Capitolo 20

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Ancora incredulo della celerità con cui le forze dell'ordine sono sopraggiunte, Giampiero riorganizza i suoi pensieri e prova a formulare un piano di fuga senza provocare ulteriori complicanze.

Il Nero e il Violento hanno messo mano alle borse tirando fuori armi e caricatori.

Questa parte del piano non era stata contemplata.

Come diavolo hanno fatto?, si ripete Giampiero mentre controlla con un gesto esperto se il caricatore sia pieno.

Antonello è rimasto in disparte, senza muoversi. Ascolta le sirene che si sono avvicinate riuscendo a riconoscere il numero delle vetture all'inseguimento.

- Sono due auto - spiega quasi d'impulso - potrebbero essere tra i sei e gli otto uomini.

Giampiero annuisce e guarda gli altri due. Hanno caricato tre Beretta ciascuno e due fucili d'assalto.

Sono pronti. E aspettano.

Giampiero guarda il grande sportello posteriore e riflette un attimo.

Sta cercando di trovare una soluzione.

Il furgone lanciato subisce una brusca deviazione verso destra e catapulta i quattro contro la parte sinistra della vettura provocando bestemmie e insulti verso l'autista.

- Porca puttana - grida il Violento piantando uno schiaffo a mano aperta sul divisorio del mezzo - ma come guidi?

Il conducente risponde con un espressione truce sul volto e lo insulta nella sua lingua, rumena, mostrandogli poi il dito medio della mano destra.

Gli autisti scelti nelle rapine erano soliti essere stranieri e sempre diversi perché non si voleva rischiare sempre con lo stesso.

Giampiero agiva in questo modo perché diceva che c'era il rischio che le forze dell'ordine avrebbero potuto identificarli più facilmente.

Chiunque guidasse durante una rapina era sempre stato ricompensato profumatamente sigillando un contratto verbale di tacito silenzio. Poi doveva sparire.

E mentre l'inseguimento prosegue Giampiero si fa strada verso il rumeno.

- Constantin, cerca di seminarli! - gli fa.

- E io cosa faccio? Pensa che guido una Ferrari? - risponde accigliato Constantin con il suo forte accento.

Il rumeno passa una mano sulla testa calva e poi la scuote.

Appoggia le mani sul volante e osserva il tachimetro: 130 chilometri orari.

Giampiero volge la sua attenzione verso i tre che sono ancora in attesa dei suoi ordini.

- Non abbiamo mai avuto questa situazione. Se spariamo per primi risponderanno al fuoco. Se apriamo la portiera posteriore saremo bersagliati. La portiera laterale ci può aiutare....

Boom. Un tonfo. Un tamponamento sordo e violento contro il posteriore della vettura fa rimbalzare ancora i quattro ma questa volta in avanti.

Antonello finisce contro il Nero e stramazzano contro il divisorio, mentre il Violento e Giampiero si scontrano spalla a spalla provocando dei gemiti di dolore.

Anche Constantin viene spostato in avanti schiantandosi contro il voltante. Perde il controllo per un secondo di quest'ultimo, bestemmia nella sua lingua e schiaccia il piede sull'acceleratore furioso.

- Porca....- grida il Violento - facciamo fuori questi figli di puttana.

E con scatto felino carica il suo fucile d'assalto. Un M16 pronto per scatenarsi.

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