Capitolo 5

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«Sono contento, sai?», disse Jake con un sorrisetto, concentrato sulla strada e tenendo ben salde la mani attorno al volante. Sollevai un sopracciglio.

«E perchè saresti contento?», chiesi voltandomi verso di lui per guardarlo, seduta al posto del passeggero.

«Perchè alla fine ti sei convinta», rispose girandosi verso di me un momento per poi riportare l'attenzione davanti a sè.

«Chissà perchè...», mormorai piú a me stessa, ma a quanto pare lui sentí.

«Non sai resistermi, ecco perchè. Nessuno ci riesce», continuò facendo riemergere il suo lato egocentrico, accompagnato dal suo solito sorriso sfacciato che lasciava intravedere i suoi denti bianchissimi.

Avevo accettato il suo invito. Non volevo farlo all'inizio, ma Jake si era presentato davanti alla porta di casa mia con un mazzo di fiori: rose rosse, le mie preferite. Quel gesto lo trovai cosí adorabile che non potei far altro che accettare la sua proposta. D'altronde, nessuno aveva mai fatto qualcosa di così carino per me!

Ridacchiai vedendo la sua espressione. Lui, vedendomi ridere, si difese «Volevo provare a fare il seducente, ma con te non ci riesco e questa cosa mi infastidisce», disse capendo di aver fatto una specie di smorfia, invece del suo solito sorriso accattivante.

Eravamo diretti verso una meta a me sconosciuta, questo era tutto quello che sapevo, o comunque che dovevo sapere. Jake aveva detto che era una sorpresa e mi aveva anche detto di vestirmi con abiti comodi, quindi dedussi che non stavamo andando a cenare in uno di quei posti dove ti uscivano gli occhi fuori dalle orbite a causa dei prezzi troppo alti; questo era un punto a suo favore.

Ero una persona a cui piacevano le piccole cose, i piccoli gesti. Preferivo mille volte fare un picnic al chiaro di luna che andare in un ristorante di lusso, circondati da ricchi snob che non conoscevano il significato della parola ritegno.

Dopo venti minuti passati in silenzio, non uno di quelli imbarazzanti, grazie a Dio, Jake spense il motore dell'auto, scese e venne dalla mia parte per aprirmi lo sportello, porgendomi poi la sua mano.

Qualcuno gli avrà dato una botta in testa o fatto bere qualche liquido perchè non era da lui comportarsi in quel modo, non mi dispiaceva per niente però.
C'è bisogno di romanticismo in questo mondo!

Lo ringraziai con un sorriso timido, afferrando successivamente la sua mano che copriva interamente la mia.

Mi guardai intorno. Il sole stava scomparendo all'orizzonte, colorando il cielo con varie sfumature di rosso e di arancione: uno spettacolo da mozzare il fiato. Erano gli inizi di settembre, le giornate erano ancora lunghe.
Ci trovavamo su una collinetta, da dove si poteva vedere la città di New York in tutto il suo splendore. Era tutto meraviglioso.

Jake era andato ad aprire il portabagagli per poi tirare fuori una cesta di medie dimensioni.

Non ci potevo credere!

«Sorpresa! Ti conosco troppo bene so che questo è quello che preferisci», disse indicando il panorama e la cesta da picnic.

Mi aveva per caso letto nel pensiero?

«Si, è vero. Mi conosci troppo bene!», esclamai sorridendogli, non potendo trattenere la felicità.

Dentro il cestino c'era anche un grande telo verde a quadri che stendemmo sull'erba per poi sederci e vedere tutte le prelibatezze che Jake aveva preparato. Era un cuoco eccezionale!

TMNT | You saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora