzi,non mi stanno molto simpatici,ma,non potevo rifiutare per l'ennesima volta un loro invito,almeno c'è Alex,l'unico che mi abbandona raramente per non dire mai,sono quasi pronta,manca il mascara,non posso uscire senza di quello.
Mi arrivano trecento messaggi
-dove sei ?
-sei in ritardo.
-sei la solita ritardataria..
-ti stai muovendo ?
Che palle,sono sempre a lamentarsi,non c'è mai una cosa che gli va bene,non so neanche dove vogliono andare. Rispondo velocemente ai messaggi
-sto arrivando.
Cammino velocemente,lungo la strada con le cuffiette nelle orecchie,non voglio vedere Claudio,ma so che ci sarà,ha organizzato lui,non voglio vederlo dopo quello che è successo settimana scorsa,non voglio incontrare un ragazzo che mi ha torturato per una giornata e poi mi dice 'voglio uscire con te.' no perché non è una cosa possibile,se ti interessa una ragazza non continui a rompergli,non continui a stressata,la lasci stare e cerchi di attaccarti e di conquistarla,lui invece no,non voglio vederlo,ma lo vedrò. Senza rendermi conto sono al bar dove dovevamo incontrarci ed eccolo,è qui anche Claudio,saluto tutti e lo saluto a distanza,preferisco mantenere le distanze,vedo Alex e mi avvicino a lui,parliamo della sua ragazza,sono mesi che non ho il ragazzo e mi fa invidia,perché mi manca avere un ragazzo,uno di quelli responsabili non che non ti lasciano stare.
Ritorno sulla terra e lascio i sogni,dentro ad un bicchiere di cocktail che mi hanno appena ordinato,almeno sanno che cocktail mi piace.
«Ohi Mia non bevi ?»
«Stai calmo non è che sono una alcolizzata che finisce un bicchiere in due sorsi come te.»
«Simpatica stasera.»
«Si,come te tutti i giorni dell'anno.»
Mi lancia un occhiata,che subito rimando,che cazzo vuole ? Fa i pallini di carta e me li tira con una cannuccia,mi centra i vestiti e lascio andare,ma, quando mi c'entra la fronte,bevo la fine del mio cocktail e me ne vado. Questo è troppo.
Alex viene con me,usciamo e ci avviamo in un parco,tra poco deve andare e me ne andrò anche io,che serata schifosa,me ne devo andare anche da sola.
Passa un amico.
«Jacopo.» urlo.
Non mi sente,è sfrecciato via sulla sua Fiat punto color bronzo. Non è serata,questa serata è ed era destinata a finire così,uno schifo. Mi avvio e vedo una macchina avvicinarsi,cazzo,i soliti maniaci che ti si attaccano.
«Mia,mi hai chiamato ?»
«Jacopo ma sei cretino ? Mi hai fatto spaventare.»
«Scusa..»
«Mi porti a casa,ho passato una serata di merda.»
«Tanto vado a casa anche io ora,sali,dai.»
Salgo e guardo il finestrino,ho vergogna,non sono mai andata in macchina con un ragazzo giovane,con un amico che conosco da tanto e non sapevo neanche avesse la patente,di solito ci vado con mia madre,mio padre o qualche amica,mi sembra la cosa più strana del mondo,mi picchia la mano sul ginocchio.
«Cos'hai disastro ?»
«Niente,è che ho passato una bruttissima serata e per fortuna sei arrivato tu a portarmi via da tutto quello.»
«Andiamo a fare un giro o devi andare a casa ?»
Guardo l'ora sul cellulare 23.30,voglio cambiare la mia serata.
«Andiamo a fare un giro,se non ti disturbo.»
Scrivo a mia mamma un messaggio veloce.
-mamma non so che ora torno,ho passato una serata di merda,poi ho incontrato Jacopo e andiamo a fare un giro. Buonanotte :*
Poverina,magari era in ansia ad aspettarmi,mi sento una figlia snaturata,ma,voglio cambiare questa merda di serata in qualcosa di bello,ho passato tante serate di merda,ma non così orrende. Ogni tanto mi guarda,gli sorrido,gli dico di Claudio che è anche un suo amico,di come si è comportato e lui ride,si perché per lui è un comportamento da infantile,come dargli torto ? Mi dice di non pensarci;ci fermiamo e entriamo in un pub,ricordo due anni fa,quando avevo quindi anni ci venivo sempre,quando mi aveva lasciato il moroso,ora ritorno e,ha un sapore amaro,sapore di amore non più corrisposto,sapore della prima vodka,sapore dei pianti fatti di notte,sapori di un adolescenza appena iniziata e ormai quasi finita,che sapore strano.
Scendo e riguardo questo posto,non è cambiato,non è cambiato per niente,mi ritrovo in due ragazze,che bevono vodka con l'amica del cuore,loro due e basta,senza grandi compagnie,mi guardo intorno e Jacopo mi prende per mano e mi trascina dentro.
Prendiamo una birra,anche se a me non piace molto,ma,gli faccio compagnia,iniziamo a parlare e mi piace ciò che dice,ha qualcosa di fottutamente affascinante,lo guardo e ogni tanto gli sorrido.
«Ci eri già venuta qui ?»
«Ehm..si...l'ultima volta circa due anni fa.»
«Avevi una grande compagnia allora.»
«No,ci venivo per non vedere il mio ex ragazzo,venivo con la mia migliore amica di quel periodo.»
«Ah..»
Mi guarda,ma abbasso subito lo sguardo sulle mie scarpe,non so che dire,non dovevo parlarne.
«Dai,andiamo da un'altra parte qui sono tutti ubriachi.»
Sa cambiare bene il discorso,sono contenta,gli sorrido e salgo in macchina,sono stanca,ma,non voglio farlo a notare,ho un sorriso da ebete,la serata è diventata qualcosa di magnifico. Gli occhi si vogliono chiudere.
«Mia,vuoi andare a casa ?»
«Sono stanca,però sono stata bene.»
Mi guarda,gli sorrido,si slaccia la cintura di sicurezza e mi abbraccia,mi accarezza i capelli e la mia testa chissà dov'è,le sue labbra si appoggiano sulle mie e le nostre lingue iniziano a giocare,toccandosi l'un l'altra.
«Anche io,anche io sono stato bene.»
«Sei uno stronzo.» rido.
Rido perché alla fine mi porterà a casa e la mangia svanirà. Rido perché è meglio ridere che piangere.
«Perché ?»
Glielo dico o no ? Lo dico ? Si..no..aspetta.
«Perché domani sarò sempre la solita Mia,sarò sempre il solito disastro.»
«No,se vieni con me.»
«Ma,Jacopo,sono stanca.»
«Andiamo insieme a dormire.»
«Come faccio ?»
«Fidati di me.»
Si riallaccia la cintura e accende l'auto,esce dal parcheggio e vedo ragazzi che vomitano fuori da quel pub,ricordo quella volta in cui ero venuta con delle altre amiche e c'era un ragazzo che vomitava e cadeva,gli amici al posto di prenderlo e aiutarlo ridevano e lo lasciarono lì. Chiudo gli occhi,non voglio vedere altre scene rivoltanti,non voglio altri ricordi,di quegli anni terribili. Lo guardo e cazzo mi ha baciato e,cazzo mi ha detto che è stato bene con me.
La sua mano è sul cambio,delicatamente appoggio la mia,mi sorride,divento rossa,mi sento scottare le guance. Prendo il telefono e scrivo alla mia amica
-Gloria scusa per l'ora,sono via con Jacopo,posso dire a mia mamma che sono da te a dormire ?
Ps. Grazie.
Inviato. Spero non mi dica di no. Be' Gloria è una mia amica,fa la mia stessa scuola e per due anni eravamo in classe insieme,dopo abbiamo scelto due rami differenti,io cucina,le pasticceria,lei c'è sempre stata,la conosco da anni ormai.
-Grazie per avermi svegliata. Si sei da me a dormire,i miei non ci sono,c'è qui Simone cioè scusa ci sei tu a dormire ahahha. Non combinare disastri.
Ps. Figurati.
La amo cazzo,la amo. Ha una storia da circa sei mesi con questo Simone è simpaticissimo,ed è molto disponibile.
Scrivo veloce veloce un messaggio a mia madre.
-Mamma scusa per l'ora,ho trovato Gloria in giro e dato che i suoi non ci sono mi fermo da lei a dormire. Buonanotte :*
Metto il telefono in borsa. Scende dalla macchina e io scendo con lui.
«Perché sono qui ?»
«Non ti lascio andare,non così tardi,è un problema ?»
«No,ma non ho il cambio,il pigiama,niente.»
«Ci sono i vestiti di mia sorella,mia madre e lei sono andati via per il weekend.»
Salgo insieme a lui le scale lentamente,sono contenta si,sono contenta e non so il perché.
Mi fa vedere la sua stanza,ma a me serve un bagno,devo struccarmi.
Vado in bagno e mi guardo allo specchio,sono orrenda,come posso interessare ad un ragazzo così ? Come ? Mi tolgo il trucco piano. Mi asciugo la faccia.
«Per dormire se vuoi ti do una delle mie magliette.»
Annuisco rossa in viso. Mi da un bacio sulla guancia.
Va in camera sua e lo seguo è grandissima,ha un letto di una piazza e mezza blu,delle foto sul muro di lui,di sua sorella,di sua madre,ma..non di suo padre. Perché manca suo padre ?
Mi da una maglietta,esce dalla porta e mi spoglio;voglio chiederglielo,ma ho paura di essere troppo invadente. Mi metto la maglietta e mi siedo sul letto.
Chissà perché così tante foto,chissà perché la figura del padre non c'è,chissà chi è quella ragazza che è vicino a lui e a sua sorella e quel bambino ?
Bussa e mi spaventa,apre la porta.
«Ehi sei già nel letto,non mi aspetti ?»
«Si,solo che ho visto le foto sul muro sono bellissime..»
«Si,be' mi piace la fotografia,bellissime che parola enorme,è la mia famiglia.»
«Ma,non manca qualcuno ?»
«No,ci sono tutti,mia madre..mia sorella..mia cugina..» ecco chi era quella ragazza. «..mio cugino.» ed ecco chi era quel bambino.
«Tuo papà ?»
«Mio papà non c'è,è morto.»
Perché non mi tappo la bocca ? Perché non mi faccio gli affari miei.
«Mi dispiace,davvero,non mi faccio i fatti miei,scusa,io non volevo davvero.»
«Tranquilla è successo anni fa.»
«Vuoi ?»
«Ero piccolo,ancora oggi ho gli incubi a volte,avevo quattro anni quasi cinque,ero un bambino problematico,mi avevano trovato una lieve forma di autismo,ora dicono che sia passata..arrivai a casa dall'asilo ero felice e spensierato,avevo i miei piccoli problemi con quella 'malattia' anche se era in forma lieve,ma nessuno mi faceva sentire diverso,mio papà non era neancora arrivato e come ogni sera volevo fargli una sorpresa,ma,quando arrivò a casa era stanco,più del solito..andò in bagno a sciacquarsi la faccia,ma non uscì più,andai a chiamarlo,ma nessuno rispondeva,bussavo,bussavo forte alla porta,chiamai mia madre,apri la porta,mio papà era per terra..non respirava più. Mia mamma in lacrime chiamò l'ambulanza. Infarto. Mio padre morì d'infarto.»
Ho gli occhi lucidi,lui è forte,è un ragazzo fortissimo. Lo abbraccio.
«Tu sei forte.»
«Non sono forte,mi sono nascosto per 15 anni,non parlavo più,mi hanno bocciato due volte a scuola. Io non sono forte.»
«Vieni qua.»
Lo tiro verso di me,lo bacio,questo ragazzo,questo bambino,cresciuto senza un padre,affrontando tutto da solo,affrontando quella piccola malattia che ha.
«Ci mettiamo a letto ?»
«Si..»
Questo ragazzo ha bisogno di affetto,a bisogno di qualcuno,qualcuno che si prenda cura di lui. Mi bacia,ci baciamo,passione e foga mixato insieme.
«Cosa stai facendo Mia ?» mi ferma.
«L'amore.»
E mi bacia forte e mi bacia come nessuno ha fatto mai,la prima volta.
«Sei sicura ? Se non vuoi,io volevo stare con te.»
«Si.. Però devo dirti una cosa.»
«Dimmi.»
«È la prima volta.»
«E lo vuoi fare con me ?»
«Si.»
«La cosa più bella che mi hanno detto in 22 anni.»
Mi toglie la sua maglietta,mi bacia,mi bacia il collo,il seno,la pancia. Si toglie la maglietta e si slaccia i pantaloni,non mi toglie gli occhi di dosso,lo bacio,gli sorrido.
È un sorriso pieno di emozioni,paura,felicità,disperazione si,a pensare a un povero bambino di quattro o cinque anni che vede il proprio padre morire.
Mi toglie il reggiseno e le mutandine,sono nuda davanti a lui. Mi bacia l'ultima volta prima di entrare dentro di me,siamo un unico corpo,le sue mani si stringono nelle mie,le sue gambe tra le mie e,un po' mi fa male,ma,non m'importa,c'è lui.
«Se ti faccio male smettiamo.»
«Si.»
Ma di male non ne sento,sarà che c'è lui,sarà che in una sera ho scoperto che persona è e quanto ha sofferto.
Mi colma,colma ogni vuoto che ho dentro,mi riempie,solo io e lui. Solo noi. Mi bacia e non la smette di farlo;mi accarezza il viso e gli sorrido.
Veniamo,insieme.
Mi da un bacio sulla fronte.
«Sei bellissima.»
«Resta.»
«Non me ne andrò.»
Solo noi,in una notte d'estate.
Non riesco a dormire,anche se lui è qui abbracciato a me. Non riesco a capire come ha fatto a resistere così,io non sarei riuscita. Neppure a chiudermi a riccio come ha fatto lui.
È davvero forte,perché non si reputa così,io ammiro le persone come lui,che lottano,che lottano per la loro famiglia.
Ma,ora,il sonno prende sopravvento.

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