Giochiamo?

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Accompagno Nora dai nonni e Caroline, la mamma di Jim, mi offre un caffè che io rifiuto perché sono di corsa. Le dico che mi fermerò al ritorno e lei, sempre con gentilezza, mi chiede se posso passare a prendere Nora il giorno seguente ed io a malincuore le dico di sì. Almeno mia figlia è felice.

Esco fuori di casa e mi accendo una sigaretta, aspetto un taxi che dopo cinque minuti si ferma. Il signore che ne è alla guida avrà un cinquant'anni e con modi molto gentili mi chiede la destinazione, gli porgo il biglietto e riesco ad intravedere un sorriso dallo specchietto. Il tragitto è abbastanza breve e, dopo aver pagato, esco dal taxi.
L'edificio che mi si pone davanti è tutto bianco, avrà una trentina di piani, e un cartello nero fa da contrasto a tutto l'edificio.
"Carlos & Co." sussurro.
Entro e vado verso una scrivania, c'è una ragazza molto gentile che mi dice di aspettare perché il signor Carlos è in sala riunioni. Mi siedo su delle sedie e cazzeggio con il cellulare, una noia mortale lavorare qui. Il telefono squilla ogni cinque secondi, segreterie che sono sempre in giro per commissioni, Carlos e Dorian che ridono, stare...cosa?!
Alzo lo sguardo e vedo Dorian salutare Carlos. Io mi alzo e vado verso il mio caro dominatore, li guardo e Dorian ha una faccia perplessa.
"Megan, che gran piacere rivederti in altre vesti." dice Dorian ridendo.
"Per me non è un piacere."dico con tono acido tagliando a corto.
" Bene, io e Megan andiamo. Se non ti dispiace. "dice Carlos mettendo un braccio dietro la mia schiena.
"Mi sarebbe piaciuto passare del tempo con te, ti avrei sculacciato talmente forte per il tono con cui mi hai risposto." sussurra Dorian.
"Sono sicura che Carlos saprà fare di meglio." dico facendo l'occhiolino.
Carlos mi prende per mano e la stringe forte, un contatto che mi fa venire i brividi.

Decide di prendere l'ascensore, il suo ufficio si trova all'ultimo piano.
"Sei bellissima." dice avvicinandosi.
Io arrossisco e sorrido.
"Hai un corpo perfetto." dice poggiando una mano sul mio sedere.
Le sue labbra sono così vicine.
"Sei così piccola e indifesa." dice bagnandosi le labbra.
Il suo corpo ormai preme sul mio e riesco a sentire perfettamente la sua erezione.
"Sono così eccitato, tu mi fai questo e a me non sta bene. Non puoi avere questo potere su di me." dice stringendo i denti.
Io lo guardo e inizio a strusciarmi su di lui, muovo il bacino e lui mi stringe i fianchi.
"Oh...si."dice e subito dopo si aprono le porte dell'ascensore.
Una signora anziana ci guarda malissimo e noi cerchiamo di ricomporci. Arrivati al trentesimo piano usciamo, Carlos fa finta di parlare al cellulare ed io lo seguo.

"Scusa ma non voglio destare sospetti." dice chiudendo la porta, a chiave.
Io mi siedo sulla scrivania e lui viene verso di me.
"Ti sei comportata proprio male, dovrei sculacciarti."dice prendendo un righello dal porta penne.
"Fallo." lo istigo.
Lui mi prende per il braccio e mi fa mettere a 90° sulla scrivania, abbassa il pantaloncino e sposta il kimono.
Io mio sedere è in bella vista, Carlos fa scivolare giù anche il mio perizoma di pizzo e mi aiuta a toglierlo. Lo mette nel cassetto della scrivania e prende del nastro adesivo, lo posiziona sulla mia bocca ed io lo guardo malissimo.
"Non porto una ball gag in ufficio." dice ridendo.
Inizia a massaggiare il mio sedere, prende il righello e, lentamente, mi colpisce sui glutei. Questa lentezza che mi sta facendo venire sempre più voglia di lui. I stessi colpetti lenti iniziano a scendere fino alla mia vagina, lì fa un po' male...ma niente di che.

"Mmm..." mi lamento quando le sue mani sfiorano la mia intimità.
"Non devi fiatare." scandisce bene le parole e poi si allontana.
Mette un po' di musica in sottofondo, una sinfonia rilassante da rendere però l'atmosfera calda.
D'improvviso si sente un colpo forte e sento il fuoco sul gluteo destro, mi viene quasi da piangere ma non posso evitare di bagnarmi ancora di più.
"Ora ti levo il nastro. Tu dovrai contare tutti i dieci schiaffi, dovrai chiedermi scusa e poi dire qualcosa che possa eccitarmi." dice strappando il nastro.
Uno schiaffo forte sullo stesso punto di prima mi fa sobbalzare e non riesco a dire "A".
"Ogni volta che non mi chiederai scusa ricomincerò." dice Carlos.
Un altro schiaffo, un dolore lancinante mi fa urlare.
"Uno. Padrone chiedo scusa, la ringrazio per questa punizione. Vorrei sentire le sue mani sul mio corpo." dico sicura.
Mi fa alzare e mi spoglia completamente, dal cassetto prende delle puntine per la lavagna di sughero e le posiziona sulla scrivania. Mi fa poggiare i miei seni su queste puntine e un urletto mi esce dalle labbra quando lui mi spinge con forza.

"Devi stare buona. Chiaro?" urla.
"Sì, tutto chiaro...padrone." dico balbettando.
Mi colpisce sulle cosce con il righello di ferro, un righello più lungo e più doloroso.
"Due. Mi scusi padrone, la ringrazio per questa sua punizione. Vorrei stare ai suoi piedi e farla venire su di me." dico vogliosa.
Continuiamo così fino al decimo colpo ed io sono esausta, i miei seni sono martoriati.
"Non toccarti." dice sedendosi sulla poltrona.
Io lo guardo e lui inizia ad abbassarsi il pantalone, poi i boxer e inizia a toccare la sua erezione già dura. Si masturba davanti i miei occhi lussuriosi, vorrei toccarmi ma cerco di trattenermi.

Quando sta quasi per venire mi ordina di andare da lui, mi fa inginocchiare e mi mette in bocca il suo cazzo. Inizio a leccare lentamente la cappella, prendo in bocca quel che riesco e con movimenti circolare della mano gli ricopro tutta l'asta. Gli lecco le palle e poi continuo a succhiargli il pene, lo guardo negli occhi perché si deve essere sfacciati in determinate situazioni. Quando sta per venire mi allontano e, mentre lui continua a masturbarsi, io lo guardo. Il suo sperma inizia a scendermi dai capelli fino alle tette, mi sento appiccicosa ma mi piace.
"Ripeti con me. Sono la cagna del mio padrone e sono ricoperta di sperma proprio come una schiava."dice Carlos tirandomi i capelli.
Io ripeto e, infine, con un dito assaggio il liquido che ricopre il mio corpo.
"Puttanella" dice Carlos guardandomi.
"Vuoi fare un gioco?" mi chiede con aria di sfida.
"Sì padrone." dico esitate.
"Io ti benderò e ti metterò nella stessa posizione di prima, con l'aggiunta di puntine. Ti farò toccare degli oggetti e se indovinerai potrei decidere se farli entrare nel tuo corpo oppure no, mentre se non indovini deciderò io dove metterli e deciderò io la tua punizione. "dice fiero.
Mi fa rimettere le tette sulle puntine, mi benda e con il nastro adesivo mi lega le mani dietro la schiena e il piedi all'angolo della scrivania per farmi tenere le gambe ben aperte.
"Pronta a giocare?" mi chiede accarezzandomi il culo.

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Ecco il nuovo aggiornamento, spero vi piaccia. Alla prossima 😘

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