Tutta quella situazione accaduta il giorno prima, mi dava da pensare. Non solo perché non riuscivo a togliermi dalla testa la figuraccia fatta con il capo di mio fratello, ma perché temevo di avere messo Dean nei guai. Litigammo spesso quando ero un'adolescente, io e Dean avevamo due caratteri molto diversi, anche se ci volevamo molto bene, bastava anche che io mettessi un paio di calzini che non gli piacevano per ricevere un suo commento negativo.
Avevo da sempre un meraviglioso rapporto con entrambi i miei genitori, così mentre aspettavo Sally e Luke che sarebbero arrivati nel pomeriggio, telefonai a mia madre, chiedendo cosa dovessi fare. In breve, mi consigliò di non preoccuparmi se Dean si era apparentemente allontanato da me. Accadeva spesso e volentieri quando era super impegnato con il lavoro, perciò presto si sarebbe sistemato tutto.
Ero ancora al telefono con mia madre quando Luke e Sally erano arrivati mezz'ora in anticipo. Terminai la conversazione in tutta fretta, scusandomi, promettendole di richiamarla quella stessa sera.
«Rimaniamo poco, io devo coprire il turno di un mio collega. Sua moglie sta partorendo e ovviamente non me la sentivo di dirgli di no.» ammise Luke e Sally invece mi guardò con imbarazzo.
«Io devo andare per forza in palestra. Se fosse per me non andrei, ma sono tre giorni che mangio schifezze e devo smaltirle in qualche modo. Graham ultimamente si è fissato con il take-away perché secondo lui non cucino abbastanza bene. Senza contare che quando sono in ufficio, mangio comunque da asporto» ammise lei con un risolino.
Non era affatto vero, Sally cucinava molto bene, ma il problema era un altro: era decisamente pigra. Poteva andare avanti per una settimana intera a toast o a pasti pronti, prima di cucinarti una serie di pasti fantastici, ricette molto spesso ereditate dalla nonna cuoca. Le lasciò un ricettario, pieno di ricette meravigliose e io stessa, con la concessione di Sally, avevo rubato la ricetta di un pollo al limone che cucinavo per le grandi occasioni. Secondo il mio parere, non si avvicinava nemmeno a quello che doveva essere a quello di Helena, la nonna di Sally, ma il risultato comunque era molto buono.
Mentre i miei amici si accomodarono sul divano, io misi in un'insalatiera un pacchetto formato famiglia di patatine fritte confezionate, acquistate nel piccolo supermercato dietro l'angolo e tirai fuori dal frigo tre cola. Posai sul tavolino prima le patatine, poi una cola davanti a ciascuno di noi e mi sedetti su una poltroncina di fronte a loro. Volevano sapere cos'era accaduto in tribunale, così raccontai quanto era successo e in tutta onestà; non riuscivo ancora a capacitarmi di quanto fosse stata assurda la situazione.
«È pazzesco! Sei andata a sbattere proprio contro l'avvocato Chandler? Come hai potuto non riconoscerlo?» mi chiese Sally, bevendo un sorso di cola.
«Non so nemmeno io come ho fatto a non riconoscerlo. Ero convinta in un primo momento che il suo capo fosse l'avvocato Kennedy, non ricordavo nemmeno fosse andato in pensione tre anni fa. Pensate che Dean mi ha fatto una sfuriata pazzesca uscendo dal tribunale mi sa che per un po' di tempo non vorrà vedermi. Ho anche paura di presentarmi in studio, per offrire ad entrambi un caffè. Sono un'idiota.» ammisi con tono lamentoso. In tutta onestà, non riuscivo a togliermi dalla testa quell'uomo, mi stavo appigliando ad ogni scusa per non farlo. Volevo odiarlo, ma non ci riuscivo, anzi mi dispiaceva per come mi ero comportata.
«Ascoltami. A me non dispiace stare qui sul tuo divano a ingozzarci di patatine, ma odio ascoltarti mentre ti sminuisci. Rivoglio indietro la mia migliore amica. Ho bisogno di te, Helen, e se questo avvocato ha creato involontariamente un motivo per farti uscire di casa, anche solo perché tu gli offra un caffè per farti perdonare, ben venga. In ogni caso, per quanto riguarda tuo fratello sei agitata per nulla, secondo me è semplicemente concentrato per via del lavoro. Se lo conosco almeno un po', non ti ha più chiamato per quel motivo, vedrai che tutto si sistema tra qualche giorno. Dean, tra tutti, è quello che si stressa di più, non doveva fare l'avvocato, magari il pugile. Prendere a pugni qualcuno è un buon modo per rilassarsi. O il detective, quando ti tocca rincorrere qualcuno aiuta a liberarsi della tensione accumulata.» disse Luke con aria seria.
La prima parte di quel discorso mi fece stare male, soprattutto una frase nello specifico. Rivoglio indietro la mia amica. Mi resi conto di quanto negli ultimi tempi fossi stata sempre troppo occupata per loro, tutto iniziato per colpa della rottura con George. La mia famiglia mi aveva dato cose da fare, poi mettendoci le mie scadenze per il romanzo e il fatto che quel poco tempo che rimaneva lo passavo a casa, era proprio vero che non uscivo più con loro. Onestamente non era mia intenzione che si sentissero messi in secondo piano, ma era accaduto. Dovevo riprendere in mano la mia vita in qualche modo, ricominciare ad uscire e offrire il caffè ad un avvocato sarebbe stato il mio primo passo. Prima, però, dovevo fare un'altra cosa: scusarmi con i miei amici.
«Ragazzi, scusatemi se vi ho trascurati. Non era mia intenzione, ma mi farò perdonare. Ve lo prometto e ci sarò al tuo anniversario con Graham, Sally. A costo di ammorbarvi a morte con le mie idee strampalate per il nuovo romanzo. Tu, invece caro il mio Luke, dovrai aiutarmi per l'avvocato, un paio di consigli saranno utilissimi. Vi voglio tanto bene.» dissi alzandomi, mostrando un sorriso divertito e facendo cenno ad entrambi, in quanto li volevo abbracciare. Accolto il segnale, si alzarono e mi raggiunsero.
«Ci sto.» disse la mia amica allegramente, abbracciandomi per prima «Mi è mancato quel sorriso. Ti voglio bene, principessa.»
«Ti voglio bene, anche io. Non te lo dimenticare e il mio aiuto non mancherà.» rispose Luke, guardandomi.
Alla fine, come mi avevano preannunciato, dovettero andare via, così mi sedetti sul divano a mangiare delle patatine che erano rimaste nell'insalatiera. Pensai, però, che potevo in ogni caso uscire a fare due passi, potevo far qualcosa fin da subito. Posai l'insalatiera sul tavolino, indossai le scarpe da ginnastica, presi la borsetta, le chiavi di casa dal piattino vicino alla porta di ingresso e dopo aver chiuso la porta dietro di me, scesi le scale. Arrivai sulla strada e guardai il cielo blu per un lungo istante. Per la prima volta dopo tanto tempo, non pensai nemmeno di cambiarmi d'abito e non mi curai dei miei capelli orribili, in fondo sarei soltanto andata in uno di quei piccoli supermercati aperti ventiquattro ore, in quanto volevo acquistare qualcosa da mangiare per cena; nonché sarei passata alla caffetteria che c'era dietro l'angolo, per chiedere se avevano del caffè da asporto.
Chi mai avrei potuto incontrare per strada?
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Contro ogni probabilità #wattys2019 [Da Revisionare]
RomansaHelen, quarta figlia di Stephen ed Elizabeth, ed unica ragazza dopo tre fratelli maschi, è una scrittrice affermata. Vive in un suo appartamento in una cittadina, Brightway. Un giorno si scontra con Gary, un affascinante avvocato, senza riconoscerlo...