Capitolo 20

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Prendimi per mano, ti amerò un'ora e se lo vorrai ti amerò ancora

"Raga noi andiamo, domani alle 5 dobbiamo essere in aereoporto... ci vediamo" dice Simone una volta passata la mezzanotte, seguiamo i due piccioncini fuori dal locale e ognuno si dirige per la propria strada.

Non vedo l'ora di partire, amo viaggiare sebbene abbia una paura enorme di volare, buffo no? È come un medico che ha paura del sangue o un paracadutista con le vertigini. Mi piace però conoscere gente nuova, nuove culture e abitudini differenti. Respirare aria nuova e ammirare le città. Amo queste cose, soprattutto se vengono fatte con gli amici più cari.

"Fil... senti, Simo ed Emma non volevano dirtelo ma io ritengo giusto che tu lo sappia" mi dice il ragazzo una volta stetosi al mio fianco nel letto, mi volto verso di lui e poso una mano sulla sua guancia, lui mi afferra per i fianchi e mi attira a sè "Dimmi Ein" sussurro, fa un piccolo sospiro e mi guarda negli occhi, gli faccio un sorriso di incoraggiamento e inizia a parlare "Vengono anche Carlotta e Lorenzo" mormora piano, sgrano gli occhi e lo abbraccio "Sei felice?!" Esclama sorpreso ricambiando la stretta improvvisa "Spero solo che non si uccidano a vicenda, sono pur sempre i miei migliori amici" dico posando il mento sulla sua spalla "Carlotta mi ha detto che hanno chiarito" dice lui, io sorrido e mi accoccolo al suo petto cadendo tra le braccia di Morfeo dopo pochi minuti cullato dal battito del cuore del mio ragazzo e protetto dalle sue braccia.

"Lorenzo! Muoviti che perdiamo il volo!" Esclamo al mio migliore amico che ancora deve fare il controllo del bagaglio. Annuisce e nel giro di un minuti ci raggiunge "Ma Flash chi?" Esclama lui, scoppiamo tutti a ridere e andiamo ad aspettare l'aereo che si rivela essere in ritardo di un'ora.

Ho paura, ho paura di salire su quell'aereo, il lato positivo è che Einar e Lorenzo saranno entrambi al mio fianco, menomale... Fortunatamente Einar si è ricordato gli auricolari, che io intelligentemente ho dimenticato sul tavolo di casa, e ha accettato di condividerli al costo che la musica la scelga lui. "Piccolo vuoi qualcosa?" Chiede Einar al mio fianco indicandomi lo Starbucks dell'aereoporto proprio di fianco a noi "Il solito" dico e lui annuisce dirigendosi al bar accompagnato da Lorenzo e Simone.

Rimango con le ragazze e noto che Carlotta è strana, è sbiancata, improvvisamente "Cos'hai Carlotta?" Chiedo prendendole una mano, mi guarda e capisco, e preoccupata, ma non per il volo, non per dover stare lontata da casa a 16 anni, è preoccupata perché dovrà farlo con Lorenzo, l'ex che l'ha tradita "Ehy ehy! Dai che magari incontri Coutinho che si innamora di te" dico ridendo seguito anche da lei ed Emma che continua ad accarezzarle la schiena "Magari..." dice lei "Non l'ho dimenticato, non riesco a farlo io... io sono innamorata di lui..." continua, Emma sorride per poi dire "Sono qua vicini" riferendosi agli altri tre, ci voltiamo e  i tre sono praticamente da noi, tutti con due bicchieri che ci porgono.

Sorrido ad Einar ringraziandolo trattenendomi dal baciarlo, è ancora presto. "Bro! Dove andate di bello!" Sento esclamare da dietro, mi volto e vedo le figure di Federico e Benjamin davanti a me "Ehy! Barcellona, voi?" Dico battendo il pugno a entrambi invitandoli a sedersi con noi "No, figo bro, pure noi!" Esclama sorpreso il chitarrista, sorrido pensando già in quale carcere di Barcellona finiremo.
"Go guys, il gate è aperto" dice Emma incitandoci a salire su quell'aggeggio.

"No Einar, io vado via" "Filippo! Calmo, ci sono io" "Ein, ho paura" "Piccolo mio, tranquillo okay?" È da 20 minuti che Einar cerca di tranquillizzarmi sul fatto dell'aereo ma io penso di morire da un momento all'altro, sospiro posando la testa sulla spalla del cubano e afferrando la sua mano che ricambia la stretta. "Guys!? Are you ready for Bracelona?" Dice Emma inquadrandoci con la telecamera del suo telefono "Ready un cavolo! Io me ne vado" dico facendo ridere tutti gli altri "Filippo ha paura povero" continua la ragazza sfottendomi fin quando non termina la storia.

Sorrido capendo che lo ha fatto per il "primo momento eiram" della vacanza e mi riaccoccolo al petto del mio ragazzo non smettendo di stringere la sua mano. L'aereo inizia a partire così Einar prontamente mi mette una delle sue cuffiette lasciando partire "Nera", inizio a respirare a fatica, la testa inizia a fare male e l'ansia si fa spazio dentro di me, il cubano lo capisce e fissa il mio sguardo nel suo per poi prendere il mio mento tra le mani e baciarmi, un bacio, lungo, lento, dolce. Fatto di lingue, sorrisi e denti, di passione, di amore e di bisogno. Non mi stancherò mai di baciare queste labbra morbide e accoglienti, neanche morto.
Dopo qualche minuto si stacca da me sorridendo "Visto? Siamo partiti e nonte ne sei nemmeno accorto" sussurra posando la fronte sulla mia, sorrido e annuisco baciandolo a stampo "Ti amo Einar"

"Barcellonaaaaaaa" grido correndo fuori dall'aereoporto, i ragazzi scoppiano a ridere e sento Emma dire "Einar, tuo ragazzo è strano" e l'altro ridacchiare, mi volto seccato e noto che in tutto questo Lorenzo ha ripreso ogni cosa e l'ha messa sulla storia di Instagram. Benissimo, ora gli scleri del "Einar il tuo ragazzo è strano" se li prende lui. Mi raggiungono tutti e ci avviamo verso la stazione dei taxi.

Arrivati in hotel lasciamo le valige in stanza e a turno andiamo in bagno per sistemarci un minimo, entro per primo io, mi lavo la faccia, i denti e spazzolo i miei capelli cercando di dargli un senso ma il risultato non è proprio quello che desideravo, come sempre d'altra parte. Sbuffando esco dal bagno lasciandolo ad Einar che in due minuti esce in tutta la sua bellezza, mi avvicino a lui e lascio un bacio a stampo sulle sue labbra e, mentre mi stacco lui prontamente prolunga il bacio inserendo la lingua nella mia bocca senza preavviso cogliendomi alla sprovvista, sorrido sulle sue labbra e ricambio il suo gesto portando le mani sul suo fondoschiena sodo stringendolo. Si lascia sfuggire un gemito ovattato dalle mie labbrae sorrido beffardo, lui accorgendosene mi spinge al muro facendo aderire i nostri corpi senza mai staccare le nostre bocche. Porto le braccia sulle sue spalle unendole dietro al suo collo attirandolo a me. Prende la mia gamba destra e mi fa circondare il suo bacino, sento la sua eccitazione premere sulla mia coscia.

Ho voglia di stare qui, in questa stanza a fare l'amore con il ragazzo che amo, a baciarci sotto le coperte, a coccolarci come una mamma fa con suo figlio, a buttare fuori le nostre paure e a rassicurarci l'un l'altro. Ho una voglia matta di sentirmi suo, suo e di nessun altro, di dimostrargli che io sono suo e che lui è mio. Voglio marchiare il suo collo, la sua clavicola, il suo petto, per far capire che lui è mio e non si tocca, che lui è la persona che amo e nessun entrerà nel mio cuore a meno che non si tratti di lui.

Costretto dal tempo che scorre veloce allontano le nostre labbra facendolo mugolare contrariato "Amore mio, abbiamo tutta la sera" dico e lui annuisce prendendomi per mano uscendo dalla stanza per poi correre nella hall raggiungendo gli altri quattro "Stavate per darci buca vero?" Rivolgo uno sguardo al mio ragazzo e scoppiamo entrambi a ridere seguendo gli altri fuori dall'uscita.

Riusciamo a perderci nel centro di Barcellona, voi direte "Va beh, Barcellona è grande, dovete trovarvi sulla Rambla, ci sta" e avreste anche ragione se non avessimo avuto l'hotel proprio sulla strada più conosciuta della città. Decidiamo allora di chiedere indicazioni, io sono del parere di sfruttare il sangue latino di Einar ma Ben si oppone volendo parlare lui. Ovviamente fallisce miseramente guadagnandosi un'occhiataccia dalla donna a cui aveva chiesto spiegazioni e una risata da parte del mio ragazzo che traduce le parole del castano "Scusa ma dove abbiamo calzino che dobbiamo Rambla" scoppiamo tutti a ridere.

Prevedo una bellissima vacanza.

Quanto costa la felicità? ~Eiram~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora