Capitolo 12

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Il dolore lancinante alla faccia si fa sempre più intenso. Sente una forte pressione alla testa e gli occhi chiudersi per la sofferenza.

In quel momento Antonello avrebbe preferito un cappio al collo se avesse avuto libertà di scelta.

Raggiunto il gruppo, un largo se non bugiardo sorriso apre al saluto. Gli sconosciuti si presentato distintamente ed elegantemente.

Per qualche minuto rimane ad ascoltare le noiose conversazioni e attende frustrato con le mani incrociate dietro la schiena.

Molto probabilmente si sta discutendo per qualche strategia di mercato e contratti di compravendita.

Claudio aveva ragione. Anche una festa poteva essere un buon motivo per parlare di affari.

Ma scrutandolo attentamente Antonello ha l'impressione che anche il protagonista della festa sia annoiato.

Per un attimo, colti da un presentimento, i due incrociano gli sguardi.

E si comprendono.

Un sorriso esce dalle labbra di Claudio e interrompe uno dei presenti.

- Questo ragazzo ha bisogno di sentirsi a proprio agio - mettendo una mano sulla spalla di Antonello che per un attimo si irrigidisce - e come mio ospite devo trattarlo. Rimandiamo tutto più tardi.

Uno degli interlocutori infastidito risponde - Signore, abbiamo una agenda piena e poco tempo per.....

- Passeremo tutta la notte allora a studiare - lo interrompe nuovamente - ma fino a quel momento devo occuparmi dei miei ospiti.

Tutti, chi prima chi dopo, si allontanano.

- Allora Antonello - riprende Claudio con un sorriso - ho bisogno di un tuo consiglio.

- Consiglio? - quasi sorpreso Antonello dell'interesse che nutre nei suoi confronti.

- Ma certo - risponde Claudio appoggiando nuovamente la mano sulla spalla di Antonello - mi fido del tuo giudizio. C'e' qualcosa in te che mi piace.

Percorrono insieme alcuni passi verso il giardino mentre Claudio onora con il saluto i suoi ospiti.

- Ho organizzato questa festa perché quando ho l'occasione di tornare a Roma ho bisogno di incontrare la mia gente. Quando sono fuori dall'Italia non e' la stessa cosa. A quest'ora sarei dovuto essere a New York, ma ho cambiato idea. Pensa che i miei legali mi aspettano lì.

Fa una pausa.

- Sono sotto pressione. Tante idee per questa trattativa che....che non servono a nulla.

Antonello distoglie lo sguardo e fissa qualcosa'altro. Ascolta i pensieri di quel giovane e le sue preoccupazioni.

Ma perché ha scelto proprio lui? Perché confessargli queste cose?
Ha sempre amato ascoltare, rimanere in silenzio per poter poi capire come rispondere.

Ma Claudio? Cosa servirebbe ascoltarlo? Perché farsi carico anche di questo?

La testa gli scoppia. Serra la mascella e i suoi occhi si posano verso qualcosa. Una ragazza sta discutendo animatamente con un ragazzo.

Molto probabilmente e' una dura conversazione.

Molto dura, pensa Antonello quando vede quella ragazza aprire la mano per uno schiaffo.

E in quel momento gli occhi di Antonello si spalancano. Stringe un pugno come una saetta e il pensiero percorre inconsciamente su ciò che succederà.

Come un veggente, sospira pesantemente e muove un passo avanti ben consapevole della reazione che ci sarà.

Lo schiaffo di quel ragazzo e' così forte che la ragazza cade a terra come quando un birillo viene colpito da una palla da bowling.

E il rumore e' così forte che arriva alle orecchie di Antonello. Così forte che martella al suo cuore.

Come te (IN LAVORAZIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora