Capitolo 12

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"Cosa diavolo posso fare...", pensò Leo che era in balia dei suoi pensieri.

Dopo essere rientrati nel rifugio, Raffaello era andato direttamente in camera sua sbattendo la porta e senza degnare di uno sguardo neanche il sensei che aveva chiesto cosa fosse successo. Lui era così, quando si arrabbiava ci voleva un po' prima che riuscisse a calmarsi.

Leonardo invece aveva tranquillizzato i fratelli che erano rimasti interdetti dal comportamento di Raph.

Dopo aver spiegato loro la situazione, decise di pensare ad un piano per salvare Kira.

«L'avranno portata nel palazzo di Shredder?», chiese Mikey.

«Sarebbe troppo scontato...», riflettè Donatello.

«Che ne dite del laboratorio di Stockman?», riprovò Michelangelo.

«Potrebbe essere», rispose Leo.

«Visto che non abbiamo indizi, dobbiamo cercarla ovunque», disse Donnie.

«Hai ragione. Allora ci divideremo: voi due andate al palazzo di Shredder mentre io andrò al laboratorio. Magari avremo fortuna...», decise Leo.

«E Raph? Non viene con noi?», domandò ingenuamente il più piccolo.

«No Mikey, se la caverà da solo. Ora dobbiamo andare», rispose il leader frettolosamente.

Michelangelo però rimase un po' deluso da quella risposta. Sia lui che Donnie odiavano quando Leo e Raph litigavano perché poi si veniva a creare questa situazione spiacevole. L'essere squadra significava superare qualsiasi ostacolo insieme ma a forza di litigare si otteneva l'effetto contrario: ognuno per la sua strada.

«Forza andiamo. Sbrigatevi!», li incitò ad uscire dal rifugio Leonardo già pronto per la missione di salvataggio.

Le altre due tartarughe, dopo essersi lanciate uno sguardo di intesa, raggiunsero il fratello e insieme uscirono dalle fogne con il piano ben architettato in mente.

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Intanto nel laboratorio di Stockman...

«Hey, voi! Lasciatemi andare immediatamente! Mi avete sentito? Lasciatemi andare!», Kira urlò con tutta la forza che le rimaneva mentre si ritrovava legata ad un lettino con mani e piedi bloccati.

L'ambiente incuteva timore: il buio la faceva da padrone se non per qualche lampadina accesa qua e là e si respirava un'aria fredda.

Kira si trovava in quella che aveva riconosciuto essere una cella che al posto delle sbarre di ferro aveva una lastra di vetro che affacciava sulle altre numerose celle presenti su tutti i piani che davano all'edificio la forma di un cilindro. Ogni stanza era attrezzata di telecamere che denunciavano ogni comportamento strano.

Quello che una volta era il laboratorio ormai era diventato una vera e propria prigione ad alta tecnologia.

Al centro di quell'alveare di celle, si trovava sospeso a molti metri dal pavimento il centro di comando di quel posto. Schermi di computer e vari pulsanti che si illuminavano di diversi colori si estendevano sul bancone che permetteva una visuale circolare sull'ambiente circostante e quindi di controllare la situazione e il minimo movimento sospetto.

Dato che era possibile vedere lo spazio esterno, Kira potè constatare che lei non era l'unica che Shredder aveva rapito.

Tiger Claw e Baxter Stockman confabulavano sulla piattaforma sospesa in aria, circondati dai più bizzarri strumenti tecnologici, quando fece il suo ingresso Shredder.

«Avete fatto come vi ho ordinato?».

«Si maestro! L'abbiamo legata al lettino, purtroppo il sonnifero non ha fatto effetto e si è svegliata prima di quanto ci aspettassimo. Questa ragazzina ha forza da vendere...», rispose la tigre guardando Kira mentre si dimenava cercando di liberarsi ma senza successo.

«Me lo immaginavo», disse Shredder.

Kira era in preda al panico.

Perché era legata? Cosa volevano quei mostri da lei? Purtroppo stava perdendo le energie, era stanca, voleva dormire ma non poteva, non doveva.

Non sapeva cosa le sarebbe successo, se avrebbe rivisto di nuovo i suoi amici o suo padre.

Pensando questo gli si offuscarono gli occhi dalle lacrime, non voleva morire così giovane.

Ora era da sola contro il male in persona, poteva contare soltanto sulla sua astuzia e sulle sue capacità. Doveva farsi forza, non si era mai arresa e non lo avrebbe fatto di certo ora.

All'improvviso la lastra di vetro che separava Kira dai suoi aguzzini - e che in un certo senso la teneva al sicuro - cominciò a scorrere aprendosi e rompendo lo scudo che aveva creato. Kira iniziò ad agitarsi, ora era vulnerabile. Si trovava letteralmente nelle mani del nemico.

Shredder, Tiger Claw e Baxter Stockman entrarono nella cella della ragazza grazie alla piattaforma che fece uscire una passerella metallica da una fessura, permettendogli così di avvicinarsi.

«Cosa diavolo volete da me?», con coraggio provò a chiedere. La sua voce era flebile.

«Oh lo vedrai, ragazzina», ghignò Tiger Claw prima di affiancarla velocemente e di metterle una benda sugli occhi. Kira ora era completamente al buio, non vedeva nulla e questo peggiorò soltanto le cose. Lacrime calde cominciarono a scendere dai suoi occhi.

Stockman stava per iniettarle dell'altro sonnifero per farla addormentare quando la voce di Shredder risuonò alta e rabbiosa.

«No! Voglio che sia cosciente mentre operiamo, così saprà cosa ho dovuto sopportare io a causa sua e di quelle maledette tartarughe - si poteva sentire l'odio nelle sue parole - Questo sarà l'inizio della mia vendetta», concluse con lo sguardo fermo su Kira. Parlò in modo lento e conciso, il suo tono non ammetteva repliche. Anche ai suoi due servitori vennero i brividi a causa della malvagità che trapelava dal suo discorso.

Se fosse stato per lui l'avrebbe uccisa all'istante ma si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo.

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Buonasera a tutti!
Capitolo molto corto lo so ma il bello arriverà più in là tranquilli;)
Mi scuso per eventuali errori.
Un bacio!
- V.

TMNT | You saved meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora