Capitolo 24

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Erano passate quasi due settimane da quando Gary mi aveva lasciata ed era difficile riprendere in mano la vita dopo essere stata lasciata dall'uomo che amavo. Pensavo fosse la persona giusta per me, ma più ci pensavo, più pensavo di non essere all'altezza di Gary. La mia vita entrò in stallo: passavo molto tempo a non fare nulla, piangevo ogni volta che in TV passavano un episodio di Law and Order, non riuscivo più a scrivere, mangiavo poco e nulla, Ignoravo i messaggi che mi arrivavano, non rispondevo alle chiamate dei miei fratelli e dei miei migliori amici. Mangiavo poco e niente, evitavo le cene con i miei genitori, mi sentivo sempre fiacca e troppo triste.

Forse George aveva ragione, io ero una buona a nulla e dovevo arrendermi all'evidenza delle sue parole; avrei dovuto arrendermi al fatto che sarei rimasta da sola per il resto della mia vita. Forse dovevo davvero cedere alle sue lusinghe, ma avrei rinunciato alla cosa più importante: la mia vita. Mi scrollai quei pensieri di dosso con difficoltà, quando ricevetti un messaggio da Sally, che mi chiedeva di telefonarle. La ignorai. Sapevo che non era giusto, ma mi era piombato tutto addosso, il fatto che ero single e la gravidanza. Mi ci erano voluti un paio di giorni dalla visita di Sally per elaborare seriamente che aspettavo un figlio, così comprai dei test di gravidanza ulteriori: tutti positivi. Avevo tentato di raggiungere telefonicamente Gary per un paio di volte durante la settimana precedente, ma dato che non mi rispondeva, gli lasciai dei messaggi in segreti facendogli sapere che saremmo diventati genitori. Lo pregai di richiamarmi, che volevo andare con lui alle prime visite, ma non ricevetti alcuna risposta. Non sapevo nemmeno io che cosa mi aspettassi, ma ero delusa.

In ogni caso, sapevo che la quiete prima della tempesta sarebbe finita prima che io me ne accorgessi: Mark aveva ancora un mazzo di chiavi di riserva dell'appartamento. Era pur sempre casa sua e di tanto in tanto, quando ero malata, le utilizzava per controllare come stavo.

Era un mercoledì mattina, mi trovavo a letto a guardare l'ennesima replica di Star Trek: The Next Generation, quando sentii la voce di Mark chiamarmi. Sembrava lontanissima, ma era solo all'ingresso.

«Helen?» chiese

«In camera.» dissi

Ci furono dei passi e lo vidi, quando varcò la porta della camera, era preoccupato a morte.

«Mark sono orribile... vai a casa» dissi portandomi un lembo della coperta sul viso

«No, non me ne vado, anzi. Ti ricordi quando eri piccola?» disse piano, sdraiandosi al mio fianco e mi accarezzò piano i capelli.

Sorrisi, ricordando un sacco di cose di quando ero piccola, soprattutto che lo seguivo ovunque e lo adoravo; crescendo erano cambiate tante cose, mentre quest'ultima cosa non era mai cambiata. 

«Come potrei dimenticare. Quella volta che sei stato male durante le vacanze e io mi ero infilata nel tuo letto perché pensavo che la borsa dell'acqua calda fosse sopravvalutata. Mamma urlava e papà che invece ci lasciava fare...»

«Già. Era pazzesco, da quel momento, però mamma ti ha lasciato fare se volevi passare in mia compagnia e non stavo bene. Quanti anni avevamo?» chiese, probabilmente fingendo di non ricordarsi

«Tu venti, io quattro se non erro.» dissi

Lui mi guardò con aria dolce, passandomi un fazzoletto e mi soffiai il naso.

«Ottima memoria. A volte mi chiedo se l'ho sognato, ma a quanto pare non è accaduto. Hai fame?» mi chiese

«Non molto, ma potrebbe essere una buona idea. Non mangio bene da giorni. Che ore sono?» risposi sinceramente

«Si avvicina l'ora di pranzo. Quando ti senti pronta, ci alziamo e andiamo di là.»

Il fatto che ci fosse Mark lì era di gran conforto, mi sentivo protetta. Sentivo un rumore di pentole e se potevo azzardare, le altre persone in casa erano Ethan e Dean.

Contro ogni probabilità #wattys2019 [Da Revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora