Troppi Cambiamenti

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Jim va verso un angolo lontano del giardino, c'è dell'ombra e nessuno ci sente da qui.
"Dimmi." dico in ansia.
"Nora è un periodo di tempo che vuole venire a vivere da te, non so se ti ha detto qualcosa." dice Jim abbassando la testa.
"Sì." ammetto ripensando a prima.
"Bene, io non voglio darti mia figlia. Tu lo sai troppo bene. Non voglio che lei veda quello che è veramente la mamma, non voglio che anche lei inizi a far parte di quel mondo, non volevo neanche venire stasera. Carlos non mi piace. Volevo però passare del tempo con Nora, con i miei genitori che mi mancavano." dice Jim guardandomi, ha gli occhi lucidi.
" Capisci che non è giusto? Se lei vuole stare con me perché non può? Io, se mai dovrò andare al club andrò quando lei sta da te. Lei è mia figlia, perché devi portarmela via? Comunque pensa poco a quello che dice la bambola di porcellana e vai dai tuoi genitori, loro non si meritano questo. Ah...e comunque, Carlos deve piacere a me. "dico per poi ritornare al tavolo.
Guardo mia madre e mio padre, chiacchierano e sorridono, stanno progettando un viaggio. Mio padre le mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio e, con il pollice, traccia il contorno labbra. Io tossisco e loro mi guardano imbarazzati, mi sembrano due bambini colti con le mani nella marmellata.
Dopo aver preso il caffè ognuno torna a casa sua, io e Carlos accompagniamo i miei genitori e Nora saluta i nonni e risale in macchina. Mia madre mi fa tremila raccomandazioni ed io annuisco solo, mio padre ad un certo punto la tira verso di se e la porta in casa cercando di calmare mamma chioccia.
"Noi il tempo che prepariamo le valigie, facciamo subito." dico salendo le scale di casa mia.
Carlos mi segue e Laurent va in camera con Nora, io prendo il beauty case con tutti i trucchi dentro, la spazzola, lo spazzolino da viaggio, i vestiti che già avevo preparato e le scarpe.
"Altro che valigia" ride Carlos.
Vado in camera di Nora e prendo la sua valigia, la riempio di tutte le cose che già avevo preparato e la porto vicino la mia. Nora e Laurent si sono cambiate, hanno indossato qualcosa di più comodo.
"Ottima idea piccole." dice Carlos prendendo le valigie.

Il viaggio è durato cinque ore, Carlos ha usato il suo jet privato per muoversi meglio e finalmente siamo a Los Angeles. Qui è presto perché c'è il fuso orario di tre ore ed, essendo partiti alle 23:15, ora sono le 21:33.
Carlos chiama un taxi e subito ci porta a destinazione, un edificio altissimo è davanti i nostri occhi.
"È tuo?" chiedo confusa.
"Sì. Tutto l'edificio è mio, io abito all'ultimo piano. C'è una vista magnifica lì." dice Carlos sorridendo.
Entriamo in questo grande edificio nero, tutto l'arredamento dell'atrio è molto elegante e le piante danno un tocco chic a questa stanza.
Entriamo in ascensore e, con la velocità di un razzo, ci ritroviamo al trentasettesimo piano.
L'appartamento è immenso, entrando c'è il salone arredato da un divano bianco di pelle sommerso da cuscini colorati, davanti il divano ci sono due tavoli  e due sedie nere di fronte. Un piccolo muro bianco fa da separè, oltre questo muro c'è la cucina e il tavolo con quattro sedie. Tutto l'appartamento va dal nero, al grigio per poi passare al bianco, è decorato da piante di ogni tipo e il balcone che c'è nell'ingresso/salone mi affascina. Ci sono delle poltrone nere con dei cuscini grigi fuori, un tavolino ed un posacenere.
"Ragazze la vostra stanza è di sopra, la nostra è giù. L'appartamento si divide in due piani ed ad ogni camera c'è l'apposito bagno."dice Carlos.
Ci mostra il bagno di servizio, bianco e sempre con decorazioni nere, tappeti morbidissimo e specchi bellissimi. Le stanze da letto sono molto spaziose, quella mia è di Carlos ha il letto matrimoniale al centro e l'armadio scorrevole di fronte, lateralmente ha il comò con alcune foto sue e di Laurent sopra. Mi soffermo a guardarli, sembrano così felici e Carlos così spensierato. C'è anche qui un balcone con i stessi mobili dell'altro e c'è anche qui il proprio bagno.

"Papà fai vedere a Nora la mia stanza, la nostra stanza." si corregge Laurent.
Saliamo le scale e tre porte chiuse decorano questo lungo corridoio bianco.
"La prima porta è lo studio di papà, poi c'è la palestra e quella lì, con la porta rosa, è la nostra stanza." dice Laurent a Nora.
Entrano dentro questa stanza e iniziano a saltare sui letti, due letti bianchi coperti da cuscini e coperte rosa. Sul soffitto ci sono le stelle a specchio che, riflettendo sulla lampada dello stesso materiale, fa sembrare che luccicano.
"Fatevi una doccia veloce e poi a letto."dico prendendo il pigiama di Nora dalla valigia.
" Metti tutto nel comò, questo è quello di Nora." Carlos mi indica un mobile bianco decorato da fiori rosa.
"Vai a lavarti, io racconto loro la fiaba della buonanotte e vengo." sorride Carlos.
Scendo al piano di sotto ed entro in camera da letto, levo la giacca ed i tacchi, prendo la vestaglia grigio perla di raso, un perizoma in pizzo nero, un pantaloncino di raso del medesimo colore ed un reggiseno completamente in pizzo. Entro in bagno e mi spoglio, vado sotto il getto d'acqua calda e lascio scivolare via la tensione. Ripenso alla serata trascorsa, ripenso alle parole di Jim, a Mary, riprendo anche a mia madre e mio padre...che confusione.
Esco dalla doccia e mi asciugo, cerco di domare la mia chioma scura ma con tentativi vani, mi vesto e pulisco il bagno.

In camera da letto trovo Carlos, sul letto, che mi guarda. Ha le braccia dietro la testa, allungato con le gambe accavallate, ancora vestito e uno sguardo magnetico. Ripenso a mia figlia, forse sto correndo davvero troppo, forse non dovevo venire a Los Angeles con lui, forse dovevo conoscerlo meglio. In questo momento sto mettendo in gioco due vite e la responsabilità è tutta mia, guardo Carlos e capisco che probabilmente non ho sbagliato del tutto. Il problema è che io so così poco di lui...

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Ehi, sono ritornata con il nuovo capitolo. Nel prossimo aggiornamento ci sarà pane per i vostri denti, promesso. 😂
Carlos ha una casa che io personalmente adoro, sotto vi allego una piccola foto per farvi un'idea. 😘

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