Portami Rispetto

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Carlos si alza e viene verso di me, mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sorride e mi bacia.
"A cosa stai pensando?" mi chiede poggiando la sua fronte alla mia.
"Che in questa posizione è molto evidente la nostra differenza d'altezza, sono davvero troppo bassa." dico evitando il discorso.
"Non stavi pensando a questo." dice con tono serio.
"Oh...Carlos sei assillante." dico allontanandomi.
"Non usare questo tono con me, bimba." dice guardandomi.
"Io uso il tono che voglio, non sei mio padre." dico abbassando i toni.
Il suo sguardo non lo reggo, abbasso la testa e guardo i miei piedi scalzi.

"Tu hai firmato un contratto." dice aprendo la sua valigia e porgendomi i fogli.
"Scusami." dico guardando i suoi occhi penetranti.
"Megan non è questo il punto. Sai perfettamente che un determinato tono mi infastidisce." dice Carlos prendendomi un polso.
Lo massaggia, si porta la mia mano alla bocca e la bacia, fa la stessa cosa poi con l'altra mano. Dalla valigia prende delle manette, mi aiuta a stendermi sul letto, la mia pelle rabbrividisce al contatto con le sue mani. Mi spoglia lentamente, leva prima la vestaglia e mi bacia dalla clavicola fino al seno, leva il reggiseno e continua a baciarmi fino ad arrivare al perizoma in pizzo. Quello lo lascia. All'improvviso mi prende una mano e la lega, con le manette, all'estremità del letto; poi fa la stessa cosa con l'altra mano.
Lega i miei piedi con una corda, mi intima ad alzare le gambe e le lega ad un gancio che c'è al soffitto. Ho la schiena quasi del tutto alzata dal letto, le gambe e il culo all'aria. Prende un piccolo frustino dalla valigia, lo fa passare lentamente sulle mie gambe e con una mano massaggia la mia intimità da sopra la stoffa sottile.

Dalla mia bocca esce un piccolo gemito, ho le gambe che fanno male ma prego Carlos con gli occhi di farmi sua. Tutte le preoccupazioni, i pensieri e le parole che mi vagano per il cervello vengono risucchiate dal piacere.
"Domattina verranno i miei genitori a trovarci, si porteranno Laurent e se tu vorrai Nora. Saremo soli. Domani proveremo una cosa nuova, abbiamo casa libera fino alle 20."dice Carlos colpendo una coscia con il frustino.
Il colpo è lento, debole e quasi piacevole, lo guardo e lo prego. Lui, di tutta risposta, mi fa passare il frustino tra le gambe e con forza colpisce la mia intimità. Urlo disperata e mi muovo, la corda stringe e non fanno che aumentare il dolore.
"Sta tranquilla, le bambine non sentiranno niente. Le mura sono insonorizzate." sorride.
"Carlos ti prego." quasi piango dal dolore.
"Oh bambina...prima, davanti il ristorante, mi hai lasciato con il cazzo duro. Non ti sei preoccupata lì? E quando mi hai risposto male?" è divertito. Sadico.
Massaggia la parte indolenzita e, quando credo che si sia addolcito, strappa il perizoma.
"Eri troppo coperta." dice.
"Padrone mi scuso per tutto quello che ho fatto. Se posso sapere, cosa proveremo domani?" chiedo guardando i suoi occhi cupi.
"Ti ho comprato un regalo, ma devi meritartelo. Domani sarai la mia cagnolina, sarai fedele e obbediente. Girerai nuda per casa, a quattro zampe, mangerai e berrai da una ciotola e farai pipì chiedendo il permesso." dice levandosi la camicia.
Resta solo con il pantalone nero che gli fascia le gambe alla perfezione, massaggia la mia gamba con il frustino e improvvisamente mi colpisce con forza.
"Oh bambina...sei nei guai." dice ridendo.
Posa il frustino sul comò e si posiziona tra le mie gambe, stimola lentamente il clitoride mentre con un dito mi penetra. Compie movimenti lenti ma decisi, entra ed esce da me, io gemo sotto le sue esperti mani e cerco di non venire finché non mi sarà ordinato. Ha la fronte impregnata di sudore e la sua lingua da piccole stoccate nella mia intimità, mi tiene le gambe divaricate e continua a stimolare il clitoride.

Le mie gambe diventano rigide e il mio respiro pesante, urlo dalla voglia ma lui si ferma sul più bello. Mi fa arrivare cinque volte ad avere un orgasmo ma si blocca sempre.
"Cazzo..." mormoro distrutta.
Lui riprende il frustino e lo lascia passare prima sulla mia intimità, poi sul monte di venere, sulla pancia e sui capezzoli che subito diventano turgidi. Carlos mi tocca la vagina e sorride soddisfatto.
"Sei così bagnata, pronta per me." dice.
Dalla valigia estrae un vibratore, io lo guardo esterrefatta. Lo aziona alla velocità minima.
"Ora io ti frusterò, tu dovrai contare mentre il vibratore ti farà venire pietosamente più volte. Non perdere il conto." dice e scaglia subito un colpo deciso su un seno.
"Uno, mi scuso mio padrone." dico cercando di mantenere un tono di voce regolare.
"V...enti, m...mi scuso...o mio padr.."non riesco a finire la frase e vengo già per la seconda volta.
"Ricominciamo." dice Carlos serio.
Sono distrutta, ho le gambe che sono gelatina e il corpo dolorante. Carlos mi ha legato le gambe all'estremità del letto, mi ha azionato il vibratore alla velocità massima e si è andato a lavare.

Il mio corpo chiede pietà ma io, da masochista la quale sono, vorrei di più. Vorrei le sue mani sulle mie cosce, vorrei lui tra le mie gambe, vorrei essere frustata, umiliata. Mi piace ed io sono così, non riesco a negare questa parte di me, questa parte irrazionale e malata. Quando Carlos arriva mi guarda, guarda i miei occhi stanchi ma vogliosi, ha i capelli bagnati e solo un asciugamano in vita. Chiude la porta a chiave e viene verso di me. Mi slega lentamente e leva il vibratore, massaggia le mie caviglie ed io guardo i miei poveri polsi rossi. Mi alzo a sedere e lo raggiungo gattonando, lui mi prende in braccio e mi bacia, assaporo le sue labbra, il mio corpo dentro esplode di voglia e lui lo sa perfettamente. Stringe i miei glutei e continua a baciarmi, mi fa allungare sul letto e con un gesto veloce si toglie l'asciugamano. Allunga la mano e prende un preservativo, lo apre con i denti e la sua espressione così concentrata mi fa impazzire. Prendo il preservativo e lo aiuto, lo guardo negli occhi e lo sfido con lo sguardo. Lentamente mi penetra, le spinte sono regolari, aumenta la velocità, gemo. Sento bussare alla porta.
"Mamma non riesco a dormire." è la vocina assonnata di Nora.
"Tesoro, un secondo. Vai a letto che mamma viene subito." dico spingendo Carlos che sbuffa.

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Buongiorno, spero che questo capitolo vi piaccia. Vi anticipo che sto lavorando su un progetto che ben presto saprete, spero che alla fine vi piaccia.
Vi prego di lasciare, sotto questo capitolo, un commento con un parere sincero. 😘

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