Capitolo 1

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Una leggera polvere bianca ricopriva il campo di addestramento. Il cozzare delle lame produceva scintille purpuree nell'aria. Ad ogni contrasto Arslan costringeva il suo avversario ad arretrare di un passo, un altro ed un altro ancora. Ora il suo ennesimo sfidante si ritrovava con le spalle contro il recinto dello spiazzo in terra battuta dove tutti gli apprendisti si allenavano. La neve, caduta a terra nel frattempo, mista al fango aveva formato un discreto strato di poltiglia scivolosa. Quando il goffo Ronnie, dalla corporatura ridicolmente sproporzionata, tentò di sferrare un fendente, avanzando di un passo non potè fare a meno di inciampare in una piccola buca nascosta dalla neve. Il fendente, se così poteva chiamarsi, concluse la sua vita nella poltiglia grigiastra, scheggiando un piccolo sasso. Arslan non ebbe neanche il coraggio di scansarsi, il livello di alcuni apprendisti nella scuola era ridicolo. Col passare degli anni l'asticella si abbassava sempre più. La scuola di Morgan era un' istituzione da secoli. Da ogni parte del reame giungevano scudieri e cavalieri in erba, mandati dai loro Signori, per forgiarsi. Per intraprendere un percorso che li avrebbe portati non solo a padroneggiare l'arte della spada, ma anche ad apprendere le virtù indispensabili che ogni cavaliere degno di questo nome deve possedere: umiltà, onestà, devozione, spirito di sacrificio, coraggio e molte altre.

Fondata dal leggendario cavaliere errante Elliot Morgan circa 200 anni prima, la scuola aveva accolto da ragazzi, quelli che poi sarebbero diventati i migliori combattenti del regno di Elen.
Protagonisti di fiabe, miti e leggende, salvatori di re e regine, guerrieri capaci di porre fine ad una guerra. Tutto questo almeno, prima che il cavalierato diventasse una moda comune, prima che si perdessero tutti i valori o l'importanza delle cose, prima che il vagabondaggio e la criminalità avessero la meglio sulla voglia di un riscatto sociale. La scuola, per sopravvivere, da circa 50 anni a questa parte iniziò ad accogliere non solo figli di signorotti minori ancora col moccio al naso, ma pressoché chiunque si presentasse alle sue porte, purché dotato di buon fisico ed un cervello funzionante.
Ronnie, uno degli ultimi arrivati, era solo l'ultimo dei quattro figli di un piccolo lord delle pianure meridionali. Era semplicemente di troppo e la scuola, situata nell'estremo nord del reame offriva alla famiglia l'opportunità di disfarsene in maniera decorosa.

«Arslan! Cosa diavolo stai facendo!» tuonò dall'alto, il maestro Rodd, responsabile delle nuove reclute.«Devi farli combattere non ridicolizzarli!»
«Se solo sapessero come si fa»rispose il giovane.
«Siamo qui per questo ragazzino!»
«No! È il suo compito insegnare da che parte si impugna la spada a questi principianti, non il mio!»
«Sarò costretto a fare rapporto a Gilford se disobbedisci di nuovo, lo sai vero?»lo punzecchiò Rodd.
«Ora basta mi sono stufato!»
Arslan spazientito, gettò via il piccolo scudo circolare in legno, mai scalfito in quella giornata, e ripose poi la sua spada nel fodero. Mentre si allontanava Ronnie tentò di stringerli la mano.
«Bell'incontro, sei davvero bravo»disse lui.
Arslan non lo guardò neanche e con un gesto di stizza respinse la mano tesagli.
«Lo andrò a dire al vecchio, non può coccolarti per sempre ragazzino!»farneticava dall'alto Rodd, disse anche altro ma Arslan non gli prestò molta attenzione.
Si stava già incamminando verso il suo piccolo alloggio e nel frattempo la neve scendeva sempre più fitta.

Le Cronache Di Elen  il guerriero di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora