21.

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Alec era certo che la prima volta che lui e Magnus si erano baciati fosse intorno alla fine di settembre, il 29 per essere precisi. Non sapeva se bisognasse contare quella data come quella effettiva per festeggiare (era il termine giusto?) il loro mezzo anno insieme. Soprattutto perché la mattina del 29 era la stessa in cui Alec e Magnus si erano visti in quella pasticceria e Magnus aveva esplicitamente detto che non era un appuntamento, ma solo due persone che prendono un caffè insieme. E se avesse fatto la figura dell’idiota, dando per scontato che quella data fosse la data giusta? Non avevano mai festeggiato niente durante questi mesi, perché quindi il 29 di marzo (che sarebbe arrivato solo nel giro di una settimana!) doveva essere diverso? Alec si chiese se non fosse il caso di lasciar perdere, mentre scansava il portatile, appoggiandolo ai piedi del materasso. Gettò la testa all’indietro, sul cuscino, e rimase a fissare il soffitto. Era una cosa stupida? Stava dando importanza ad una data che forse era anche quella sbagliata? Non lo sapeva. Una parte di lui gli suggeriva di lasciar perdere, un’altra – quella che ancora si sentiva in colpa per essersi dimenticato di San Valentino (quale essere umano normale dimentica la festa degli innamorati, quando è innamorato cotto del suo fidanzato?) gli suggeriva di inventarsi qualcosa di carino per rimediare. Sì, ma cosa? 
Si sollevò sui gomiti e lanciò un’occhiata al portatile: il salva schermo, con le bolle di sapone che partivano dal basso e volavano verso l’alto, sembrava volesse deriderlo e sbattergli in faccia la sua totale mancanza di inventiva. In altri casi, avrebbe chiesto consiglio ad Izzy, ma si trattava diMagnus e si era promesso di sforzarsi per trovareda solo qualcosa di carino per il suo ragazzo. Anche se, fino ad ora, andare a cercare su internetsorprese da fare al proprio fidanzato  non aveva portato a nulla di utile e gli aveva persino dato la sensazione di star barando.
Si accasciò di nuovo sul cuscino, esasperato. Il soffitto bianco ricambiava il suo sguardo e Alec ci si focalizzò, come se all’improvviso avesse potuto veder comparire delle parole nere scritte appositamente per lui, per suggerirgli la soluzione.
Parole, scritte nere su bianco.
Forse era quella la soluzione, pensò Alec, mentre si alzava dal letto e andava a recuperare il quaderno che gli aveva regalato Magnus.

Caro Magnus,
Anche se dovrei usare qualcosa che assomigli più a “Adorato,” o, visto che stiamo parlando di te, la cui modestia, lo sappiamo benissimo entrambi, è inesistente, “Magnifico,” ma sto andando fuori tema.
Ho deciso di scriverti una lettera, cosa che di questi tempi ti sembrerà antiquata, ma una volta mi hai detto che sei uno all’antica, in fondo, e credo di esserlo anche io, a modo mio.
Ti chiederai il perché di un gesto tanto insolito e, se avrai un po’ di pazienza, lo scoprirai.
È partito tutto da San Valentino, e sebbene tu sia stato comprensivo e dolce – come solo tu sai essere – riguardo la mia dimenticanza, volevo trovare un modo per rimediare.
Volevo trovare un modo per esprimerti cosa sei per me, nello stesso modo in cui tu hai fatto con me, regalandomi quelle rose, che hanno profumato camera mia per giorni interi, facendo starnutire Jace. Ancora non ho capito se sia allergico a tutto ciò che simboleggia manifestazioni di affetto o se sia semplicemente allergico ai fiori, ma questi sono dettagli irrilevanti, adesso. 
Devi sapere, caro Magnus, che sei tutto ciò che ho sempre desiderato, anche quando non sapevo cosa desideravo.
Sei un’epifania, che mi ha fatto comprendere che sei tu la parte mancante del mio cuore, quel pezzo che mi completa e che mi permette di vivere la vita in un modo diverso, migliore.
L’hai presa in mano, la mia vita, insieme al mio cuore insicuro, e hai reso la prima migliore, il secondo più forte. Perché non si sarebbe mai rafforzato, se tu non avessi incrociato il mio sguardo, quella mattina di settembre, facendolo iniziare a battere con un’intensità tale che temevo mi sarebbe esploso da un momento all’altro. Gli hai ridato vita, portandolo a muoversi ad un ritmo intenso e indomabile.
Indomabile. È di questo che si tratta… eri tu, sei sempre stato tu, l’unico, il solo. Colui che mi avrebbe fatto muovere il mondo intero, pur di raggiungerti, pur di averti al mio fianco. Non sarei riuscito a domare i miei sentimenti per te, a nasconderli, nemmeno se avessi impiegato tutte le mie forze. Questo perché ce n’era un’altra, dentro di me, molto più forte di tutte le altre: l’amore. Ti ho amato dalla prima volta che ti ho visto, senza rendermi effettivamente conto di farlo.
Ti ho amato quando mi hai compreso con una facilità disarmante.
Ti ho amato quando mi hai baciato, la prima volta, e ti amo un po’ di più ogni volta che continui a farlo.
Ti amo, sempre, quando stai al mio fianco.
Ti amo quando ti rannicchi contro di me e, assonnato, combatti contro Morfeo pur di provare a sentire la fine dei miei discorsi. Anche quelli senza senso. Per quelli ti meriteresti una medaglia, davvero.
Amo guardarti mentre fai ciò che ti piace, perché il tuo viso si illumina in un modo che ti rende ancora più bello. Il che dovrebbe essere umanamente impossibile, eppure è così. Sei tutto ciò che di spettacolare esiste al mondo. Persino la bellezza dei tramonti che ti piace tanto fotografare, impallidisce a confronto con la tua – esteriore e interiore.
Ti amo perché nonostante io sia una frana in certe cose, hai sempre avuto pazienza. E riesci a vedere oltre i miei difetti, forse amando anche quelli. Non lo so, sto diventando presuntuoso? Dici sempre che è una caratteristica che non mi appartiene, ma non ne sono molto sicuro, in questo momento, sai?
Non sono sicuro di moltissime cose, in realtà. Non so che tipo di uomo sarò, non so nemmeno se riuscirò a fare tutto ciò che mi sono prefissato di fare. La vita è imprevedibile e illuderci di poterla controllare è da sciocchi. Ma di una cosa sono sicuro: voglio te, ora e sempre. E ti amerò con tutto me stesso, adesso e per tutta la mia vita.
Tuo,
Alec. 

I got all I need when I got you and I Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora