L'ultimo desiderio

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Emma era stata legata in una piccola stanza, da cui ormai entrava solo il chiarore della luna. Era esausta e una lacrima le accarezzò il volto. Non poteva credere che i suoi genitori non avessero rivelato la sua nascita, come se fosse qualcosa di cui vergognarsi, e lei ora era così arrabbiata con loro che nemmeno la morte le faceva più paura, non voleva tornare in quel castello, in quella prigione, con dei genitori che sembravano non averla mai accettata e che fingevano solo di volerle bene, Emma arrivó addirittura a pensare che la volessero dare in sposa solo per i loro interessi, per far rendere suo fratello Nial re della foresta incantata e lei sarebbe stata messa di nuovo in disparte, rinchiusa con un uomo che lei non voleva.
Il pensiero della sua piccola che era così indifesa, in mezzo a persone così spregievoli, avrebbe solo voluto sapere che lei stesse bene.

Uncino scese le poche scale che portavano alla sua cabina

- allora principessa - disse mentre affilava un semplice coltello

Emma non osava alzare lo sguardo, non voleva che quel uomo vedesse le sue difese crollare, non voleva che qualcuno pensasse che fosse debole, allora provava a nascondere il volto.

Il capitano si avvicinò e senza rendersi conto di nulla continuava a parlare

- mi dispiace davvero tanto che questa sia la nostra ultima notte principessina o cosa diavolo tu sia, io con le donne preferisco fare altro - si aspettava una risposta efficace da parte della sua prigioniera ma questa non arrivó.

Allora decise di fare ciò che andava fatto, si avvicinò a Emma e la accoltelló, a Emma usci un lieve gemito che si nascondeva tra le lacrime, doveva girare il coltello che era dentro al suo corpo per essere sicuro di ucciderla, ma per un istante esitò, cosa che non aveva mai fatto prima e lui aveva ucciso molte persone.

Emma quasi d'istinto smise di nascondere il suo volto dietro il braccio e guardó quel Capitano che guardava fisso il coltello.

- ti prego fallo - sussurró debolmente la ragazza, finita in una agonia interminabile

Solo in quel momento Killian, il capitano, si rese conto che Emma stesse piangendo, la guardó negli occhi e vide degli occhi verdi pieni di dolore e pieni di mistero, così diffidenti e così difficili da capire.
Quella visione gli fece provare un dolore atroce, come se avessero accoltellato lui

- non piangere - disse quasi arrabbiato, non ce l'avrebbe fatta ad ucciderla se continuava a guardarla

- mia figlia, ti prego, si chiama Arianna,dille che il mio ultimo pensiero era rivolto a lei, ti prego, dille che sua madre le voleva bene, le mentiranno, le diranno che l'ho abbandonata, ma non è così -

Nonostante Emma sapesse che quel pirata non avrebbe mai esaudito la sua richiesta qualcosa dentro di lei le disse di farla comunque

Al sentire quel nome così famigliare Uncino tolse immediatamente il coltello dal suo corpo,
il dolore per la ferita non si poteva spiegare

- ti prego non lasciarmi morire così lentamente-

era l'ultima richiesta che Emma avrebbe fatto in tutta la sua vita, perché mentre muori i ricordi ti invadono la mente e fanno ancora più male della morte stessa, pensó a Bealfire, all'unico uomo che le aveva trasmesso una sensazione simile alla felicità e alla sua bambina, a quando aveva partorito, e si odiava per averla lasciata da sola

Uncino quasi istintivamente asciugó le lacrime di Emma, che gli fece un sorriso debole, non riusciva a spiegare le sue reazioni, nonostante quell'uomo la stesse uccidendo lei si sentiva al sicuro, come se fosse a casa. Le bagnó la ferita con il suo rum

- non voglio ucciderti - disse mentre provava a spogliare la ragazza per poterla medicare

- ah no? - disse fievole Emma come se lo stesse prendendo in giro, anche se in quel momento avrebbe solo voluto morire

Intanto il capitano aveva liberato la ragazza da quel vestito e dalle catene, ora le era rimasta solo il lungo vestito di velluto che faceva di base al vestito, il capitano lo tirò su delicatamente

- cosa fai? - provó a dire Emma con le sue ultime energie

- io... bhe mi dispiace ma devo cucire la ferita -

Era la prima volta per quel pirata di dover giustificare il fatto di essere così vicino a un corpo quasi nudo di una donna, Emma lo lasció fare, non aveva le forze di replicare e per un Uncino fu straziante non poter fare quel corpo solo suo.

Della luce iniziò a dare fastidio agli occhi di Emma, era straziata, aprì con calma gli occhi e vide davanti a se la figura del pirata.

- tu - disse spaventata Emma provando ad alzarsi

- nono stai ferma, non voglio farti nulla -

- dopo aver tentato di uccidermi, non vuoi farmi nulla? -

- è stato un errore -

- un errore prendersela con una donna indifesa? È così che si comporta un pirata? Vi sopravvalutano quando vi descrivono - disse Emma mentre provava ad alzarsi dal letto, ma un dolore lancinante la immobilizzò, la ferita che le aveva procurato quel pirata era ancora lì, dolorante e lei aveva alzato un muro di difese che la notte prima mentre stava per morire, le erano crollate con quel pirata.

Emma e KillianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora