Arslan dormì molto poco quella notte, quasi per niente. Appena in piedi si sgranchì il corpo, tutto indolenzito dal materasso di fortuna, facendo schioccare più ossa possibili. Prima di scendere, percorse tutto il corridoio del suo piano per arrivare nei bagni e entrando incrociò il suo sguardo in uno specchietto appeso al muro. Aveva i capelli lunghi fino alla nuca, arruffati e sporchi. Non ricordava neppure quanto tempo fosse passato dall'ultimo taglio.
Pensò potessero essere d'intralcio, quindi decise di tagliarli un pochino. Tornò in camera munito di uno stiletto ben affilato, tirò in alto i capelli e con un taglio netto rimase nella sua mano una spessa ciocca di capelli corvini. Poi rifinì anche le basette e qualche ciocca ribelle dietro il collo. Osservò il risultato nel riflesso dell'oblò. Accettabile.Finì di vestirsi e scese sotto. Seduti allo stesso tavolo c'erano Trevor, Rodd e Cabe che consumavano una colazione a base di uova e pancetta.
«Cabe, mi faresti la cortesia di svegliare quei tre di sopra? Puoi anche buttarli giù dal letto se vuoi.» Chiese Ser Trevor.
Cabe, stanco ma sorridente volò verso le scale, ansioso di fare quanto gli era stato detto.
«Mi sarei aspettato di vederti qui per primo. Perché questo ritardo?»
Anche se erano da poco passate le quattro del mattino, vedendo quella nullità di Rodd in piedi, Arslan sentì il bisogno di giustificarsi. «Ho dormito malissimo, la branda era tremenda.»
«Potevi dormire sul pavimento da bravo cagnolino quale sei.» Lo punzecchiò Rodd.
«Sta un po' zitto e va a prendere i piatti per gli altri, a momenti saranno qui.»
«Perché non ci mandi il tuo cagnolino Trevor, io sono pur sempre un maestro.»
«Perché lui mi serve qui al contrario di te. Devo forse ripetermi?» Rispose Trevor vedendo che Rodd non accennava ad alzarsi.
Poi anche se riluttante il grasso maestro d'armi della scuola si diresse verso le cucine come ordinatogli.
«Non passa giorno che mi domandi come fa un idiota simile ad insegnare nella scuola. Cosa hai fatto ai capelli?»
«Gli ho tagliati. Sono così tremendi?
«Non mi interessa più di tanto, non l'avrai fatto per fare colpo su di loro spero.»
Dall'altro lato della sala due ragazze dalla pelle color ambra stavano mangiando in silenzio quasi nascoste nell'ombra.
«Non siamo venuti qui per questo, giusto?»
«Si e no, siediti che ti spiego tutto.»
Arslan si sedette accanto a Trevor che gli porse il suo piatto quasi del tutto intatto.
«Lasciami indovinare, le ragazze che hanno rapito lavorano qui?» Chiese Arslan con la bocca piena.
«Tre di loro si, stavano aiutando la moglie di un contadino che lavora nel campo di madame Myria»
«La donna con cui parlavi ieri sera, appena siamo arrivati?»
«Esatto.»
«E perché hai dato alla gestrice di un bordello la lettera che ha scritto il vecchio Gilford?»
«Questi non sono affari tuoi Arly, e chiamala madame se dovessi incontrarla mentre siamo qui.»
«D'accordo.»
«Come stavo dicendo il campo di madame Myria è poco lontano da Rosvik, si trova sulla sponda settentrionale della Serpe, quindi oggi andremo al campo, seguiremo le tracce e ispezioneremo soltanto il versante destro della montagna. Se siamo fortunati e non hanno attraversato il fiume dove si fa più stretto, riusciremo a trovarli entro il tramonto.»
«Se ci dividiamo avremo una possibilità in più di trovarli.» Suggerì Arslan.
«Ma li hai visti quelli? Non posso lasciarli soli.»
«Non devi, io faccio da solo. Sarò più veloce stando per conto mio e se li trovo attraverso il fiume e vi vengo a cercare.»
«Meglio di no, non sappiamo quanti sono e preferisco averti vicino se li troviamo. Ho una certa età anch'io sai.»
Trevor si sforzò di sorridere ma Arslan sapeva che quella dell'età era solo una scusa e iniziava ad avere il sospetto che gli stesse nascondendo qualcosa.
I suoi pensieri furono distratti dal baccano proveniente dalle scale, un attimo dopo, Linder e Bernard ruzzolarono sul pavimento in legno della sala. Cabe e Ronnie si gustarono la scelta dall'alto ridendo come dei bambini. Per un secondo Arslan credette di aver visto un sorriso sincero anche sul volto di Trevor, quasi sempre impassibile.Una volta che tutti ebbero le pance piene, Trevor spiegò il suo piano e diede appuntamento al gruppo per mezz'ora dopo alle stalle. Nessuno ebbe da ridire sul piano, tranne Rodd che accennò qualche mugugno.Lui avrebbe fatto di sicuro meglio.
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Le Cronache Di Elen il guerriero di ghiaccio
FantasyLe cronache di Elen è un racconto in chiave fantasy medievale che si compone di diverse storie, il guerriero di ghiaccio è la prima. Le vicende narrate si svolgono nell'immaginario regno di Elen, il protagonista è Arslan un ragazzo prodigio, appren...