Capitolo13

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«Per sempre tua, Camz» sussurra Lauren sfiorando la scritta lasciata da Camila
Le lacrime scendono lentamente, bagnando le pagine. Non le importa se la cubana capirà che ha letto quelle pagine, era suo diritto saperlo.

Ancora colpita da quelle parole, va avanti finché si sofferma sua una pagina sporca di sangue, sempre dedicata a lei.

Dieci.
Dieci furono i tagli profondi che mi procurai.
Bruciavano .
Pizzicavano.
Facevano malissimo.
Ognuno di essi porta il tuo nome.
Non è la prima volta.
Un giorno mi ha beccata tua madre. Le promisi che non l'avrei più fatto e invece... Perché questa pagina è sporca di sangue? Era il sangue che colava quando stavo per scrivere ma era talmente tanto che persi i sensi poco dopo, quando mi madre entrò nella mia stanza e mi trovo con il vetro in mano.
Ricordo solo di essermi svegliata in un letto di ospedale. Indovina un po' chi mi ha messo i punti? Clara è sempre in sala operatoria e proprio quel giorno doveva essere di turno al pronto soccorso come chirurgia generale e d'emergenza.
Mi disse che quando ero priva di sensi sussurravo il tuo nome. Fu allora che le confessai il mio amore nei tuoi confronti e ad oggi è l'unica a saperlo.
Non era sorpresa, sapeva già tutto. Mi disse che eri già a Miami da un po', allora perché non mi hai mai cercata?
Mi chiese se ti avessi voluta con me mentre ero lì in ospedale. Dissi no, quasi urlando.
Tu non dovrai mai vedere il mio lato peggiore.
Semplicemente torna da me e scaccia via i demoni con un tuo abbraccio.
Fallo Lauren. Ti prego.
Ho bisogno di te.
Non posso più andare avanti sola.
Ho bisogno di te, più che mai.

Le parole di Camila sono troppo forti, hanno un peso enorme. La latina non ce la fa più, non riesce a leggere altro, è troppo tutto ciò, così rimette il quadernino nello zaino e dopo essersi sciacquata il viso per calmarsi un po', va in cucina per un po' d'acqua. La gola è seccata, ha bisogno di riprendersi e metabolizzare ciò che ha letto.
È passata più di mezz'ora da quando la cubana è uscita di casa. Ha un brutto presentimento.
Si chiede cosa stia facendo, come vanno le cose, cosa stia pensando.
Sente da fuori il rumore di un motore che viene spento e riconosce che è proprio la macchina di suo padre che Camila ha preso in prestito per andare da quello lì.
Ci mette un po' prima di aprire la porta. La richiude lentamente. É di spalle non si è accorta di Lauren che è seduta sul divano.
«Neanche un'ora» afferma la latina accigliata
Camila non si sposta di un millimetro, non parla, non si volta. Trema.
Trema visibilmente. Trema impaurita.
Trema a causa dei suoi ricordi, dei suoi traumi dell'infanzia.
«Camz?»
«Perché sono una così? Perché sono un mostro? Perché de-deve ricordarmelo sempre»
Libera finalmente i singhiozzi trattenuti fino al viaggio di ritorno.
Due braccia la stringono da dietro. Due labbra premono sulla testa.
Una voce calda e roca la rassicura.
Si volta verso lei e mostra il suo zigomo gonfio. Nuovamente l'ha picchiata.
«Non dire nulla Lauren. Stai zitta e abbracciami» afferma con voce strozzata
Il profumo di Lauren, quello non di erba, non di alcol, il profumo della sua Lauren, quella sua e non di Tyrone, la fa sentire al sicuro, in un posto protetto.
Quel tepore familiare, quelle carezze, quelle braccia forti e sicure sono da sempre il suo rifugio, la sua casa.
«Ti va di parlarne, piccola?» chiede alzendole il volto, specchiandosi nei suoi occhi «Sarei dovuta venire anche io» sospira toccandole il punto in cui è stata colpita
«Tu sei uno dei motivi per cui mi ha picchiata. Ha detto che ho tradito la sua fiducia, che non devo avere nulla a che fare con gli Jauregui» confessa nascondendo lo sguardo
«Guardami, Camz» intima sicura di sé «Qualunque cosa ti abbia detto tu sei migliore di tutto ciò. Dimentica ogni parola, piccola. Dimentica tutto e tutti. Sei con me ora, sei al sicuro»
«Ti voglio bene, Lolo»
«Anche io, Camz»
Mentono entrambe, pur sapendo quali sono i veri sentimenti che provano e non posso nascondersi per sempre.

Entrambe si sorridono ma improvvisamente smettono di farlo. I loro sguardi scendono sulle labbra dell'altra, vengono inumidite all'unisono. È Camila a fare questa volta il primo passo, avvinghiandosi sulle labbra carnose di Lauren, succhiandole il labbro inferiore, facendola gemere forte.
Durante il bacio la latina sorride, le mette le mani tra i capelli e si lascia prende in braccio, facendo scendere le mani della cubana fino al suo fondoschiena perché poi farsi stringere i glutei, facendosi sfuggire un altro gemito.
Si ritrovano sul divano, questa volta è Camila a strusciarsi. Si mette sulle ginocchia, toglie i pantaloni e torna sulle labbra di Lauren, scendendo verso il collo, proseguendo verso il petto ancora coperto dalla maglietta.
Le mani di Lauren scendono su boxer e completamente persa dalla durezza che intravede, capovolge la situazione facendo sdraiare la piccola. Con un gesto veloce le toglie l'intimo e nel vedere la grandezza del membro, rimane scioccata. Non pensava che fosse così dotata. Mordendosi il labbro se lo porta in bocca, senza mai  interrompe il contatto visivo con Camila la quale ansima forte e geme non appena, con la lingua, Lauren si sofferma sulla punta.
La tira dai capelli, le prende con forza il viso facendola sdraiare su di sé,
perdendosi nelle sue labbra fatte per essere morse e succhiate, fino a farle diventare gonfie.
Iniziano a spogliarsi a vicenda. La cubana bacia ogni centimetro di quella perfetta e cadida pelle ma si blocca non appena vede come sono ridotte le braccia della grande.
«Po-posso spiegare» alza le mani al cielo spaventata
Accarezza quei segni lasciati dalle siringhe per poi baciarli uno per uno, sentendo le lacrime di Lauren scendere agli angoli degli occhi.
«Va tutto Lolo» la rassicura tornando a baciarla «Va tutto bene» sussurra al suo orecchio mordendolo

Nessuno ha mai trattato Lauren così. Con amore, devozione, con tanta protezione.
Tyrone non si è mai preoccupato dei segni di Lauren, anzi non si è mai preoccupato di lei e invece Camila la fa sentire importante, speciale. Non le fa mancare nulla. Le dà un senso di appagamento. Non ha bisogno dell'alcol, non ha bisogno della droga, non ha bisogno dei suoi psicofarmaci.
Ha solo bisogno delle sua presenza. Ha solo bisogno del suo amore. Ha solo bisogno della certezza che sia con lei. Che rimarrà con lei.
Camila, il suo punto di riferimento, la sua unica certezza.

«Ti amo, Camila»
Quasi piange nel dire quelle parole così vere, uscite dal cuore, mentre viene penetrata dalla cubana, facendole provare emozioni indescrivibili.
«Sono innamorata di te, Lolo» confessa la cubana dando spinte più forti e veloci, annegando nei suoi occhi verdi.

The beginning of the paradise |CAMREN G!P|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora